«Si sta cominciando a discutere del nuovo Patto per la Salute senza i cittadini e le organizzazioni che li rappresentano, correndo il serio rischio che esso si riveli un ennesimo esercizio di stile del Ministero e delle Regioni su come far quadrare i conti del Servizio Sanitario Nazionale, senza affrontare i problemi che i cittadini stessi incontrano ogni giorno nei servizi sanitari. Per questo chiediamo al ministro Lorenzin e alle Regioni di essere coinvolti da subito all’interno dei Tavoli Tematici di lavoro per la stesura del nuovo Patto».
Lo dichiara Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i Diritti del Malato-Cittadinanzattiva, in merito al nuovo Patto per la Salute di cui Ministero e Regioni stanno discutendo in questi giorni, ovvero di quel fondamentale accordo finanziario e programmatico di valenza triennale, riguardante la spesa e la programmazione del Servizio Sanitario Nazionale, finalizzato a migliorare la qualità dei servizi, a promuovere l’appropriatezza delle prestazioni e a garantire l’unitarietà del sistema.
«Le scelte su temi come la revisione del sistema dei ticket – sottolinea ancora l’esponente di Cittadinanzattiva – l’aggiornamento dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), la riorganizzazione della rete ospedaliera, con particolare riguardo ai piccoli ospedali, la rivisitazione del sistema dei piani di rientro, non devono essere calate passivamente sui cittadini, ma dovrebbero essere oggetto di confronto con le organizzazioni civiche che li rappresentano. Altri temi, poi, come il governo delle liste d’attesa – il cui Piano Nazionale è scaduto da oltre un anno -, la prevenzione e la gestione del rischio clinico, l’Health Technology Assessment* (HTA), la trasparenza delle Amministrazioni e il contrasto alla corruzione in sanità, al contrario, non si capisce proprio se siano al centro della discussione in atto sul Patto della Salute».
«Crediamo – conclude Aceti – che le questioni prioritarie sulle quali è necessario trovare subito un accordo siano la copertura dei nuovi ticket, l’aggiornamento dei LEA e l’attuazione dell’articolo 1 del del cosiddetto “Decreto Balduzzi” sull’assistenza territoriale». (S.B.)
*L’Health Technology Assessment (HTA) è un approccio multidimensionale e multidisciplinare per l’analisi delle implicazioni medico-cliniche, sociali, organizzative, economiche, etiche e legali di una tecnologia, attraverso la valutazione di più dimensioni, quali l’efficacia, la sicurezza, i costi, l’impatto sociale e organizzativo. L’obiettivo è quello di valutare gli effetti reali e/o potenziali della tecnologia, sia a priori che durante l’intero ciclo di vita, nonché le conseguenze che l’introduzione o l’esclusione di un intervento ha per il sistema sanitario, l’economia e la società.
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: cnamc@cittadinanzattiva.it.
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