Opinioni

Con un animale vicino

Francesca insieme all'amico Light

«Il connubio fra persone e animali – scrive Claudio Arrigoni – è ancora più bello e importante quando si parla di disabilità. Infatti, il rapporto che si crea fra chi ha una disabilità e un animale è ogni volta diverso e ogni volta più bello. Negli ultimi anni, poi, si è compreso quanto gli animali possano essere di supporto, per chi ha bisogno, in ogni tipo di disabilità, e non solo come cani guida per i non vedenti»

Eppure qualcosa a Milano cambierà

Eppure qualcosa a Milano cambierà

«Non so se nei tavoli di lavoro che si stanno riunendo in queste settimane – scrive Franco Bomprezzi, a proposito dell’“Expo 2015” di Milano -, si riuscirà veramente a costruire in pochi mesi una città più accessibile e fruibile per tutti. Ma qualcosa sicuramente cambierà, anche se servirà un salto di qualità, uno scatto di orgoglio, perché questa battaglia dobbiamo vincerla. Per tutti»

Quei ricambi venduti a peso d’oro

Quei ricambi venduti a peso d’oro

«Di chi è la colpa – scrive Simone Fanti – del salasso cui è sottoposto il portafoglio delle persone con disabilità, per acquistare i ricambi degli ausili? I negozi specializzati dicono dei produttori e delle tasse. I produttori incolpano i costi di produzione e ingegnerizzazione (le carrozzine vengono prodotte in pochi esemplari e in molte misure, quindi i costi aumentano), e tutti, Stato e privati, pagano allegramente…»

Scuola e umanità vera dovrebbero essere sinonimi

Scuola e umanità vera dovrebbero essere sinonimi

E invece spesso non accade, secondo Rosa Mauro, madre di un ragazzo con autismo i cui docenti, in barba alle leggi e ad ogni esigenza di tutela e di non discriminazione, non hanno ancora deciso se potrà svolgere gli esami. «Una scuola di questo tipo – scrive Mauro – non preparerà futuri cittadini in grado di creare una società giusta e libera». Ma alla fine, fortunatamente, la vicenda si è risolta in modo positivo. Potere anche della comunicazione?

Chi naviga non si fermi alla superficie

Il disegno di Paul Lasaine e di Paul e Gaetan Brizzi è uno dei tantissimi dedicati a “Moby Dick”, il capolavoro della narrativa statunitense pubblicato nel 1851 da Herman Melville, citato da Luigi Politano nelle sue riflessioni

«Il compito impossibile dell’arte dell’educare – scrive tra l’altro Luigi Politano – ci chiede di navigare anche in mare aperto, a vista, raccogliendo le tracce scritte di chi vive in prima persona la disabilità: dal genitore e dal romanziere o narratore che ha fermato il suo sguardo su questo tema. Le tracce, a differenza di quanto altri sono pronti ad affermare, ci sono e non sono poche: chi naviga non si fermi alla superficie»

Rassegnàti? Mai!

Dopo quasi quattrocento testi firmati per il nostro giornale, in poco meno di dieci anni, Giorgio Genta prova a tracciare una sorta di bilancio morale “approssimato” del decennio trascorso, visto dalla parte di chi per le persone con disabilità vive e scrive. «Che fare – scrive tra l’altro – se non continuare in tutti i modi a cercare di cambiare, possbilmente in meglio, tutto quello che ci riguarda?»

Buone prassi di accessibilità e cattive prassi di frammentazione

«Certo – scrive Simone Fanti – complessivamente, in tema di accessibilità, siamo ancora lontanissimi dai livelli raggiunti da altri Paesi, ma qualcosa di buono qua e là si muove». E tuttavia, aggiunge, «c’è un mondo della disabilità frammentato, che non ancora a parlare con un’unica voce, cosicché i progetti che con gran fatica vengono portati avanti spesso aiutano una parte delle persone con disabilità e non tutti gli elementi dalla comunità»

Quel disagio estremo che cresce ancora

«La legislazione esistente – scrive Vincenzo Gallo, riflettendo sulla chiusura da parte dei NAS a Cosenza, di un Centro Diurno per persone con disabilità – viene continuamente violata da soggetti pubblici e privati, facendo aumentare lo svantaggio sociale delle persone con grave disabilità e delle loro famiglie e favorendone la discriminazione»

Forse la scuola, ancora una volta, ci salverà

«C’è un bisogno assoluto – scrive Franco Bomprezzi – di riprendere con vigore lo spirito di una delle più belle riforme mai attuate in Italia, perché la presenza degli alunni con disabilità nella scuola italiana è un traguardo di incredibile valore per tutti, a patto naturalmente che funzioni, che non sia soffocata da barriere, vincoli burocratici, formalismi, mancanza di fiducia e di impegno pedagogico e di socializzazione»

A un ventenne che voglia cambiare la sua vita in meglio

«Voglio dare subito – scrive Marco Piazza – la mia risposta al presidente del Consiglio Renzi , che nei giorni scorsi ha lanciato la proposta di un nuovo Servizio Civile Nazionale, aperto a centomila giovani all’anno: centomila volte sì, perché il Servizio Civile ha cambiato in meglio la mia vita e mi piacerebbe facesse lo stesso effetto a tanti altri ragazzi e ragazze»

