Opinioni

L’omaggio più giusto

L’omaggio più giusto

«Oggi – scrive Franco Bomprezzi – penso soprattutto a quei genitori che nel mondo della disabilità vivono l’esperienza più dolorosa e innaturale di sopravvivere ai loro figli e penso che vorrei un mondo ove il ruolo di cura parentale non fosse così totalizzante ed esclusivo. È in questa dimensione che occorrerebbe ripensare e riempire di azioni concrete e non solo di fondi il nostro welfare»

A volte basta la parola

Tra il 1959 e il 1972 l'attore Tino Scotti pronunciò il celebre slogan "Basta la parola!", nei caroselli televisivi dedicati a un noto farmaco lassativo

Strana la sensazione vissuta durante una vacanza alle Canarie, sorta di “equilibrio disarmonico”, quello cioè di vivere da un lato una situazione di relativa accessibilità, ma dall’altro di sentirsi sempre “marchiati come diversi” da un termine come “minusvalidos”. «Ma forse – scrive Simone Fanti – è solo questione di tempo e anche la cultura della diversità si farà strada»

Storie di Francesca, Rodolfo e Giulia

Storie di Francesca, Rodolfo e Giulia

In una società dove occuparsi delle persone con disabilità sembra quasi sia considerato “un lusso”, le storie di Francesca, Rodolfo, Giulia e dei loro genitori costituiscono purtroppo una condizione comune alle famiglie che hanno al loro interno un figlio disabile, storie tenute insieme da un cemento che sin troppo spesso si chiama solitudine, rassegnazione, abbandono

Epilessia e farmaci: la crisi non diventi un alibi

Epilessia e farmaci: la crisi non diventi un alibi

Abbiamo seguito quasi quotidianamente, nelle scorse settimane, lo sciopero della fame attuato dal Segretario dell’AICE (Associazione Italiana Contro l’Epilessia), per combattere l’acquisto oneroso di due farmaci antiepilettici, ma anche in favore dei diritti di tutte le persone affette da patologie croniche e invalidanti. Su quella battaglia, non ancora completamente vinta, è sempre necessario tenere alta l’attenzione

Progetti individualizzati come “porta d’accesso”

In una situazione ritenuta di «paralisi totale del sistema regionale di protezione sociale dei Cittadini» e in vista della nuova programmazione 2013-2015, secondo l’ANFFAS Sicilia, la soluzione, per le persone con disabilità, non può che stare nei progetti individualizzati, elaborati valutando globalmente i fabbisogni delle persone stesse

Quei “maratoneti della disabilità”

Non un evento paralimpico, ma una particolare “gara” simbolica, riservata ai familiari di persone con disabilità gravissima, sempre più spesso carichi di anni e di fatica assistenziale, il cui obiettivo è quello di spostare più in là il “traguardo”, facendo bene attenzione a non tagliare il nastro che unisce la loro esistenza a quella dei figli

La sordità è complessa, ma l’importante sono le persone

«Il mondo della sordità – scrive Claudio Arrigoni – è certamente complesso, con strade diverse al proprio interno, ma in esso dovrebbero esserci dialogo, dibattito, apertura. A volte, però, quelli che dovrebbero essere “esperti” si fanno guerra fra di loro. A sostegno di tesi. Invece l’importante sono le persone. Come sempre»

Come si può restare indifferenti?

Come si può farlo, di fronte a quelle decine di persone con gravissime disabilità che stanno attuando lo sciopero della fame, mettendo a rischio la loro vita, per avere soprattutto garanzie sul rifinanziamento del Fondo Nazionale per la Non Autosufficienza? E per raggiungere il pareggio di bilancio, si possono bellamente ignorare le norme nazionali e internazionali che tutelano i diritti umani?

Una bambola contro il buonismo

«È una bambola handicappata, trattatela come una vera disabile!»: e così, stanchi di essere considerati come dei “bambolotti”, oggetto di pietà e di buonismi, i componenti della Cooperativa per la Vita Indipendente di Göteborg (GIL), in Svezia, hanno messo appunto in commercio una bambola disabile, che sta facendo discutere

Autismo: quel che manca è un vero “sistema curante”

Abbiamo già pubblicato alcune opinioni sulla vicenda vissuta a Verona da un giovane con autismo, scambiato per uno spacciatore e sottoposto a sedazione e radiografia addominale. Oggi diamo ben volentieri spazio alle riflessioni proposte dalla presidente della principale associazione che agisce in quel territorio, in ambito di autismo, vale a dire l’ANGSA Veneto (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici)

