Opinioni

Piena inclusione delle persone con disabilità: l’unica strada da percorrere

E' ancora sin troppo spesso in salita la strada per le persone con disabilità

«In un quadro estremamente frammentato della nostra società – scrive Alessandro Manfredi -, l’orizzonte che la Regione Lombardia ha tracciato con la Legge Regionale 25/22 sulla Vita Indipendente si prefigge l’obiettivo di superare le condizioni di isolamento ed emarginazione delle persone con disabilità, favorire la loro partecipazione allo sviluppo sociale ed economico della propria comunità, e quindi attivare ruolo e responsabilità delle comunità nei processi di emancipazione delle stesse persone con disabilità»

“Non sei sola”: interessante quello spot, anche per le donne con disabilità

Bebe Vio nello spot "Non sei sola"

Dura appena 37 secondi lo spot “Non sei sola” realizzato nell’àmbito della “Campagna contro la violenza sulle donne 2023” promossa dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio, e tuttavia esso si presenta innovativo e interessante anche per chi si occupa di violenza nei confronti delle donne con disabilità, a partire dal fatto che per la prima volta una donna con disabilità viene coinvolta in una campagna contro la violenza di genere promossa dalle Istituzioni e rivolta a tutte le donne

Noi, persone con disabilità, unici protagonisti della nostra vita

Noi, persone con disabilità, unici protagonisti della nostra vita

«Fiumi di inchiostro – scrivono da ENIL Italia – sono stati utilizzati per stilare una documentazione enorme in materia di disabilità e diritti umani. La loro piena esigibilità continua però a rimanere una chimera per moltissime persone con disabilità a causa del muro di diseguaglianze territoriali. Dobbiamo ricordare a noi stessi che la storia ci insegna il principio di “lottare per i propri diritti”. Dobbiamo quindi essere noi stessi gli unici protagonisti della nostra vita e sforzarci per contribuire quanto possibile a trasformare le parole in realtà»

Quel filo sottile e invisibile che lega tutti i diritti

Quel filo sottile e invisibile che lega tutti i diritti

«Quando un’Associazione di genitori con figli con disabilità – scrive Orlando Quaglierini – promuove un’iniziativa sulle tematiche dell’immigrazione, sorge spontanea una domanda. Perché? Dov’è il nesso? Il nesso sta nel pensare che l’inclusione obbedisca ad una legge implicita non scritta, ovvero “O tutti o nessuno”. Perché il “tutto” è come tenuto insieme da un filo sottile e invisibile, in modo che una qualunque vittoria per l’ambiente, per una minoranza oppressa, possa anche portare, attraverso rivoli oscuri, acqua al mulino dell’inclusione delle persone con disabilità»

Autismo: buone leggi e anche risorse, ma troppe famiglie restano ancora sole

Un giovane adulto con disturbo dello spettro autistico

«Molto è stato fatto e molto si sta facendo sulla strada di una maggiore consapevolezza rispetto alla disabilità in generale e all’autismo in particolare, ma molto resta da fare. Troppe famiglie, infatti, nonostante leggi e finanziamenti restano ancora sole. I bambini con autismo meritano una particolare attenzione che spesso le Istituzioni ancora oggi non riescono a garantire. E lo stesso discorso vale per gli adulti»: lo scrivono dall’Associazione ANGSA in un messaggio diffuso in occasione della recente Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità

Inserimento e competenze sono un fatto tecnico, l’inclusione è un fatto politico

Cita Don Milani, Orlando Quaglierini, quando alla domanda su cosa servisse per allestire una scuola come quella di Barbiana, lo stesso Don Milani rispose che «la domanda non è cosa bisogna FARE, ma come bisogna ESSERE». E partendo da questo assunto, pur senza sottovalutare l’importanza di competenze, leggi e risorse, Quaglierini scrive che «il tema dell’inclusione non è un fatto meramente tecnico che si impara sui libri, né un diritto che può essere sancito per legge, bensì un fatto etico che implica una visione del mondo e un impegno politico trasversale che va oltre le mura scolastiche»