Uomo o donna, prima che disabile

«La figura delle “terapiste del sesso” – scrive Andrea Desideri – è necessaria sicuramente, ma non indispensabile ed è d’obbligo sottolineare che per quanto concerne l’handicap, il sesso a pagamento, o sotto forma di terapia, non è l’unica via. C’è anche la possibilità di venire scelti ed essere amati per quello che si è: uomo o donna, prima che disabile»

Effetti speciali per automobilisti incauti

Presentiamo oggi un’altra avventura romana di Lone, lo scooter elettrico di Rosa Mauro, da “lui stesso” raccontata, dopo che qualche tempo fa si era presentato ai nostri Lettori, come «le “gambe della mia compagna”». E questa volta il messaggio, forte e chiaro, è ai tanti automobilisti che regolarmente parcheggiano sugli scivoli dei marciapiedi, ma anche alla Polizia Municipale, da cui si pretenderebbe maggiore attenzione…

Tra sentimento della forma e strutture del pensiero

Fa positivamente dibattere, il tema della pittura tradotta in bassorilievo, per l’esplorazione tattile dei capolavori dell’arte visiva, da parte delle persone non vedenti e ipovedenti, un tema lanciato dal nostro giornale con un intervento di Giulio Nardone, presidente dell’ADV (Associazione Disabili Visivi). A mantenere la discussione su toni di assoluto livello è oggi Loretta Secchi, curatrice del Museo di Pittura Antica e Moderna Anteros di Bologna

La sessualità e la “banalità del bene”

«Parlando con alcuni partner di persone con disabilità della loro scelta di vivere quelle relazioni – scrive Simona Lancioni, concludendo le sue riflessioni sul Disegno di Legge riguardante l’“assistenza sessuale” – essi esprimevano motivazioni sintetizzabili con l’espressione “sto bene”. Banale? Forse. Esiste però una “banalità del bene”, quel fare certe cose solo perché farle fa sentire bene, che arriva dove nessuna Legge potrà mai arrivare»

Il diritto alla bellezza

«Affermare che l’arte pittorica – scrive Gennaro Iorio, replicando ad alcune riflessioni di Giulio Nardone, proposte nei giorni scorsi dal nostro giornale – non sia fruibile dai ciechi nella sua totalità, significa affermare qualcosa di non vero». E aggiunge: «Io sono solo un amante dell’arte che ringrazia chi mi rende accessibile alcune delle più belle espressioni di essa»

Il diritto di non essere usati, neppure per una buona causa

«La discussione priva di pregiudizi e l’approfondimento non semplicemente empatico – scrive Franco Bomprezzi, commentando il Disegno di Legge sull’assistenza sessuale alle persone con disabilità – sono il passaggio utile per dare sostanza a un’iniziativa che non si riveli unicamente un atto dovuto o di propaganda. Le persone con disabilità, come tutti, hanno una dignità intrinseca e il diritto a non essere usati, neppure per una buona causa»

Sostegno: quale strada prendere?

Si arricchisce il dibattito aperto da una recente pubblicazione di Dario Ianes (“L’evoluzione dell’insegnante di sostegno. Verso una didattica inclusiva”), alla quale nei giorni scorsi – su queste stesse pagine – Salvatore Nocera aveva dedicato un ampio approfondimento. Sul tema diamo oggi spazio all’insegnante di sostegno Giulia Giani, che vi si sofferma all’insegna di «un realismo basato su alcuni anni di esperienza diretta sul campo»

“Vedere con le dita”? Qualche volta (ma non sempre) si può

«Rendere accessibili tramite il tatto – scrive Giulio Nardone – le opere di scultura e architettura alle persone non vedenti, creandone dei modellini, è l’unico modo per far conoscere a chi non vede queste forme d’arte. È assurdo invece pretendere di far “vedere” ai ciechi i capolavori dell’arte pittorica». «È quasi – conclude causticamente – come voler spiegare a un analfabeta la fisica quantistica parlando in cinese!»

Assistente sessuale? Solo se si fa bene

Continuiamo a dare spazio – e lo faremo ancora a lungo – al dibattito riguardante il Disegno di Legge dal titolo “Disposizioni in materia di sessualità assistita per persone con disabilità”. «L’assistente sessuale – scrive tra l’altro Antonio Giuseppe Malafarina – può essere utile, ma non risolve i problemi di inclusione delle persone con disabilità, tanto meno sotto il profilo affettivo o sessuale e ancor meno sotto quello amoroso»

Bene le luci della ribalta, ma senza protagonismo

«È un dato di fatto – scrive Antonio Giuseppe Malafarina, concludendo una sua riflessione che prende spunto dal rito della lavanda dei piedi ad alcune persone con disabilità, da parte di Papa Francesco – che noi persone con disabilità, per raggiungere una vera uguaglianza, dobbiamo ancora passare, qualche volta, dalle luci della ribalta. Non dobbiamo approfittarne, tuttavia, perché il protagonismo nuoce allo spettacolo»