Scovati in Campania i responsabili del buco della Sanità: i disabili gravi!

di Associazione Tutti a Scuola
È senz'altro questo uno degli slogan più incisivi adottati nel corso della manifestazione di protesta promossa per il 24 settembre a Napoli da numerose associazioni, in riferimento a quella Delibera della Giunta Regionale Campana sulla compartecipazione al costo delle prestazioni socio-sanitarie da parte delle persone con disabilità affette da demenze o non autosufficienti, che da molte parti è stata ritenuta incostituzionale, non avendo tenuto conto delle varie sentenze espresse in materia e considerando oltre tutto l'indennità come fonte di reddito. Un provvedimento del quale il nostro sito si era già occupato nei giorni scorsi

Manifestazione di persone con disabilità, fotografata con una ruota di carrozzina in primo pianoMentre i centri di riabilitazione dell’ASL Napoli 1 proclamano una serrata con il blocco di tutte le prestazioni di riabilitazione, sta passando inosservata la Deliberazione n. 1267 del 16 luglio 2009 [Determinazione delle Tariffe per prestazioni erogate da Residenze Sanitarie Assistite (RSA) e Centri Diurni ai sensi della L.R. 8/2003 – Regolamento “Compartecipazione al costo delle prestazioni erogate nell’ambito di percorsi assistenziali integrati di natura socio-sanitarie delle persone con handicap permanente grave e dei soggetti ultrasessantacinquenni e cittadini affetti da demenze”; il provvedimento si può leggere cliccando qui, N.d.R.]la Giunta Regionale della Campania ha emanato all’inizio di agosto.
La Delibera in oggetto è uno degli strumenti che la Regione Campania ha messo in campo per contenere il disastroso deficit della sanità e riguarda, tra l’altro, la compartecipazione ai costi delle prestazioni erogate per i disabili gravi e gli anziani con demenza.

Malauguratamente questa iniziativa – che porta in calce la firma di due autorevoli docenti universitari, il professor Santangelo [Mario Santangelo, assessore regionale alla Sanità della Campania, N.d.R.] e la professoressa De Felice [Alfonsina De Felice, assessore regionale alle Politiche Sociali della Campania, N.d.R.], è illegittima ai sensi del nostro ordinamento giuridico.
Essa infatti stabilisce che il tetto oltre il quale si richiede al disabile di concorrere alle spese sociosanitarie sia rappresentato da un reddito annuo di 4999 euro, inclusivo della pensione di invalidità.
Sorprendente è come la Giunta Regionale non tenga conto di precedenti contestazioni presentate con successo al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR)della Lombardia su un provvedimento analogo, ma è ancora più deludente scoprire che l’idea dell’assistenza sociosanitaria del governatore del centrodestra della Lombardia Roberto Formigoni coincida integralmente con quella del governatore della Regione Campania Antonio Bassolino.

Non ci interessa alimentare il dibattito sulle ragioni del dissesto della Sanità in Campania che evidentemente vanno ricondotte a diverse responsabilità, quello che ci preme ora sottolineare è che la pessima gestione dell’intero comparto sanitario scarichi il peso maggiore sui soggetti più deboli. In questo senso, l’incapacità a correggere, razionalizzare ed eliminare gli sprechi trova il suggello in una Delibera, appunto la 1267, che appare paradigmatica.
Poco importa ai nostri assessori che quanto ipotizzano sia anticostituzionale (i ricorsi al TAR lo hanno già dimostrato) e profondamente inumano per i disabili, è chiaro che l’intento è quello di mantenere in vita una Giunta che annaspa immersa in un commissariamento che, di fatto, la rende sempre più inadeguata.

Non ci pronunciamo nemmeno sui costi delle tariffe contenuti nel provvedimento in esame che sarebbero – il condizionale è d’obbligo – sufficienti a garantire una qualità accettabile nei centri in accreditamento, anche se le perplessità sono tante. Ci auguriamo tuttavia, nell’esclusivo interesse delle persone con disabilità e delle loro famiglie, che un sussulto di dignità e di umanità attraversi la nostra classe politica regionale e renda inefficace questa decisione.
In caso contrario, tra le eredità e i cocci che ci toccherà raccogliere, dopo le prossime elezioni, ci sarà anche una legge che ritiene che il disabile debba pagarsi, perché tale, le opportunità di una vita più serena.

Sulla questione suggeriamo anche la lettura, nel nostro sito, del testo intitolato Quale futuro per i disabili in Campania?, disponibile cliccando qui e – su questioni connesse – il testo intitolato Contenere la spesa non vuol dire tagliare la riabilitazione a chi ne ha bisogno, disponibile cliccando qui.
Il sito dell’Associazione Tutti a Scuola è www.tuttiascuola.org.
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