Opinioni

A proposito di invisibilità

A proposito di invisibilità

«L’Italia – secondo Angelo D. Marra – figura tra i primi firmatari della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità e tuttavia non riesce né ad occuparsi della disabilità nelle politiche ordinarie, né a far sì che i temi legati alla condizione delle persone con disabilità possano trovare un luogo istituzionale di trattazione, come accade, invece, per le tematiche di genere o per quelle legate all’immigrazione»

L’inclusione nella scuola pubblica è possibile

L’inclusione nella scuola pubblica è possibile

Lo fanno capire – secondo Francesca Palmas – sia le tante esperienze positive che vengono realizzate nella scuola in silenzio e lontano dai riflettori, sia le stesse famiglie degli alunni con disabilità, che nonostante le tante difficoltà, non hanno mai fatto venir meno in loro il senso di giustizia e l’impegno per la tutela del diritto allo studio dei propri figli

Dal “falso invalido” al “falso cieco”

Dal “falso invalido” al “falso cieco”

«Quello del “falso invalido” – scrive Andrea Pancaldi – è un tema troppo ghiotto per la politica e per i media nell’era della crisi, e non vi si può rinunciare perché esso definisce agli occhi dell’opinione pubblica uno dei “nemici”, “colpevoli della crisi stessa”. E quando arrivano i dati veri, meglio cambiare strategia e puntare allora sul “falso cieco”, per mantenere aperta una “caccia” che dura ormai da anni»

Un respiro che significa vita

Una tartaruga marina fa da guida a Simone Fanti... (foto di Beto Lima)

Il battesimo dell’acqua, tra tartarughe e delfini, di uno “strano animale”, il cui corpo per due terzi non si muove, ma che in quei fondali vede scomparire la propria fisicità «ingombrante e pesante». «Perché privarsi di questa possibilità?», scrive Simone Fanti, «immersi nel silenzio, si sente solo il rumore del proprio respiro… un respiro che significa vita»

Due volte svantaggiati?

Due volte svantaggiati?

Mentre – giustamente – si snocciolano le impressionanti cifre dell’attuale disoccupazione italiana, nessuno parla, nemmeno quando si prevedono nuove manovre per favorire l’occupazione, delle cifre ancor più impressionanti (72,5% di disoccupati su 644.000 iscritti alle liste di collocamento), che riguardano la disoccupazione (o meglio, la rinuncia all’occupazione) delle persone con disabilità

I Bisogni Educativi Speciali, i fatti e le paure

In tema di inclusione degli alunni con disabilità, scrive Salvatore Nocera – prendendo spunto da un recente intervento apparso su queste pagine e ravvivando ulteriormente il dibattito su questi temi, in corso sul nostro giornale – i veri obiettivi devono essere quelli di far rispettare il numero massimo degli alunni per classe e di fare avviare concretamente la formazione di tutti i docenti curricolari sull’inclusione stessa

BES e didattica inclusiva: alcune opportunità da cogliere

Ci sono certamente alcuni punti deboli, sottolinea Dario Ianes, nelle recenti disposizioni ministeriali sui Bisogni Educativi Speciali (BES) e sulla gestione dell’inclusione, ma assai di più egli ritiene siano le buone opportunità da cogliere. Un ulteriore importante contributo al dibattito da noi avviato in queste settimane, sul presente e il futuro dell’inclusione scolastica

Dei diritti e delle pene

Ovvero “il periglioso viaggio della famiglia con disabilità nel mondo della legge”, che a tutt’oggi, secondo Giorgio Genta, rende la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità – che è pure una Legge dello Stato sin dal 2009 – nient’altro che una bella copertina a colori di un libro in gran parte ancora da scrivere

Va premiata anche l’accessibilità percettiva

Rivolgendosi direttamente agli organizzatori dell’“Access City Award” – il riconoscimento assegnato dalla Commissione Europea alle città più accessibili del continente – Giulio Nardone denuncia la totale “dimenticanza”, nei requisiti richiesti, degli ausili tattili per le persone non vedenti e ipovedenti, «rafforzando l’erroneo concetto – scrive – che dove si può entrare in sedia a ruote, lì vi sia l’accessibilità»

Preferivo quando si parlava di Giulio, Lorenzo o Azjri…

Perché, secondo Carlo Scataglini, la recente individuazione dei BES (Bisogni Educativi Speciali), da parte del Ministero dell’Istruzione, rischia di accentuare l’etichettatura e la medicalizzazione, svilendo la componente didattica e scolastica. «E questa – scrive concludendo il suo intervento, che arricchisce ulteriormente il nostro dibattito sul presente e il futuro dell’inclusione scolastica – non è certo una prospettiva inclusiva»

Che questa volta l’acqua calda sia davvero una “scoperta”?