Niente trasporti e alla fine non resta che rinunciare

Quattro amici in carrozzina pronti a passare una serata di allegria a una “Sagra della Birra” nei pressi di Genova, ma come fare ad arrivarci? «E così – scrive Maria Pia Amico – ai quattro “sfortunati” non resta che rinunciare. Ma più che di sfortuna si tratta di mancanza e disattese. Infatti, non ci vorrebbe molto per incrementare i trasporti pubblici attrezzati, aumentare il numero dei taxi con sollevatore e avere più flessibilità negli orari. Lo svago e il divertimento devono fare parte di tutti e l’inclusione ne è il fondamento portante»

Essere ostaggio di un treno per 37 minuti nel 2023

«Essere ostaggio di un treno nel 2023 è alquanto grave e al tempo stesso bizzarro, soprattutto se sei una persona in carrozzina – scrive Valentina Tomirotti -: mi è accaduto alla Stazione Centrale di Milano in un convoglio di Trenord e mi chiedo: come può essere concepibile trattenere una persona su un treno perché non è prevista? Perché dover essere obbligati a dipendere da un servizio, quando si potrebbe farne a meno, visto la presenza della strumentazione idonea a bordo del treno?»

Anche l’apposita classe di concorso per il sostegno è una proposta innovativa!

«Anche l’apposita classe di concorso per il sostegno è una proposta innovativa – scrive Salvatore Nocera, con riferimento a un contributo di Paola Di Michele da noi recentemente pubblicato – è una proposta innovativa, ma essa sarà seriamente realizzabile solo a condizione di una seria formazione di tutti i docenti curricolari, evitando in tal modo la delega e l’attuale perniciosa discontinuità didattica del sostegno, sia per i docenti di ruolo che per i supplenti»

“…e così spero di voi”: un libro per rileggermi

«Ecco come nasce il titolo “…e così spero di voi” di questo mio libro – scrive Tonino Urgesi -: spero che chi lo legge faccia la mia stessa fatica di uscire dalla propria casa per entrare in ogni periferia, di uscire dalla propria disabilità, dalla propria storia per incontrare l’uomo della strada e costruire con esso “la storia di ogni storia” per dire insieme… che così potremmo essere liberi!»

“Torino Film Festival”: così proprio non va!

Di «moto ondivago» sulla resa accessibile dei film presentati parla Daniela Trunfio, presidente dell’Associazione +Cultura Accessibile, a proposito del “Torino Film Festival”, del quale sta per incominciare nel capoluogo piemontese la 41^ edizione. Più che di “moto ondivago”, però, è forse il caso di parlare di pervicacia, da parte di tale manifestazione, nel non volersi occupare in modo adeguato di tale questione. Lo si capisce bene dai commenti della stessa Daniela Trunfio e di Paolo De Luca, presidente dell’APIC (Associazione Portatori Impianti Cocleari)

Cronache dallo spettacolo: storie ordinarie di retorica abilista

«Comunicare la disabilità – scrive Stefania Delendati -: conta come si fa oppure tutto va bene purché se ne parli? Domanda spontanea di fronte a tre recenti notizie di cronaca dello spettacolo, da “Ballando con le stelle” a “Italia’s Got Talent”, fino a “Miss Italia”, dove, pur avendo la disabilità uno spazio pubblico in cui esprimersi, la questione sostanziale ha riguardato il come quelle partecipazioni sono state proposte, e da questo punto di vista non è stato fatto nessun passo avanti. La cornice, infatti, è sempre stata all’insegna della retorica abilista»

Tenere tutti insieme il filo rosso dell’inclusione

«Superare la logica imperante della “delega” riguardante la disabilità, che implica un coinvolgimento attivo, personale e politico nella creazione di una reale cultura dell’inclusione che coinvolga la comunità educante tutta attraverso una riorganizzazione di ruoli e relative funzioni e che riguardi tutto il corpo insegnanti: è questo il senso di quell’“Andare oltre” – scrive Paola Di Michele – della mozione finale presentata a Rimini, durante il recente Convegno Internazionale del Centro Studi Erickson “La Qualità dell’inclusione scolastica e sociale”»

