Lavoro come assistente amministrativa in una scuola superiore di Roma e sono beneficiaria della Legge 104/92, in qualità di accompagnatrice di un familiare portatore di handicap. Vorrei portare all’attenzione dei Lettori il sempre più pressante tentativo di imputare ai lavoratori con disabilità e ai loro familiari una delle cause del malfunzionamento della scuola italiana. È infatti questo ciò che si evince anche dallo stralcio di una lettera che alcuni Dirigenti Scolastici del Piemonte hanno indirizzato alla ministra Fedeli, come riportato il 25 maggio scorsa dalla testata «OrizzonteScuola.it», in occasione di uno sciopero indetto dall’UDIR, il Sindacato dei Dirigenti Scolastici.
In tale occasione, quei Dirigenti Scolastici, oltre a lamentarsi dei sempre maggiori carichi amministrativi e delle sempre maggiori competenze loro richieste, sostenevano che essi «dovrebbero poter contare su una macchina efficiente. E, invece, in alcuni casi, si ritrovano in segreteria quattro bidelli promossi, in sanatoria, ad assistenti amministrativi. Spesso con invalidità al lavoro, propria o di qualche famigliare».
Ebbene, se completamente oscuro è il passaggio sui bidelli (sic!) «sanati» e «promossi» ad assistenti amministrativi, diretto e inequivocabile è invece l’assioma invalidità = inefficienza, del tutto arbitrario, pregiudizievole e offensivo.
Sempre più spesso, i disabili e i loro familiari del personale ATA [Ausiliario Tecnico Amministrativo, N.d.R.] vengono accusati di assenteismo e non è raro il tentativo di penalizzare l’esercizio di un loro diritto (la fruizione dei permessi mensili), riconosciuto dalla citata Legge 104, mettendo in atto dei meccanismi attraverso cui gli incentivi premiali sono legati alle presenze, e questo nonostante ci siano Sentenze in senso contrario.
Suona piuttosto contraddittorio, e forse anche un tantino ipocrita, l’operato di coloro i quali promuovono con studi, progetti e convegni la Scuola quale luogo di inclusione e poi non esitano a riversare sulle persone con disabilità e sui loro familiari – nella gran parte dei casi i principali attori di uno sforzo quotidiano nel contrasto all’emarginazione e nella promozione dell’autonomia dei propri cari – colpe che dovrebbero essere ricercate altrove, ad esempio nel taglio di 46.000 unità di personale ATA in questi ultimi otto anni, oppure nel blocco delle sostituzioni degli assistenti amministrativi temporaneamente assenti, e, non ultima, nella cronica carenza di posti in organico dei Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi pari circa al 20% dell’organico.