Ci sembra un quesito quanto mai lecito, dopo avere affiancato da una parte la feroce e abituale ironia con cui Giorgio Genta “fotografa” il possibile percorso di provvedimenti legislativi destinati agli assistenti di cura familiari, dall’altra quanto sta realmente accadendo in tale àmbito, dove le azioni di tante persone – come riferisce Chiara Bonanno – procedono seriamente e con ottimi risultati

L’impatto con la realtà è l’unica prova attendibile

Come realizzare un’inclusione di qualità nell’attuale scuola italiana? Salvatore Nocera ravviva il dibattito in corso sulle pagine del nostro giornale e rispondendo a un intervento di Andrea Gavosto, presidente della Fondazione Agnelli, afferma che «l’unica ad essere incontestabile è la prova dei fatti». E aggiunge: «Vedremo quindi, tra le varie ipotesi che circolano, quale reggerà nell’impatto con la realtà»

Non vogliamo “giocare alla fantainclusione”

Prende spunto, Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli, da un recente intervento di Salvatore Nocera, vicepresidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), per riprendere i contenuti di un Rapporto sugli alunni con disabilità, realizzato nel 2011 dalla Fondazione stessa, insieme alla Caritas Italiana e all’AssociazioneTreellle, e chiarirne ulteriormente i reali obiettivi

Ospedali Psichiatrici Giudiziari: né rinvii, né “trucchi”

Cosa sta succedendo, rispetto alla chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, che nei giorni scorsi il Parlamento ha deciso di rinviare al 1° aprile 2014? Che continua, secondo il Comitato Stop OPG, ad essere concreto il rischio di avere tanti piccoli “OPG regionali”, anziché tornare allo spirito originale della Legge 180, con la chiusura definitiva di ogni struttura che ancora si rifaccia alla vecchia logica manicomiale

Elogio ponderato e relativo di Glenn Doman

In occasione della scomparsa di colui che fondò il discusso “metodo Doman”, per il trattamento dei bambini con lesioni cerebrali, Giorgio Genta si sofferma sui difetti e i pregi di tale approccio riabilitativo, e lo fa a nome della Federazione Italiana ABC (Associazione Bambini Cerebrolesi), organizzazione che a suo tempo nacque proprio dopo un incontro con Doman

Quella breccia aperta e la paura del corpo che cambia

«La breccia si è aperta», scrive Claudio Arrigoni, riflettendo sulla possibilità data a Martin Hofbauer, da parte della Federazione Mondiale del Calcio, di partecipare a partite ufficiali con una protesi alla gamba. «Ma continua a far paura – aggiunge – tutto ciò che fa mutare il corpo nella sua consueta, apparente normalità»

Il percorso dell’anima di “Miele”

Apprezzabile l’esordio alla regia dell’attrice Valeria Golino, con il film “Miele”, la cui giovane protagonista, interpretata da Jasmine Trinca, aiuta a morire le persone che ne facciano richiesta, facendosi per questo pagare. La pellicola viene presentata in questi giorni al Festival di Cannes, all’interno della Sezione “Un certain regard”

Giornalista e Presidente

«Lavoreremo con forza alla realizzazione di quella “Casa dei Diritti” – scrive Franco Bomprezzi, recentemente eletto presidente della LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità) – che da Milano rilanci in tutta la Lombardia e – perché no? – in Italia un ruolo da protagonisti alle persone con disabilità, promuovendo una cultura consapevole, una rete forte con il Terzo Settore, con la cooperazione sociale, con i giovani, con le famiglie»

Sogno un grande evento, per salvare la sanità pubblica

«Il segnale d’allarme per il Servizio Sanitario Nazionale – scrive Daniela Francese – è assordante e far finta di non sentirlo, non potrà che incrementare quel già preoccupante dato dei nove milioni di italiani che hanno rinunciato alle cure per mancanza di denaro». E conclude: «Sogno una giornata che il 23 dicembre, a trentacinque anni dalla Legge 833/78, accenda i riflettori sulla sanità pubblica». Un sogno (e un appello) che facciamo del tutto nostro

“Cultura dell’inclusione” e leggi da applicare

«Prima applicare le leggi sull’inclusione scolastica degli alunni con disabilità – aveva scritto su queste pagine il genitore Daniele Brogi – solo dopo pensarne una modifica». «Ma se una legge dagli obiettivi così alti e giusti – risponde Giulia Giani, insegnante di sostegno – non viene applicata in modo così diffuso, non è che la sua applicazione sia troppo difficile, complessa e onerosa?»