Le “cattive prassi” di Verona sull’accessibilità

«La nuova Giunta Comunale di Verona – scrive tra l’altro Alessandra Corradi, presidente dell’Associazione Genitori Tosti in Tutti i Posti – si è insediata ormai da oltre un anno, ma di tutto si è parlato finora, tranne che delle persone con disabilità e dei loro diritti, in primis quello alla mobilità. Ci si muove infatti in una città piena di barriere, ciò che impedisce appunto la mobilità dei suoi cittadini e cittadine con disabilità, ledendone quindi i diritti»

Quel “fuoco” del convincimento da accudire, difendere, testimoniare

«Ci sono lavori – scrive Orlando Quaglierini – dove, nel bene e nel male, il convincimento o lo stato d’animo di chi è preposto ad una certa attività fa la differenza. Sono tutti quei lavori dove la relazione, il rapporto interpersonale giocano un ruolo rilevante, tanto da determinarne il risultato in un senso o nell’altro». «Ma al pari di un fuoco – aggiunge con riferimento specifico all’inclusione scolastica – i convincimenti, per arginare la deriva in atto, vanno accuditi, protetti, difesi e tramandati… testimoniandoli»

Le persone con autismo hanno diritto di conoscere la loro condizione genetica

«Constatato che si sono verificate le condizioni che rendono fattibile ed economicamente sostenibile l’esame approfondito delle cause genetiche – scrive Carlo Hanau, presidente dell’APRI -, le famiglie di persone con autismo chiedono di rispettare il loro diritto di conoscere, oltre alla diagnosi psichiatrica, le cause della loro condizione, come garantito dalla Legge istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale. Per questo ci uniamo alla Società SIGU nel chiedere di migliorare il Nomenclatore Tariffario, che non soddisfa più le esigenze dell’utenza e non tiene conto dei progressi della scienza

Quell’ascensore rotto da due anni, che discrimina le persone con disabilità

«È da due anni – scrive Claudio Ferrante, presidente dell’Associazione Carrozzine Determinate Abruzzo – che riceviamo periodicamente la stessa segnalazione: l’ascensore del Palazzo ex INPS del Comune di Pescara, che conduce a diversi uffici comunali (Politiche Sociali, Commercio, Ambiente, Servizi, Lavori Pubblici), nonché agli uffici di vari Assessori, è rotto e le persone in carrozzina sono costrette ad entrare da una porta secondaria. Questa è discriminazione nei confronti di persone che vengono trattate da “cittadini di serie B”!»

Fine vita e caregiver familiari: temi da non mescolare

«La tematica del fine vita, come affrontarla e che tipo di interventi attivare non ha nulla a che fare con la regolamentazione della figura del caregiver familiare, una figura che ha diritto ad una legge tutta sua e non in funzione della tipologia dei congiunti che assiste»: lo scrive Alessandra Corradi, a proposito del progetto di legge regionale del Veneto recante “Disciplina regionale per la promozione delle cure palliative e dell’assistenza sanitaria alle persone affette da malattia terminale o inguaribile. Divieto di eutanasia omissiva e commissiva e istituzione di apposito albo per i caregivers”

«Voi disabili dovete stare a casa, che uscite a fa’!»

Una bella serata di divertimento, poi il ritorno a casa e l’ascensore rotto. «Ma che problema c’è!», si dicono le due persone con disabilità motoria, se il servizio manutenzione ascensore è H24. E invece… Invece la risposta alla chiamata è «voi disabili dovete stare a casa, che uscite a fa’! E se volete subito l’operaio sono 300 euro»! «Eh già – commenta amaramente Paola Fanzini, presidente dell’Associazione romana La lampada dei desideri -, noi non abbiamo il diritto di uscire e di andarci a divertire!». Fortunatamente i Vigili del Fuoco risolvono il problema, ma l’umiliazione resta

La lunga e complessa relazione tra cinema e disabilità

«La proposta che emerge dal libro “Cinema e disabilità” – scrive Giovanni Merlo – è di continuare a farsi incantare dalla magia del cinema, ma anche di assumere una posizione attiva: i film, e oggi anche le serie televisive, ci offrono infatti la possibilità di avere un potente “strumento di analisi e di partecipazione”, come viene espresso nel sottotitolo del volume. Una proposta che riguarda tutti noi come persone e come cittadini e che diviene un invito pressante a chi, per vocazione e mestiere, ha a cuore la promozione e il rispetto dei diritti di tutte le persone con disabilità»