Opinioni

Vincenza e Giovanni: due amici, in un tempo tutto loro

Vincenza e Giovanni: due amici, in un tempo tutto loro

La nonna ultraottantenne, con importanti problemi di cammino e di memoria, e il nipote sedicenne, affetto da autismo: «Giovanni – scrive Rosa Mauro -, è per la nonna il custode di un giardino segreto in cui lei può ricaricare la sua anima. E Vincenza è per Giovanni qualcuno di cui, finalmente, prendersi cura ed essere protagonista di un evento»

I senza tetto, la carta igienica e i “creativi”

I senza tetto, la carta igienica e i “creativi”

«Com’è possibile – scrive Marisa Bonomi, commentando uno spot pubblicitario in cui l’autenticità delle persone senza tetto viene paragonata a quella di una carta igienica – conciliare il paragone esplicito tra esseri umani (i senza tetto) e la carta igienica? La sensibilità dei “creativi” e di chi li paga non fa cogliere loro la profonda offesa che tale paragone arreca a delle persone?»

Avere un figlio con disabilità: non smettiamo di riflettere

«La diagnosi prenatale in se stessa – scrive Claudio Arrigoni – può essere deflagrante se non è accompagnata da un’attenta, seria e sensibile informazione. Spesso i genitori sono lasciati soli. Informare con sensibilità e capacità dovrebbe essere una delle attenzioni primarie verso chi si avvia ad analisi prenatale. Partiamo da qui. E non smettiamo di riflettere»

Pensare e non agire o agire senza pensare

«Considerare le persone con disabilità anche come possibile soggetto di informazione e non solo come oggetto di comunicazione»: era questo l'ottavo punto del decalogo sulla buona informazione in àmbito di disabilità, elaborato un po' di tempo fa da Franco Bomprezzi

Due “sport”, secondo Simone Fanti, nei quali i nostri connazionali sono «veri e propri campioni», come dimostrano troppi ascensori del nostro Paese, posti in edifici pubblici (o privati aperti al pubblico), che non sempre vengono costruiti tenendo conto di ciò che servirebbe in termini di accessibilità a tutte le persone con disabilità, obbligando poi a costosi rifacimenti

Sessualità: la legge dell’annuncio e l’annuncio della legge

Sessualità: la legge dell’annuncio e l’annuncio della legge

«Quando si parla di sessualità e disabilità – scrive Andrea Pancaldi – si può sfuggire dal riporre le speranze solo negli annunci? E si può sfuggire alla tentazione di annunciare leggi come elementi salvifici? Oggi, purtroppo, l’orizzonte pare affidarsi sempre più all’informazione, per affrontare questo tema, piuttosto che al lavoro sociale, educativo e formativo, che tende ad essere meno visibile ed evocato»

Ma i tagli alla Salute ci sono, eccome!

«È inaccettabile – scrivono Vera Lamonica e Stefano Cecconi della CGIL – spacciare per risparmi quelli che in realtà sono tagli lineari sul finanziamento da ripartire tra le Regioni, tagli che agiscono “a monte” e che non rimangono nelle disponibilità del Servizio Sanitario Nazionale. Il tutto con inevitabili effetti sui servizi»

Tre indizi che fanno una prova

«Se le diagnosi di quei tre ragazzi con disturbi dello spettro autistico – scrive Alberto Brunetti – fossero state riscritte anche alla luce di reali e concreti miglioramenti clinicamente dimostrabili, saremmo tutti estremamente felici, ma tutti sappiamo che purtroppo non è così». E rivolgendosi a tutte le Commissioni INPS, aggiunge: «Valutate attentamente e con coscienza una persona autistica, prima di prendere una decisione»

ReaTech: come sedurre la “gente comune”?

«Oggi che “ReaTech” si sta affermando – scrive Antonio Giuseppe Malafarina, parlando del recente evento fieristico di Milano interamente dedicato alla disabilità – e che fortunatamente sta diventando indispensabile, cerco di capire come potrebbe essere migliorato. Infatti, si sono viste, e fatte, moltissime cose, ci sono stati visitatori, ma credo che ancora non siamo a un evento che seduca sia gli addetti ai lavori che la “gente comune”»

Un mese in Rianimazione, oggi

«Oggi – scrive Giorgio Genta – in un Reparto di Rianimazione si possono imparare moltissime cose utili alle persone con disabilità. Ad esempio che la nuova “Rianimazione aperta” permette ai familiari di passare maggior tempo con il proprio congiunto ricoverato. Le persone con disabilità e gli anziani hanno poi diritto, salve le esigenze di reparto, di avere sempre un familiare accanto»

Oltre quel confine oscuro

«Hai fatto un gesto terribile, mamma fragile – scrive Rosa Mauro, a sua volta madre di un figlio con autismo, rivolgendosi a quella signora che qualche giorno fa ha accoltellato il proprio ragazzo autistico -, ma non sei stata sola, insieme a te c’era una società matrigna che non ci lascia dormire»

I BES non si certificano!

