Opinioni

Un impegno comune per la Non Autosufficienza

Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, mentre si sottopone all'"Ice Bucket Challenge" ("Sfida del secchio di ghiaccio" contrto la SLA)

«Il compito del Governo – scrive la senatrice Dirindin, a proposito del “secchio di acqua gelata” contro la SLA – non è versarsi secchi d’acqua sulla testa, ma stanziare risorse adeguate, per garantire l’esigibilità dei diritti civili e sociali a tutti cittadini». E aprendosi al confronto con tutte le realtà che si occupano e vivono situazioni di non autosufficienza, dichiara di «volersi impegnare a proporre soluzioni per incrementare il finanziamento alla Non Autosufficienza»

Concorsi pubblici e disabilità: altre riflessioni

La confusione legislativa non aiuta certo a dipanare la complessa materia della partecipazione di persone con disabilità intellettiva e relazionale ai concorsi pubblici

Restano certamente irrisolti i problemi legati alla partecipazione ai concorsi pubblici, da parte delle persone con disabilità (e in particolare con disabilità intellettiva e relazionale), anche a causa di una certa confusione legislativa, come abbiamo recentemente spiegato in un nostro ampio approfondimento. E come segnala oggi Giampiero Griffo, ci sono ulteriori elementi a evidenziare le varie contraddizioni normative

Sessualità: inclusivo è ciò che accomuna e che rende accolti

Oriella Orazi, "Cigni in amore"

«Chi ipotizza soluzioni o risposte specifiche per le sole persone con disabilità – scrive Maria Cristina Pesci, contribuendo autorevolmente al dibattito sulla cosiddetta “assistenza sessuale”, di cui già tanto si è parlato su queste pagine – crea risposte esclusive, l’opposto dell’inclusione». E partendo da tale concetto, definisce la citata “assistenza sessuale” come «una risposta ghettizzante, “speciale” in senso discriminante»

L’informazione e la battaglia per i diritti

L’informazione e la battaglia per i diritti

I danni che rischiano di provocare gli organi d’informazione, la necessità assoluta di una diversa presa in carico di ogni situazione di gravità cronica e l’importanza di «fare squadra anche tra provenienze assai diverse, perché i diritti delle persone sono identici»: sono questi i passaggi fondamentali delle riflessioni con cui Franco Bomprezzi risponde a Guido Trinchieri e Rosa Mauro, che nei giorni scorsi ne avevano commentato un editoriale

Per uno sviluppo che non lasci indietro nessuno

Salvatore Cimmino presso il Palazzo delle Nazioni Unite di New York

«Solo società ricche che siano veramente inclusive – scrive Salvatore Cimmino, che nel giugno scorso è stato ospite delle Nazioni Unite di New York, in occasione dell’ultima tappa del suo giro del mondo a nuoto – potranno contribuire a rafforzare il godimento dei diritti umani fondamentali e concorrere allo sviluppo di tutti i suoi membri, uno sviluppo diverso di questo nostro pianeta, che non lasci più nessuno né indietro né fuori»

Se dobbiamo copiare, copiamo bene e copiamo tutto

«Sul lavoro la Germania è un nostro modello», ha dichiarato il presidente del Consiglio Renzi, e allora, sottolinea Augusto Battaglia, «se è realmente un modello, si sappia che da quelle parti, ad esempio, anni addietro, governo e sindacati siglarono un patto, due giorni in meno di ferie, in cambio di un nuovo e adeguato fondo per l’assistenza alle persone non autosufficienti. Se quindi dobbiamo copiare da lì, copiamo bene e copiamo tutto»

La vera casa di tutti i cittadini

Due esempi di attrazioni turistiche francesi, che «raccontano – come scrive Franco Bomprezzi – di un “pianeta differente”, al quale non siamo onestamente abituati e nel quale l’accessibilità per le persone a mobilità ridotta o non udenti, o non vedenti, è una questione assolutamente normale, quasi scontata. E sulla facciata del Comune di un piccolo centro fa bella mostra un ascensore modernissimo, per accedere alla casa di tutti i cittadini»

Cosa spinge ancora Alex Zanardi?

«Ha fatto più lui per il mondo della disabilità – scrive Claudio Arrigoni – che anni di convegni, e ancor più ha fatto per lo sport paralimpico». E ora, dopo i recenti, nuovi successi ai Campionati Mondiali di Paraciclismo negli Stati Uniti, potrebbe anche fermarsi, ma non ci pensa minimamente. Che cosa lo spinge ancora? Prova a dare una risposta lo stesso Arrigoni

Docce gelate sì, a patto che il fine sia quello giusto

«Mai come in questo caso – scrive Marco Piazza, parlando dell’iniziativa delle docce gelate contro la SLA (sclerosi laterale amiotrofica) – credo che il fine giustifichi i mezzi. A patto, però, che il fine sia davvero giusto e che i soldi donati vengano impiegati bene, ovvero per la ricerca scientifica – quella vera, quella seria – che porti realmente a produrre qualcosa di concreto sulla SLA»

Bandiere Lilla, ma non per tutti

«Le Bandiere Lilla assegnate ad alcuni Comuni della Liguria, per avere eliminato le barriere – scrive Giulio Nardone, presidente dell’ADV (Associazione Disabili Visivi) -, non tengono conto, però, dei segnali tattili e delle mappe a rilievo, necessari ad abbattere le barriere senso-percettive, che in nessuno di quei Comuni risulta siano presenti. Quei simboli, perciò, non tengono per niente conto di ciechi e ipovedenti»

