Opinioni

La disabilità al “Grande Fratello”: che dirà il pubblico?

Un bel primo piano di Valentina Acciardi durante la puntata d'esordio del "Grande Fratello 2014"

«La disabilità al “Grande Fratello” – scrive Antonio Giuseppe Malafarina, riflettendo sulla presenza di una concorrente con un braccio amputato al popolare programma di Canale 5 – non è proprio un bene, ma almeno si guadagna la mostrina di argomento “a latere” non troppo tabù. Come reagirà il pubblico? Potrà essere occasione d’inclusione? Intanto uno dei conduttori si chiede come reagiranno i coinquilini della casa. E fa benissimo»

Se lo dice il Papa, la speranza si ravviva

Papa Francesco incontra una giovane con disabilità

«Da Papa Francesco – scrive Franco Bomprezzi, a un anno dalla nomina del Pontefice – attendo con speranza una Pastorale sulle persone con disabilità, che sembra affiorare tra le pieghe di singoli gesti, simbolici e forti, e da parole importanti, come quelle pronunciate sugli “scarti”, ovvero, come ha dichiarato, “contro l’avanzata di una ‘cultura’ che considera l’essere umano in se stesso come un bene di consumo, che si può usare e poi gettare”»

Bravo Piercarlo, ma attenzione alle notizie sull’autismo

Piercarlo Morello si laurea all'Università di Padova

«Il primo autistico a laurearsi contro i pregiudizi»: lo abbiamo letto in questi giorni in vari articoli pubblicati da organi d’informazione nazionali e locali. Ma è proprio così? Non dimenticando, quindi, di fare tutti i nostri complimenti al giovane laureatosi all’Università di Padova, cediamo ben volentieri la parola alla Presidente dell’ANGSA (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici)

Una concorrente con disabilità al “Grande Fratello”

Valentina Acciardi, donna con disabilità, concorrente del programma "Grande Fratello 13"

«Un contributo reale all’elaborazione di una “nuova identità” del “disabile in TV” – si chiede Marta Pellizzi – oppure la solita maschera, esibita per dare un contentino “anche” ai “disabili”?». Una riflessione che prende spunto dalla partecipazione di una concorrente con disabilità alla tredicesima edizione di “Grande Fratello”, il popolare programma televisivo di Canale 5 che ha preso il via in questi giorni

Vivere e sopravvivere

Oriella Orazi, "Libertà costretta"

«Ognuno dev’essere coerente con la propria scelta – scrive Rosa Mauro – e quindi, se l’Italia è determinata a tutelare la vita dei malati terminali, ebbene, questa dev’essere davvero vita e non sopravvivenza, con la garanzia di leggi e risorse destinate alla non autosufficienza e alla cura domiciliare». Una serie di riflessioni che prendono spunto dal recente rinfocolarsi dei dibattiti sul fine vita

Ottima idea, associare la bellezza alla disabilità!

«Benvenuta Luciana nel nostro mondo – scrive Franco Bettoni, presidente dell’ANMIL, rivolgendosi a Luciana Littizzetto, dopo il suo monologo al Festival di Sanremo, in cui ha parlato di bellezza e disabilità – al quale ci auguriamo si avvicinino più spesso i media e si affaccino gli autori di tante seguite trasmissioni: l’unicità di ognuno di noi non ha bisogno di essere scoperta, ma solo di avere titolo a comparire con la medesima attenzione»

Grazie Littizzetto, per avere ricordato quel rischio

Al di là di qualche marchiano errore, soprattutto di linguaggio, Antonio Giuseppe Malafarina ritiene che Luciana Littizzetto vada ringraziata, per il suo monologo al Festival di Sanremo, in cui ha parlato a lungo di disabilità, «soprattutto per avere ribadito, di fronte a una platea così vasta, che fu il nazismo ad ammazzare i deboli e i diversi, richiamando così l’attenzione su un rischio che purtroppo sembra ancora in corso»

Non è così che si difende l’uomo

«Il problema di quella legge del Belgio sull’eutanasia infantile – scrive Franco Bomprezzi – non è religioso, ma semplicemente umano e riguarda quella deriva eugenetica che sembra ormai difficile da arginare, anche perché, in tempi di grande crisi economica, le persone “malate” vengono ritenute come un “costo”, che appare persino inutile, quando si ha la convinzione che non ci sia alcuna possibilità di guarigione e di sopravvivenza dignitosa»

Curiose “categorie speciali”

«Sei un Disabile? Sei un Professionista con partita IVA? Sei un Dipendente dei Ministeri o delle Forze Armate? Hai un’Autoscuola? Hai un’Azienda? Se appartieni a una categoria speciale ULTERIORI SCONTI PER TE!!»: viene reclamizzata così una nota marca di automobili. Pubblicità dal gusto discutibile o ulteriore, piccolo segnale di una mancanza di cultura (della disabilità e non) che resta ancora tutta da superare?

