Opinioni

Gli psicologi e la disabilità

Gli psicologi e la disabilità

Al di là dei tanti stereotipi sin troppo diffusi, la psicologia e gli psicologi, secondo Lelio Bizzarri, possono dare contributi sostanziali, da una parte per realizzare l’emancipazione delle persone con disabilità e per risolvere la sofferenza dei familiari, dall’altra per aiutare gli operatori impegnati in àmbito di disabilità a superare i momenti di maggiore difficoltà, migliorando la qualità del loro lavoro

La forza, la felicità e la voglia di scrivere

Oriella Orazi, "Partecipare alla vita", 1999

«Oggi la mia felicità è assoluta e voglio condividerla con che mi segue e vorrei – in particolare – dare forza a chi vive nella mia stessa situazione e a chi ancora ha molta paura di affrontarla»: dopo avere superato l’ennesima durissima prova, Marta Pellizzi dà appuntamento ai nostri Lettori per tanti altri approfondimenti e interviste

A proposito di difesa dei princìpi dell’inclusione

A proposito di difesa dei princìpi dell’inclusione

«Le famiglie di alunni con disabilità – scrive Donatella Morra – ben volentieri farebbero a meno dei ricorsi, se fosse assicurata quella “pluralità di sguardi”, garanzia di un’osservazione corale e premessa di un’efficace programmazione personalizzata e inclusiva, voluta, pensata e realizzata da tutta la “comunità educante”: insegnanti curricolari e di sostegno, educatori, assistenti, compagni e genitori di tutti gli alunni»

Con il cuore e con la pancia

Con il cuore e con la pancia

«La Consulta della Disabilità del Municipio IX (ex XII) di Roma – scrive Rosaria Uccello, che ne è la vicepresidente, riferendosi a una testimonianza pubblicata nei giorni scorsi dal nostro giornale – cerca di vigilare più che mai e di intervenire tempestivamente, prodigandosi “con il cuore e con la pancia”, per denunciare o per dare una mano ad affrontare ogni situazione riguardante le persone con disabilità e i loro familiari»

Il diritto di essere mamma

Giorgio Polykratis, "Madre e figlia" (particolare)

Una vicenda accaduta qualche tempo fa in Gran Bretagna, ma riportata dalle cronache nei giorni scorsi, riguardante una donna italiana con problemi di bipolarismo la cui figlia appena nata è stata data in adozione, fa tornare alla mente, a Rosa Mauro, un’analoga triste vicenda che la vide testimone e coinvolta direttamente

Nella cattiva sorte

«Malgrado la cattiva sorte sia una costante comune per le persone con disabilità – scrive Giorgio Genta – anche per i tanti accadimenti negativi prodotti dalla malvagità degli uomini, la loro esistenza è pero sovente permeata da una forte energia vitale, da una chiaramente espressa volontà di vivere e di vivere – nel possibile – bene. Come spiegarlo?»

Il “modello Sardegna” e il Progetto “Ritornare a casa”

Nemmeno i più recenti provvedimenti della Giunta Regionale Sarda, secondo il Comitato 16 Novembre ONLUS (Associazione Malati SLA e Malattie Altamente Invalidanti), intaccherebbero la bontà del progetto regionale “Ritornare a casa”, basato sulla scelta di restare al proprio domicilio, coprogettando un piano personalizzato. Anzi, la platea, secondo Salvatore Usala, si allarga ora anche ai portatori di pluripatologie

Quelle battute alla prima della Scala

«Credo – scrive Franco Bomprezzi – che in questo cupo periodo di crisi si debba fare uno sforzo per cucire i pensieri, mettendo insieme la solidarietà, l’umanità, il rispetto per chi è a disagio, senza lavoro, senza speranza». Ma i segnali non sono certo confortanti, a giudicare ad esempio da quanto si dice durante certi eventi, come la prima della Scala a Milano…

Norme sui BES: meno chiacchiere e più applicazione

«Ho forte il timore – scrive Salvatore Nocera – che mentre si discute sulla legittimità della recente normativa sui DSA (Disturbi Specifici di Apprendimento) e sugli altri casi di BES (Bisogni Educativi Speciali), come il disagio e lo svantaggio, si stia trascurando il problema assai più difficile e complicato dell’inclusione degli alunni con disabilità, sulla quale va registrato un indubbio calo di attenzione e di tensione»

Quell’episodio mai chiarito

«Conosco molto bene – scrive Silvia Rosa, che intende dare visibilità a un episodio accaduto a Roma e mai chiarito, che ha coinvolto il fratello con grave disabilità – il dolore e lo sbigottimento che si provano a vedere un fratello ridotto in uno stato pietoso e il senso di colpa che ti assale quando pensi di non essere stata capace di proteggerlo». Le nostre pagine, naturalmente, sono aperte, come sempre, a eventuali repliche su quanto pubblicato

Utopie da tenere sempre nella mente e nel cuore

«“Nulla su di noi senza di Noi!” – scrive Francesco Fusca, in questa sua riflessione dedicata alla mostra fotografica della FISH, presente in questi giorni in varie città italiane – sono parole che sintetizzano felicemente l’uguaglianza e la diversità, un tandem armonioso, come i termini dello stesso problema (meglio: dello stesso tema), come le facce della stessa medaglia (preziosa), come i due volti – buoni puliti onesti- della “Poesia della Luna”».

