Opinioni

Bolle mediatiche, sofferenza umana e ricerca medica

"Bolle mediatiche"

Scarsa fiducia dei Cittadini nella classe medica e ostinazione della comunità medico-scientifica ad affrontare le situazioni di cronicità con una prospettiva prettamente “farmaco-centrica”: sono queste, secondo Dario Petri, alcune delle ragioni per cui, regolarmente, continuano a scoppiare “bolle mediatiche” su trattamenti non riconosciuti dalla medicina ufficiale, che poi altrettanto regolarmente si sgonfiano

La cecità che suscita sentimenti irrazionali

La cecità che suscita sentimenti irrazionali

Leggere articoli di giornale in cui si parla del “povero cieco scippato dell’iPhone” riconduce inevitabilmente a un giornalismo che vuole le persone cieche “minus” rispetto alle altre e che tratteggia la condizione del non vedere quasi come uno status che “esenta da tutti i mali del mondo”. E così, un borseggio come tanti altri conquista inevitabilmente le prime pagine dei quotidiani

Il silenzio sugli innocenti

"Personalizzazione della politica" (realizzazione grafica tratta dal blog "InWonderBlog")

Mentre «la politica urlata – scrive Franco Bomprezzi – cannibalizza la nostra società, e ci toglie, ogni giorno, un pezzetto di libertà, di tolleranza, di dialogo, attendendo che si arrivi alla formazione di un Governo, registriamo il silenzio dei media, imbarazzante e generale, rispetto ai temi della crisi economica e sociale, delle attese che provengono dalla parte più debole del Paese»

Cercasi amore disperatamente

John Hawkes è l'attore protagonista del film "The Sessions", che aprirà a Bari la terza edizione di "CinEthica"

Più che nella qualità dell’opera filmica, secondo Stefania Pizzi, l’importanza del recente “The Sessions” sta nell’aver dato voce a un tema grave e spinoso, quale quello della sessualità “delle” e “nelle” persone con disabilità e alla loro esigenza di amare ed essere amate. Anche solo per questo, vale la pena di dedicare un po’ di tempo a questo film

Staminali, quanti “delitti” si commettono in tuo nome!

Prima di andare alla ghigliottina, Marie-Jeanne-Marie-Roland-de-la-Platière avrebbe pronunciato la celebre frase: «O Libertà, quanti delitti si commettono in tuo nome!»

«È la mancanza di risposte “ufficiali” e di coinvolgimento informato alle istanze urgenti e totalizzanti delle famiglie – secondo Giorgio Genta -, che spinge a ricercare terapie e metodiche fuori del consenso accademico. Ben venga allora, in un’ottica di condivisione, una seria divulgazione dei pro e dei contro, che rifugga sia da sensazionalismi pietistici che dall’autoreferenzialità della classe medica»

Un lottatore al servizio dei più deboli

Un ricordo di Monsignor Giovanni Nervo, il primo presidente della Caritas Italiana, scomparso a Padova all’età di 94 anni, da parte di chi, come Salvatore Nocera, lo conosceva sin dai primi Anni Settanta, condividendone le tante battaglie basate sui valori dell’uguaglianza, della giustizia e della solidarietà e con due “stelle polari” fondamentali, vale a dire il Vangelo da una parte, la Costituzione Italiana dall’altra

In Francia si parla di assistenti sessuali

Il «tavolo di riflessione sulla vita affettiva delle persone in situazione di handicap», la cui apertura è stata annunciata in Francia da Jerome Guedj, «potrebbe – secondo Franco Bomprezzi – aiutare in qualche modo a ragionare senza eccessiva emotività anche in Italia, utilizzando le esperienze in atto in alcuni Paesi, come terreni di sperimentazione e di messa a fuoco delle diverse problematiche»

L’assistenza domiciliare è un bene come l’acqua e il pane

«E ogni persona – scrive Lelio Bizzarri – indipendentemente dal suo diverso tipo di disabilità, ha diritto ad avere i supporti tecnici, economici e assistenziali necessari per compensare la condizione di svantaggio dovuta alla menomazione fisica. Un principio, questo, che non ha una valenza assoluta, bensì storica e che per questo va ribadito periodicamente, con maggior forza proprio nei frangenti storici di crisi»

In quel “Giardino degli Angeli”

Inaugurato nel 2008, per ricordare la piccola Sara, luogo “da fiaba”, tra profumi intensi, piante, fiori e musica che esce da ogni dove, Il Giardino degli Angeli – ottimo percorso sensoriale anche per le persone con disabilità visiva – è stato realizzato dall’omonima Associazione di Castel San Pietro Terme (Bologna) e merita certamente di essere conosciuto il più possibile

La crescita culturale deve muoversi in due direzioni

Ovvero, secondo Salvatore Crispi, da una parte verso «una visione organica e globale della collettività, che traini l’attuazione e la piena comprensione dell’attuale buona legislazione sulla disabilità e sul sociale», dall’altra verso «una maggiore attenzione, ricerca e comprensione nella terminologia usata, anche da parte degli organi d’informazione»

I Mille: camicie rosse o “muli da soma”?