Tra stereotipi e realtà

«La televisione – scrive Marta Pellizzi – non sarà mai la realtà, ma se incominciassero tutti – operatori del settore delle comunicazioni in primis – a considerare il “disabile” come Persona e non come “stereotipo della disgrazia”, allora la comunicazione televisiva sarebbe certamente di un altro livello»

Un’esperienza di libertà per tutti

«“Van Gogh Alive” – scrive Antonio Giuseppe Malafarina – visitabile alla fabbrica del Vapore di Milano fino al 9 marzo, non è una mostra, ma un’esperienza buona per tutti, anche per le persone con disabilità, e propone meccanismi che dovrebbero essere presi in considerazione per rendere il mondo dell’arte, e non solo, senza barriere. Un ottimo modello per imparare a progettare per tutti»

Non si può più disattendere la Costituzione

«Risolvere le emergenze sociali – scrive tra l’altro Salvatore Cimmino – vuol dire soprattutto seguire le linee-guida vigenti, a partire da quelle fissate dalla nostra Carta Costituzionale, per fare in modo che alle stesse emergenze si possa rispondere con provvedimenti organici e non settoriali, che abbraccino il medio e lungo periodo»

Lo sport dev’essere per tutti e di tutti

«Oggi il disabile – scrive Rosa Mauro – è un “atleta” oppure una “persona cui fare la fisioterapia”. Perché mai, invece, non può essere una persona attiva che sceglie uno sport per relax? Perché deve avere una giustificazione per fare sport, che non sia lo sport in sé? E che sia questo il motivo per cui è così difficile, da parte di un Comune come quello di Roma, rendere realmente accessibili le proprie piscine comunali?»

Non per diventare campioni, ma per spiccare il volo

«Chi ha qualche problema in più – scrive infatti Monica Nolli, raccontando i suoi vent’anni con il Gruppo Verbanese Sciatori Ciechi – viene stimolato e aiutato, non a diventare un “campione medagliato”, ma ad uscire dal guscio, a spiccare il volo, a immergersi in un piccolo grande mondo fatto di neve, di gioco, di aiuto reciproco, di laica e sana attenzione agli altri, a chi vede e a chi non vede»

Il Fondo per le Non Autosufficienze, la FISH e altro

«Riteniamo corretto replicare – ci scrive Mariangela Lamanna, vicepresidente del Comitato 16 Novembre ONLUS -, senza polemica alcuna, ma in pieno spirito costruttivo, all’intervento di Pietro Barbieri, intitolato “Cosa succede al Fondo per le Non Autosufficienze?”». Riceviamo e ben volentieri pubblichiamo, dando successivamente spazio a una controreplica dello stesso presidente della FISH, Pietro Barbieri

Crollano i pilastri del Tempio della Scuola?

«Ha ragione sia Nocera, paventando i rischi del “troppo sostegno”, sia Desogus, evidenziando i limiti della “scuola a casa”. E lo scrivo “consapevolmente” – sottolinea Giorgio Genta, riferendosi a due interventi apparsi nel nostro giornale – perché per molti anni ho lottato a favore del “massimo-sostegno-possibile” e della “scuola-a-casa”, ma i due obiettivi della lotta erano solo apparentemente contrari al pensiero di Nocera e Desogus»

I limiti e i rischi della “scuola a casa”

Nata negli Stati Uniti per i bimbi in tenera età, l’“homeschooling”, ossia la “scuola a casa”, sembra diffondersi anche all’età dell’obbligo scolastico e pure in alcuni Paesi europei. «Ma la scuola – scrive tra l’altro Alfio Desogus – è un permanente laboratorio di sperimentazione, da cui sorgono nuovi modi di fare socialità e istruzione e la cui ricchezza non può essere certo compensata e sostituita da alcun tipo di scuola familiare»

Lauree, disabili veri e un ironico contrappasso

Quanto vale una laurea nella vita? E per una persona con disabilità? A fornire lo spunto per riflettere su tali temi, è la notizia che fra i tanti guai di Antonio Mastrapasqua – ormai ex presidente dell’INPS -, ci sarebbe addirittura anche quello di una laurea falsa. «Ed è un ironico contrappasso – scrive Bomprezzi – per chi, volendo ripetutamente snidare i “falsi invalidi”, ha messo spesso in grande difficoltà i disabili veri»

Al servizio degli “altri”

Ovvero di coloro che, come scrive Francesco Fusca, proponendo un glossario di acronimi, sigle e abbreviazioni, «meno sanno e meno capiscono, e più li abbagliamo e… li freghiamo!». «Un servizio dovuto – aggiunge – alle Persone con disabilità e alle loro Famiglie, per muoversi meglio in questa “Società della conoscenza glocale e liquida”». Un servizio, annotiamo a nostra volta, del tutto in linea con quanto anche «Superando.it» cerca sempre di fare

La “sordità” di chi non sa ascoltare

«È paradossale – scrive Franco Bomprezzi – come il mondo di chi sente benissimo sia totalmente sordo rispetto alla realtà dei non udenti. E invece dalle loro vite, dai desideri normali e spesso complicati dal deficit, dalle abilità sviluppate nel lavoro, dalle realtà di famiglie splendide, dalla capacità di autoironia e di ironia, si apprende una lezione di umanità concreta che arricchisce e ci riguarda, ci stimola, ci coinvolge, ci interroga»