Perché non poter toccare le statue?

«Nei musei del nostro Paese – scrive Andrea Bianco, rivolgendosi direttamente al Ministro dei Beni Culturali – se una scultura è posta su un piedistallo alto, se è tenuta a distanza da qualcosa che la separa dal pubblico oppure se è dietro a una lastra di vetro, essa è totalmente inaccessibile per una persona non vedente, che deve vedere, analizzare e conoscere solo attraverso il tatto. In altri Paesi non è così»

I sogni non svaniscono, sono le persone che li abbandonano!

«Oggi – scrive Salvatore Cimmino, di cui abbiamo seguito in questi anni le imprese natatorie “impossibili” nei vari continenti del mondo – che è la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, vorrei invitare tutti quanti credono nella Democrazia, nell’Uguaglianza e nelle Leggi, a porre grande attenzione all’integrazione e all’inclusione delle persone con disabilità. Perché i sogni non svaniscono, sono le persone che li abbandonano!»

Stiamo uccidendo la dignità del lavoro

«Perché – si chiede Franco Bomprezzi – sono ancora consentite attività lavorative e abitative del genere di quella che a Prato ha causato la morte di sette persone cinesi occupate come schiavi?». E aggiunge: «Quando reagiremo a questo sistema corrotto e ipocrita che sta uccidendo la dignità del lavoro e anche la possibilità di favorire un fenomeno migratorio positivo, integrato nelle nostre leggi civili?»

I princìpi dell’inclusione vanno difesi a qualunque costo

« È una deriva quanto mai pericolosa – scrive Salvatore Nocera, replicando a chi, su queste stesse pagine, ne aveva discusso una precedente analisi – pensare all’inclusione scolastica considerando come unica risorsa quella del sostegno. Bisogna invece tornare ai princìpi originari dell’integrazione scolastica, fondata sulla presa in carico del progetto inclusivo da parte dei docenti curricolari, adeguatamente formati e in classi poco numerose»

Restituire la parola alla persona sorda

«Una delle questioni più urgenti – scrive Alessandro Mastrantonio, regista e curatore anche di un recente spot dell’Associazione FIADDA – è quella di restituire la parola alla persona sorda, non perché essa sia priva dell’abilità di parlare, ma al contrario, proprio perché è in grado di articolare la parola, esito di una conquista a dir poco “eroica”, questa semplice verità dovrebbe essere il punto di partenza per qualsiasi discorso sulla sordità»

Sono in tanti a far crescere lo sport paralimpico

«Zanardi, Camellini, Minetti, Caironi, Legnante, Versace e molti altri: ci sono tanti campioni – scrive Claudio Arrigoni – che hanno fatto grande l’Italia alle Paralimpiadi e ai vari Campionati Mondiali. Ma c’è un altro fattore senza il quale la crescita del movimento sportivo paralimpico, così importante anche dal punto di vista sociale, si fermerebbe: il lavoro sul territorio, fatto da tante persone, volontari e atleti»

A proposito di quell’Ordinanza sul sostegno

È quell’Ordinanza prodotta dal Tribunale di Vigevano (Pavia), che ha condannato il Ministero per discriminazione nei confronti di un’alunna con disabilità, in una scuola paritaria, e che Salvatore Nocera aveva commentato nei giorni scorsi sul nostro giornale. Ad approfondirne alcuni aspetti, discutendo anche alcuni assunti proposti da Nocera, è ora lo stesso genitore promotore del ricorso che a quell’Ordinanza ha portato

Ho scritto anch’io a Babbo Natale

Risponde adottando la medesima formula della “lettera a Babbo natale”, il Presidente di quel Centro per disabili visivi (e psicosensoriali) di Roma al quale nei giorni scorsi – su queste stesse pagine – si erano rivolte con toni critici alcune madri di figli che ne frequentano le strutture. «Vorrei – scrive tra l’altro Amedeo Piva – che quelle mamme ci scrivessero: “Avete potuto lavorare meglio proprio grazie alla collaborazione con le famiglie”»

Questo lungo sonno della ragione

«Ma che mondo è questo – scrive Rosaria Uccello -, in cui la disabilità diventa bersaglio di scherni e violenze, senza che coloro che ne hanno titolo sappiano o vogliano intervenire per porre fine a questi assalti alla dignità umana? Possibile che prèsidi, insegnanti, amministratori, forze dell’ordine abbiano abdicato al loro compito educativo e di controllo in favore delle fasce di popolazione più fragili?»