Il numero mille, oltre ad evocare terrori medievali e gloriose imprese garibaldine, da oggi coincide anche con il numero degli assistenti di cura (i caregiver familiari) che hanno aderito all’azione di riconoscimento giuridico del proprio particolare status. Anzi, sono già – per l’esattezza – 1.125. Riuscirà la nuova classe politica ad aprire velocemente gli occhi su di loro?

Quella ricchezza inesplorata della disabilità

Segnali di cambiamento, come Papa Francesco che chiama sul palco un giornalista non vedente e il suo cane guida o come Laura Boldrini, nuovo Presidente della Camera, che dichiara: «Dovremo imparare a capire il mondo con la ricchezza interiore inesplorata di un disabile». Segnali che fanno riflettere e che «forse – secondo Franco Bomprezzi – impongono il “nuovo” anche al mondo della disabilità»

Diagnosi: un’opportunità o un limite?

«Càpita sempre più spesso – scrive Fabio Ragaini – che la diagnosi – oggi accelerata dall’evoluzione tecnologica e da una maggiore informazione – se sganciata da un’effettiva valutazione funzionale, possa paradossalmente essere condizione di esclusione da alcuni servizi che non prevedono quella particolare condizione, oppure che le stesse persone vengano inserite all’interno dei soli percorsi previsti per quella malattia»

Le strade del “dopo di loro”

Una nostra recente intervista a Claudia Mazzocchi (“Qualcosa di intangibile che ti manca”) e il successivo commento di Giorgio Genta (“Lo specchio, la fionda e il rasoio”) hanno messo in piena luce i sentimenti e le riflessioni che accompagnano la scomparsa di un figlio con disabilità. Ancora Genta prova quindi a percorrere le strade che partono da quel terribile bivio dell’esistenza del genitore caregiver: le strade del “dopo di loro”

Elogio della normalità

Ovvero, come scrive Franco Bomprezzi, prendendo spunto dalla terribile vicenda riguardante Oscar Pistorius, «la disabilità è una condizione umana possibile, immanente nella nostra esistenza e forse oggi le persone con disabilità hanno un disperato bisogno di essere considerate per quello che sono, pregi e difetti, valori e disvalori, opportunità e difficoltà, abilità e incapacità»

Quando la disabilità estrema produce plusvalore monetario

Voci autorevoli – dati alla mano – sottolineano che il lavoro di cura familiare per persone con gravi e gravissime forme di disabilità produce, nella sola Regione Sardegna, un plusvalore monetario di oltre mezzo miliardo di euro. «Moltiplicato per venti Regioni – scrive Giorgio Genta – farebbe dieci miliardi di euro». E aggiunge causticamente: «Potremmo comprarci tutti gli aerei “F35” già prenotati dall’Italia!»

Travolti da un insolito destino?

«Partecipazione, senso di responsabilità, sacrificio, onestà e lavoro: sono questi i requisiti fondamentali di chi opera nel sociale puntando al “bene comune”. Che almeno si possa ripartire da qui. Con umiltà e senso della misura». Una riflessione di Franco Bomprezzi, sull’attuale situazione del welfare, anche alla luce dei recenti risultati elettorali

Sotto il peso della soma

Di fronte a tragedie come quella che ha visto in Sicilia un uomo di 39 anni uccidere le due sorelle disabili e poi suicidarsi, si impone, secondo Giorgio Genta, un triste ma pacato ragionare sulle possibili cause di tanta disperazione. «E soprattutto – scrive – bisogna ripensare, a tutti i livelli, su come intervenire nel settore della famiglia con disabilità, per evitare che altre vite restino schiacciate “sotto il peso della soma”»

Comme à la guerre

«Più che la fatica fisica e il progredire dell’età – scrive Giorgio Genta – il familiare della persona con disabilità gravissima teme tutto ciò che ostacola il suo libero mandato, come la burocrazia esasperante, i servizi che spesso non sanno rapportarsi con lui in maniera positiva e costruttiva e l’incapacità, da parte dei politici, di tradurre in realtà quelle leggi che ne sosterrebbero efficacemente l’amorevole azione di cura»

Gli Oscar 2013 e il disagio psicofisico e mentale

«A volte – scrive Stefania Pizzi, riferendosi ai recenti Oscar cinematografici – un po’ più di coraggio servirebbe a premiare film coraggiosi e magari un po’ scomodi». Un rapido excursus dedicato alle opere “Amour”, “Il lato positivo” e “Re della terra selvaggia”, tutte incentrate – in modo più o meno diretto – sul disagio psicofisico, mentale e anche sociale