Ove BES sta naturalmente per Bisogni Educativi Speciali, categoria di alunni dei quali si sono occupate nei mesi scorsi alcune disposizioni ministeriali, che tanto dibattito hanno suscitato, anche sulle pagine del nostro giornale. «La riscoperta attenzione verso gli alunni con Bisogni Educativi Speciali – scrive Flavio Fogarolo – va vissuta realmente, e non solo a parole, come un’opportunità per le scuole»

Non tutte le persone con disabilità sono uguali

«Perché impedire l’uso di auto private anche a chi proprio non può farne a meno – scrive Irene Faranda, donna con disabilità, riferendosi a Bologna e agli sviluppi riguardanti la circolazione nella Zona a Traffico Limitato – se in altre città d’Italia le zone pedonali lo consentono?». E aggiunge: «I trenini e le navette non vanno bene per tutti i disabili, perché non tutti i disabili sono uguali»

Essere madri di una persona con autismo

«Non mi sono mai sentita “vittima” di mio figlio con autismo – scrive Liana Baroni -, ma ho sempre posto un limite al mio sacrificio, per mantenere il mio equilibrio, per essere moglie, mamma e donna inserita nel mondo del lavoro. Né ho mai voluto essere una sua “estensione”, cercando invece di essere la mamma che prepara il figlio e lo educa affinché possa essere inserito nella vita sociale»

Non esiste, in Canada, la “cura futile”

La Corte Suprema del Canada, infatti, ha stabilito che i medici non abbiano il diritto, contro il parere della famiglia, di privare delle cure indispensabili al mantenimento in vita un sessantenne da lungo tempo in condizioni di minima coscienza. «Un segnale di speranza per le persone con disabilità – scrive Giorgio Genta – in tempi di crisi economica a livello mondiale e di fortissime pressioni per ridurre la spesa sanitaria»

La coperta è stretta, cerchiamo di usarla meglio

«Partecipando alle gare delle Aziende USL per l’acquisto delle tecnologie compensative che dovrebbero essere utili alla qualità della vita delle persone disabili – scrive Davide Cervellin – si apprende di grandi sprechi e iniquità, imparando anche che gran parte della spesa sanitaria compresa nel “Nomenclatore Tariffario” non è data dalle carrozzine per deambulare o dagli strumenti per leggere dei ciechi, ma dal materiale di consumo corrente»

Il futuro è già qui, ma è distribuito male

Ne abbiamo seguito per anni le “sfide impossibili” in tutti i continenti, del suo giro del mondo a nuoto, voluto per dare visibilità al progetto “Un mondo senza barriere e senza frontiere”. E ora, alla vigilia della tappa conclusiva in Messico, dove nuoterà nel Canyon del Sumidero, raccogliamo le riflessioni di Salvatore Cimmino, il nuotatore della Canottieri Aniene, amputato della gamba destra, espresse poco prima della partenza dall’Italia

Un tentativo di intervista con il Viceministro

Storia di un tentativo di intervista, da parte delle famiglie con disabilità, a Maria Cecilia Guerra, viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, con alcune domande e una sola, lunga risposta, e l’impressione, come scrive Giorgio Genta, «che siamo ancora assai lontani da quell’azione di pratico supporto all’eterna fatica delle nostre famiglie»

Perché siamo contrari al nuovo ISEE

Non “Indicatore della Situazione Economica Equivalente”, ma “Inclusione Sociale Economica Eliminata”: questo, secondo ENIL Italia (European Network on Independent Living), è il reale significato dell’acronimo ISEE, strumento in via di riforma, che ben lungi dal determinare equità nell’accesso ai servizi sociali e sociosanitari, rischia di diventare uno strumento quanto meno vessatorio, nei confronti delle persone con disabilità

Anche attraverso lo sport si può cambiare la società

«È vero – scrive Luca Pancalli, presidente nazionale del CIP (Comitato Italiano Paralimpico) – noi ci occupiamo di sport. Ma è anche attraverso lo sport che si può cambiare la società e chi ha potuto vedere la Paralimpiade di Londra 2012 lo capisce perfettamente». E aggiunge: «Soprattutto ci muove il desiderio di rappresentare lo sport come strumento di integrazione e inclusione sociale»

Semplicemente perché siamo esseri umani, e cittadini

«I segnali di questi giorni – scrive Franco Bomprezzi – sono davvero inquietanti. Sulla questione carceraria, sulla sorte dei migranti, sul ruolo della politica, sul senso della solidarietà umana e sociale, si abbattono folate di cattiveria urlata o taciuta. Forse dobbiamo ragionare seriamente sul senso della nostra appartenenza a una comunità, sul valore della condivisione e dell’inclusione sociale. Semplicemente perché siamo esseri umani. E cittadini»