Opinioni

L’assistenza sessuale e la “morale del leopardo”

Tamara de Lempicka, "Adamo ed Eva", 1932 (particolare)

La proposta di attivare anche in Italia – sull’onda di esperienze già presenti in alcuni Paesi europei – un servizio di assistenza sessuale rivolto alle persone con disabilità sta dando vita – com’era prevedibile – a un ampio dibattito. Ma è possibile trattare un tema del genere slegandolo dai giudizi morali? «Sicuramente sì – secondo Simona Lancioni -, basta avere consapevolezza della propria convinzione morale, e scegliere di metterla da parte»

Disabilità nella scuola, continuità didattica e sostegno

Disabilità nella scuola, continuità didattica e sostegno

«La mancanza di continuità degli insegnanti di sostegno – scrive Flavio Fogarolo – è vissuta come una grave criticità da parte dell’utenza, e spesso come il principale dei problemi, ma si tratta in realtà della conseguenza, non della causa, di una criticità più generale che riguarda in certi casi tutto il servizio, sia a livello di carenza di competenze che di condivisione o di mancanza di responsabilità»

Perché quei figli non potranno essere assistiti a casa?

Perché quei figli non potranno essere assistiti a casa?

«Perché una persona con disabilità cognitive – chiede Marina Cometto, rivolgendosi direttamente ai Parlamentari che stanno discutendo la Legge per il cosiddetto “dopo di noi” – dev’essere allontanata dalla propria casa, quando i genitori non ci saranno più? Perché non si rispettano le volontà di questi ultimi e non si cerca di trovare un accordo che garantisca la permanenza al domicilio della persona con disabilità?»

Un messaggio che va al di là delle parole

Un giovane con autismo insieme a una coetanea, durante una delle cene promosse alcuni fa dall'ANGSA della Spezia, presso il Ristorante L'Inferno

«Spesso – scrive Alberto Brunetti, raccontando una bella esperienza di solidarietà e inclusione che alla Spezia ha coinvolto vari giovani con autismo o con disabilità intellettiva, a base di cene con coetanei – si pensa che i soggetti autistici non abbiano nulla da comunicare, ma è un falso preconcetto. Infatti, per chi sa ascoltare, il messaggio che i nostri figli sono in grado di trasmettere va al di là delle parole»

L’inclusione si è fermata a Brusciano?

L’inclusione si è fermata a Brusciano?

«Forse – scrive Antonio Nocchetti, presidente dell’Associazione napoletana Tutti a Scuola – è arrivato il momento che il ministro dell’Istruzione Giannini intervenga, di fronte a un caso come quello di Brusciano (Napoli), dove nel locale Istituto Comprensivo vi sarà in settembre una classe con quattro alunni disabili su ventidue, ciò che si profila come una vera e propria esperienza pilota di “distruzione della scuola dell’inclusione”»!

L’emergenza del “come vivere”

«Casi eclatanti come quelli di Vincent Lambert, Michael Schumacher, Terry Schiavo ed Eluana Englaro – scrive Fulvio De Nigris – portano alla luce un’emergenza, che è quella del “come vivere” e convivere con la malattia. E ci riguarda tutti. E non conta se uno è famoso o è ricco. E allora è sbagliata l’invisibilità di tutti i giorni sulle migliaia di famiglie che non sono Lambert, Schumacher o Schiavo, ma che vivono gli stessi problemi»

Un primo, timido passo

«Finalmente – scrive Giorgio Genta – le forze politiche sembrano aver preso coscienza di questi problemi e l’unificazione delle varie proposte sul tema dei cosiddetti “dopo di noi” e “durante noi” delle persone con disabilità, è un primo timido passo nella giusta direzione. Ora, però, bisognerà avere il coraggio di proporre soluzioni praticabili, finanziabili, credibili e da costruire assieme alle famiglie»

Un mondo sommerso

«È un mondo sommerso, un mondo senza separazione – “racconta”, tramite le parole di Rosa Mauro, lo scooter elettrico Lone, presentatosi qualche tempo fa ai nostri Lettori come “le gambe della mia compagna” – quello che Rosa ed io vediamo, andando in giro e cercando di mostrare come la bellezza sia un valore lento e che per tutti vale lo stesso motto: più che la meta, importante è il viaggio, la strada… Sperando che la rendano un po’ più comoda…»

Farmaci, maledetti farmaci!

«Oppure in certi casi benedetti?»: se lo chiede Giorgio Genta, in conclusione di questa sua riflessione, dedicata al rapporto tra farmaci e disabilità, ovvero a quei farmaci che hanno causato e che almeno potenzialmente possono causare disabilità, ma anche a quelli davvero utili a lenire gli effetti della disabilità stessa

Ora è il tempo dei fatti!