Responsabilità Civile Sanitaria: l’Italia è ancora indietro

Come documenta infatti anche un dossier curato dall’Associazione delle Imprese Assicuratrici, il nostro Paese sarebbe di circa dieci anni indietro rispetto ai livelli di organizzazione già fatti propri dalle Aziende Sanitarie negli altri Paesi europei e lo stesso ritardo che si registra nelle Assicurazioni di Responsabilità Civile Sanitarie con cui si assicurano i medici riguarda anche l’acquisto di “Polizze Salute” da parte dei cittadini

Un Fondo per la Non Autosufficienza da un miliardo di euro

«Abbiamo visto migliaia di persone, famose e non, gettarsi acqua ghiacciata in testa per aumentare la consapevolezza sulla sclerosi laterale amiotrofica (SLA) e tra queste anche il presidente del Consiglio Renzi, al quale lancio il mio appello: le docce gelate non bastano, devi portare il Fondo per la Non Autosufficienza ad almeno un miliardo di euro!». Così Salvatore Usala lancia una petizione diretta appunto al Presidente del Consiglio

I primi sette mesi di mia figlia in comunità

«Ho scoperto – scrive Maria Antonietta Ricci, raccontando i primi sette mesi in comunità della figlia affetta da una Malattia Rara – che la comunità può fare bene anche ai nostri figli». Riceviamo e ben volentieri pubblichiamo un nuovo intervento, che si inserisce nell’ampio dibattito in corso sul cosiddetto “dopo di noi” e sulla realtà delle comunità alloggio per persone con disabilità

Chiediamo impegni seri e concreti su ricerca e assistenza

«Speriamo – scrive Luigi Querini, presidente della UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) – che la grande diffusione della campagna del “Secchio di ghiaccio” serva ad aumentare la consapevolezza generale sulle problematiche vissute dalle persone colpite da patologie altamente invalidanti, e dalle persone con disabilità in generale». «E chiediamo alle Istituzioni – conclude – impegni seri e concreti sulla ricerca e l’assistenza»

Perché forse certe tragedie si potrebbero evitare

La pericolosa indifferenza dei mass-media, la drammatica situazione delle famiglie di giovani con disabilità relazionale, la mancanza di strutture in cui una persona con disabilità possa costruire al meglio la sua vita: riflette su questo e altro, Rosa Mauro, prendendo spunto da un editoriale di Franco Bomprezzi, dedicato alla vicenda di un uomo che ha ucciso la moglie e i due figli, uno dei quali con disabilità, togliendosi poi la vita

Bene quelle secchiate, ma ora tocca allo Stato

«Il successo dell’iniziativa del “secchio di acqua gelata” dev’essere l’occasione – secondo Mauro Pichezzi, presidente di Viva la Vita, una delle Associazioni di riferimento per la lotta alla SLA – per rivedere, nella politica economica e finanziaria dello Stato italiano, la quantità di fondi da destinare alla ricerca, le modalità di definizione dei progetti a cui destinarli e i meccanismi di valutazione e controllo sui risultati ottenuti»

“Dopo di noi”: costruire il futuro, conoscendo il presente

«I nostri figli – scrive Gianfranco Vitale, padre di una persona con autismo, inserendosi in un dibattito quanto mai vivo, animato anche dal nostro giornale – avranno un presente, e di conseguenza un futuro, solo a condizione che i loro diritti siano veramente riconosciuti, rispettati e soprattutto applicati». E aggiunge: «Il “dopo di noi” dovrebbe cominciare col “durante noi”, aggredendo sistematicamente da subito alcuni nodi irrisolti»

Anche in spiaggia: poco per molti o molto per pochi?

«Personalmente – scrive Giorgio Genta, parlando di carrozzine da mare, che consentano alle persone con disabilità motoria di accedere alla spiaggia e di fare il bagno – ritengo che un Comune, piccolo o grande che sia, dovrebbe tutelare il buon diritto delle persone con disabilità, rispettando in tal modo le varie leggi vigenti, facendo rientrare una “seria” carrozzina da mare tra le attrezzature obbligatorie per gli stabilimenti balneari»

Nel contesto giusto, gli assistiti diventano contribuenti

Carlo Hanau, docente universitario di Programmazione dei Servizi Sociali e Sanitari, prende spunto dalla recente censura in Francia di un noto spot informativo sulla sindrome di Down, per proporre alcune riflessioni dal taglio economico e sociale, su come i costi per l’educazione di un bimbo con grave disabilità consentano poi di raggiungere mete di autonomia per tutta la vita e anche risparmi enormi sul fronte dell’assistenza

Disabile? Puoi fare il gruista o il saldatore…

Assumerebbe i contorni della farsa – se non sottintendesse il chiaro intento di aggirare le norme vigenti – quanto accaduto a Chieti, dove il locale Centro per l’Impiego, in applicazione della Legge 68/99, ha offerto a un giovane con tetraparesi spastica mansioni da gruista, saldatore, carrozziere, manutentore meccanico e simili. E per fortuna che quella stessa Legge 68/99 era incardinata proprio sul cosiddetto “collocamento mirato”…