All’insegna dell’esclusione e della discriminazione

La speranza che una struttura gloriosa come l’Istituto dei Ciechi di Cagliari possa essere rilanciata all’insegna di un moderno processo di inclusione delle persone con disabilità visiva, sembrerebbe dover sfumare, dopo che proprio queste ultime sono state escluse dal Consiglio di Amministrazione. «Ma continueremo ad operare – scrive Alfio Desogus – per un vero e lungimirante rilancio di una struttura che rimane un riferimento fondamentale per molti Cittadini con disabilità»

Prima di tutto la sicurezza

Un sistema per far sì che un ragazzo che ne abbia bisogno sia sempre rintracciabile probabilmente eviterebbe il verificarsi di situazioni spiacevoli, come quella accaduta recentemente a Verona al giovane con autismo scambiato per uno spacciatore e potrebbe anche contribuire ad aumentare l’autonomia di ragazzi che in genere non sanno comunicare, né usare il cellulare

Agitato, quasi violento, violento…

Tra i tanti quesiti sollevati dalla triste vicenda del ragazzo con autismo di Verona, scambiato per uno spacciatore e sottoposto a sedazione e radiografia addominale, ce n’è uno di fondamentale: «Perché non chiudere il caso, da parte dell’Autorità – scrive Giorgio Genta – con motivate scuse verso la famiglia del ragazzo, anziché arroccarsi nel perfezionismo di chi non sbaglia mai?»

Dall’altra parte dell’Europa

Breve racconto delle impressioni di viaggio riportate da una persona con disabilità in Germania, per visitare una grande fiera degli ausili, e qualche riflessione sulle ragioni per cui, come scrive Davide Cervellin, «noi italiani – che abbiamo inventato l’integrazione scolastica e che ci vantiamo delle leggi per le persone disabili – abbiamo probabilmente fatto scempio delle loro possibilità di essere protagoniste»

Risposta tecnica a un governo di tecnici

È quella data dal Censis, con la sua ricerca realizzata per volontà della Fondazione Serono, dalla quale emerge una semplice verità: l’Italia – al di là di ogni informazione approssimativa o tendenziosa – è tra i Paesi europei che dedicano meno risorse e servizi alla disabilità. «Sono dati – scrive Franco Bomprezzi – che però anche questa volta faranno fatica a trovare spazio nei media generalisti e nelle discussioni dei talk-show»

Errore di persona da parte della Cassazione?

Secondo Giulio Nardone, infatti, che arricchisce ulteriormente il dibattito da noi aperto su quella Sentenza con cui la Corte di Cassazione ha risarcito con un milione di euro una giovane donna nata con la sindrome di Down, è ai genitori e non alla ragazza che si sarebbe dovuto attribuire il risarcimento

Gli occhi belli e stupiti di Giada

Sono persone come Giada, dodicenne affetta da una rara e grave malattia genetica, che durante la Giornata Nazionale dello Sport Paralimpico dell’11 ottobre, scopre l’esistenza di “uno sport anche per lei”, a dare il senso più profondo a tale evento, realizzato da sette anni dal CIP (Comitato Italiano Paralimpico), insieme alla Fondazione Enel Cuore

Inquietanti automatismi

Sono quelli che portano ormai sin troppi organi d’informazione ad associare in modo automatico le notizie riguardanti la disabilità a quelle sulla scoperta di nuovi “falsi invalidi”. È uno dei frutti – e non il solo – delle “crociate contro i falsi invalidi” lanciate per mesi e mesi dall’INPS e riprese da molti senza troppi distinguo, un frutto che provvedimenti come quelli allo studio in questi giorni renderanno ancor più “amaro”

Alla ricerca di un nuovo mondo

Gli antichi la credevano piatta. Poi, quando si capì che la Terra era rotonda, l’America venne scoperta cercando le Indie. Era il 12 ottobre 1492 e oggi – “solo” 520 anni e tre giorni dopo – di “piatto”, secondo Alessandro Pecori, c’è ben altro, dal modo con cui pensano e agiscono coloro che hanno il potere di decidere, fino a una diffusa cultura che non sa più capire la differenza tra finzione e realtà

Eugenetica finanziaria e regresso culturale

«È ancora presto – scrive Giorgio Genta – per dire se una visione dell’economia avulsa dalla società porterà davvero a sanare le magagne finanziarie del nostro dissestato Paese, anche se i dubbi in materia sono numerosi e ben motivati. Quello che è certo, invece, riguarda il regresso culturale che solo dieci anni fa sarebbe apparso impensabile. E due recenti fatti di cronaca ben lo dimostrano»