«Grande – scrive Antonio Nocchetti – è stata la distanza tra i proclami e le realizzazioni concrete della politica in questi anni. Ora il diritto all’uguaglianza è un magnifico programma di governo e provare a realizzarlo partendo proprio dai più deboli tra i deboli, i disabili, sarebbe uno straordinario obiettivo. Questo, dunque, per il Governo Renzi è il tempo dei fatti e delle priorità e noi lo valuteremo con serietà»

Quella sposa senza lo sposo

«Non c’è nulla di male – scrive Simona Lancioni – a organizzare una cerimonia nuziale, sebbene fittizia, come è capitato negli Stati Uniti a una giovane donna con sindrome di Down, per il suo compleanno. Ciò che invece andrebbe evitato è l’elusione delle tante domande che il “desiderio dell’abito bianco” si porta dietro: il bisogno di essere amate, di sentirsi desiderate e uniche per qualcuno/a, di sperimentare e vivere la sessualità»

La filosofia della convivenza

Si sofferma, Giorgio Genta, su «quell’indissolubile legame che unisce le persone con disabilità gravissima alle loro famiglie», «ma soprattutto – scrive – voglio parlare della filosofia che lo supporta, cioè di quell’insieme di pensieri che permette e regola tollerabilmente questo indissolubile legame, basato su tre semplici postulati: l’amore, la giustizia e la resistenza attiva (o resilienza)»

Tante buone ragioni per indignarsi

«Il vero insulto – scrive Rosa Mauro, dopo le parole fuori luogo (con successive scuse), usate nei giorni scorsi dal senatore Mineo, per apostrofare il presidente del Consiglio Renzi (“bambino autistico”) – è tagliare le assistenze, ridurre gli insegnanti di sostegno, sottrarre risorse alla non autosufficienza e non fornire un contributo permanente per il “dopo di noi” e per la Vita Indipendente. Tutto questo, e non una frase buttata lì!»

L’estate del nostro sgomento

La si può definire così, secondo Giorgio Genta, «la situazione odierna di noi persone con disabilità e delle nostre famiglie, specie di fronte alle allucinanti e quotidiane cronache di ruberie, malaffare e corruzione. Ma come reagire? Continuando a fare quello che abbiamo sempre fatto, vale a dire i “muli da soma”, che portano un peso tremendo, ma che hanno ancora fiato per ragliare. E forse, qualche volta, tirando anche qualche calcio»

Il sottilissimo confine tra speranza e illusione

«Quel gesto semplice e banale – scrive Simone Fanti, parlando della partecipazione del giovane paraplegico Juliano Pinto con un esoscheletro, alla cerimonia di apertura dei Campionati Mondiali di Calcio in Brasile – che viene compiuto in mondovisione da una persona in carrozzina riaccende il motore della speranza, ma anche quello della paura che “si gridi al miracolo”, anziché parlare di un importante passo avanti nella ricerca»

Sparare sulla Croce (Rossa) non è divertente

«Se dei bambini si mettono a piangere scorgendo i segni esteriori della disabilità – scrive Gianni Minasso – chi vogliamo accusare? Quelle suore di Casamicciola (Ischia) sulle quali in troppi si scagliarono a suo tempo o sui genitori negligenti di quei bimbi? E la cosiddetta “società avanzata” cosa aspetta a terminare l’opera di emancipazione dei disabili, armonizzandoli nel contesto degli “abili”?»

Pubblica Amministrazione: una tra le tante discriminazioni

«L’organizzazione di quel concorso per l’accesso in Magistratura, censurata dal TAR del Lazio, è solo uno tra i tanti casi – scrive Giuseppe Arconzo – in cui la Pubblica Amministrazione omette completamente di dare attuazione ai diritti fondamentali delle persone con disabilità». E oltretutto, notizia dell’ultima ora, il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso del Ministero di Giustizia, rendendo sostanzialmente vano il provvedimento del TAR

Quelle applicazioni solo apparentemente accessibili

«Ogni giorno – scrive Stefania Leone – il mercato propone nuove applicazioni (“App”) per smartphone e tablet accessibili alle persone con disabilità che tuttavia, alla prova dei fatti, funzionano poco e male. Al punto da far pensare che persino tecnici esperti e sviluppatori informatici non rispettino – o non conoscano fino in fondo – le condizioni essenziali per far sì che un’applicazione possa essere fruibile anche da utenti con disabilità»

Ho bevuto qualcosa di forte e ho fatto un sogno…

«Avevo letto – scrive Franco Bomprezzi – notizie inquietanti, di Magistrati che affidavano a un medico inquisito l’incarico di effettuare l’infusione di un intruglio privo di qualsiasi validazione scientifica nel corpo di un bimbo malato. Il tutto senza che nessuno glielo avesse impedito e mentre il Ministro della Salute taceva… E così mi sono addormentato e ho fatto un sogno, durante il quale ho incontrato il “Tribunale di Salute Pubblica”…»

Chi di sociale ferisce di sociale perisce?

Che significato avrà fare aprire i Mondiali di Calcio in Brasile da una persona paraplegica fornita di un esoscheletro che le permette di “camminare”? «Sarà forse – scrive Andrea Pancaldi – per recuperare un’immagine mediatica sociale, di fronte alle grandi proteste in corso nel Paese sudamericano contro i fondi ingenti spesi per la manifestazione, che si sarebbero potuti usare, almeno in parte, per interventi sociali?»