L’organizzazione Terre des Hommes – attiva da più di cinquant’anni nella difesa dei bambini in tutto il mondo – ha espresso «grande preoccupazione per l’assenza dell’Italia dal summit londinese che ha riunito rappresentanti dei governi e grandi donatori per sottolineare l’importanza dell’educazione sessuale e l’accesso alla contraccezione, per migliorare le condizioni di vita di adolescenti e donne. Tra gli impegni di finanziamento fissati a chiusura del summit non appare infatti alcun contributo italiano».
Il riferimento è al London Summit of Family Planning (“Summit di Londra sulla Pianificazione Familiare”), promosso dal Governo Britannico in collaborazione con la Fondazione Gates, con l’obiettivo, appunto, di raccogliere fondi utili a fornire le necessarie misure contraccettive a quei milioni di donne che, vivendo nei Paesi in via di sviluppo, rischiano la loro stessa vita, non solo a causa delle malattie, ma anche della gravidanza e del parto.
«Siamo consapevoli – dichiara Federica Giannotta, responsabile per Terre des Hommes dei diritti dei bambini – delle estreme difficoltà che l’Italia sta attraversando e dunque quanto registrato a Londra purtroppo non stupisce. Auspichiamo però che al tema della protezione della vita e della salute delle ragazze e delle bambine si riservi un’attenzione particolare, canalizzando in modo opportuno e funzionale le poche risorse disponibili. Senza la possibilità, infatti, di accedere a sistemi di pianificazione familiare e in mancanza di sistemi sanitari adeguati, non è possibile salvare la vita di milioni di ragazze, nel Sud del Mondo, ma non solo».
Ogni anno, almeno 15 milioni di ragazze nel mondo partoriscono e la maggioranza di queste nascite non è stata pianificata. Inoltre, accanto a queste nascite vanno considerati anche oltre 5 milioni di aborti volontari, molto spesso praticati clandestinamente. «La gravidanza – spiega Alessandro Rabbiosi, delegato di Terre des Hommes in Costa d’Avorio – è tra le principali cause di morte per le adolescenti nei Paesi in via di sviluppo, per i rischi legati al parto e all’aborto, anche perché le strutture mediche per la salute materno-infantile, in Stati ad esempio come la Costa d’Avorio, sono spesso carenti. Qui, infatti, il tasso di mortalità materna è molto elevato, e assume proporzioni preoccupanti tra le mamme minorenni. Su mille ragazze adolescenti oltre 110 diventano mamme (in Italia la proporzione è di 7 a 1.000), anche a 10-12 anni e nelle zone rurali, dove noi operiamo a sostegno della sanità pubblica, la percentuale è molto più alta. Oltre a porre rischi per la salute delle piccole mamme, le nascite non pianificate rendono ancora più precarie le loro condizioni di vita, impendendo nella maggioranza dei casi il proseguimento degli studi e condannandole a un futuro di povertà, in quanto spesso non possono contare sul supporto del partner e della famiglia».
Vien da chiedersi a questo punto quali possano essere, in àmbiti come quelli descritti, i dati riguardanti le giovani con disabilità, notoriamente esposte più delle altre donne a violenze e abusi…
E in ogni caso, per promuovere i diritti delle bambine e delle ragazze, tra cui quello a una maternità consapevole, Terre des Hommes sta avviando la campagna denominata InDifesa, che per tre anni richiederà l’impegno delle Istituzioni Pubbliche, italiane e internazionali a difesa delle più vulnerabili tra le persone del mondo. (S.B.)
Per ulteriori informazioni: Ufficio Stampa Terre des Hommes Italia (Rossella Panuzzo), tel. 02 28970418, ufficio stampa@tdhitaly.org.
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