Opinioni

Ma chi ha ragione su quella Sentenza?

«Le persone con sindrome di Down - scrive Gianfranco Saklbini - non sono la loro sindrome: sono prima di tutto persone!»

Nell’interessante dibattito aperto su queste pagine dalla Sentenza con cui la Corte di Cassazione ha risarcito con un milione di euro una giovane donna nata con la sindrome di Down – tema sul quale sono intervenuti, tra gli altri, Franco Bomprezzi e Salvatore Nocera – si inserisce anche Giorgio Genta, che tenta di cogliere il comune sentire di due tesi da lui ritenute «solo apparentemente contrapposte»

Meditate, gente, meditate…

Meditate, gente, meditate…

«Mentre a quanto pare si “punta” sull’assoggettabilità all’IRPEF delle pensioni di invalidità e a dimezzare la retribuzione dei tre giorni di permessi per assistere i familiari con disabilità – scrive Vincenzo Gallo, commentando quanto emerge dal Disegno di Legge di Stabilità – non sembrano essere stati tagliati adeguatamente gli sprechi e i privilegi, né scalfiti i redditi del 10% delle famiglie italiane più ricche»

Discutibile e confutabile il messaggio che esce da quella Sentenza

La Corte di Cassazione

Continua a far discutere quella recente Sentenza con cui la Corte di Cassazione ha risarcito con un milione di euro una giovane donna nata con la sindrome di Down e dopo le opinioni di Franco Bomprezzi e di Salvatore Nocera, da noi pubblicate in questi giorni, diamo spazio questa volta a quella espressa dal Centro di Ateneo di Bioetica dell’Università Cattolica di Milano

Quella Sentenza riflette il comune modo di pensare

Quella Sentenza riflette il comune modo di pensare

«Dissento dall’interpretazione che Franco Bomprezzi ha dato di quella Sentenza con cui la Cassazione ha risarcito con un milione di euro una giovane donna nata con la sindrome di Down»: lo scrive Salvatore Nocera e ne spiega le ragioni, pur dichiarandosi convinto che Bomprezzi abbia voluto «costringere tutti a riflettere su come la società veda ancora la disabilità come una “disgrazia” o una “sventura”»

Comportamenti che cancellano l’handicap

Comportamenti che cancellano l’handicap

Lo è, ad esempio, quello di un’autista di autobus, che saluta una donna in carrozzina, le apre con accortezza la pedana e la fa tranquillamente salire sul mezzo. Comportamenti da prendere ad esempio e da raccontare anche nelle scuole, per spiegare la stessa differenza che passa tra il deficit e l’handicap

Quel supervitalizio per inabilità

Secondo Giorgio Genta, «il vero trauma della vicenda di Alberto Sarra, sottosegretario alla Presidenza della Regione Calabria, dichiarato “persona inabile a proficuo lavoro”, sta nelle cifre: quasi 7.500 euro al mese di vitalizio, una settimana per il riconoscimento di inabilità e poche settimane per la concessione dell’indennità». Un’indennità, per altro, rifiutata da Sarra, che però ha incassato più di trenta mensilità di arretrati…

La vita “a muso duro” di Pierangelo Bertoli

A dieci anni dalla morte di Pierangelo Bertoli, avvenuta esattamente il 7 ottobre 2012, diamo spazio a un ricordo di Franco Bomprezzi, che più volte intervistò il cantatutore, anche per parlare di un tema – la disabilità – che cercava quasi sempre di evitare

Quel retrogusto di carattere eugenetico

Qualcuno troverà ineccepibile la Sentenza con cui la Cassazione ha deciso di risarcire con un milione di euro non i genitori, ma una giovane donna con sindrome di Down, per essere “nata così”, a causa dell’errore di un medico. «Io invece – scrive Franco Bomprezzi – sono molto turbato dalle conseguenze logiche e morali di una Sentenza che sancisce come “nascere con una disabilità sia un disastro”!»

Autistico o spacciatore?

Episodi come quello accaduto a Verona, ove un giovane con disturbi autistici è stato scambiato per uno spacciatore, dovrebbero far riflettere su come la società – e i suoi “guardiani”, in altre occasioni meritevoli – dovrebbe adottare comportamenti più “comprensivi” e “tolleranti”, nel senso di “capire” o “cercare di capire” e di “sopportare” come un fatto naturale il “peso” della diversità

La protesta nel Veneto (e un cambio totale di rotta)

Nel giorno della grande manifestazione di protesta promossa a Treviso dalla FISH Veneto (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), per protestare contro i continui tagli dei servizi essenziali alle persone con disabilità e alle loro famiglie, la stessa Federazione articola ulteriormente le ragioni dell’iniziativa e segnala anche quanto siano cambiate – nel corso di quindici anni – le opinioni del sindaco di Treviso Gian Paolo Gobbo…

Una “categoria umana” a rischio di estinzione

Sono le persone con “disabilità gravissima” o, in altre parole, quelle che “necessitano di supporti assistenziali di particolare intensità”, che esistono, ma che tra poco rischieranno di non esistere più, se non si provvederà urgentemente, con umanità e con giustizia, alla loro sopravvivenza e a quella delle loro stremate famiglie

Contro ogni strumentalizzazione del disability manager

La SIDiMa (Società Italiana Disability Manager) sottolinea il rischio che il mondo politico possa appropriarsi della tematica legata a una figura – come quella del disability manager – che per essere efficace, richiede invece professionalità specifiche, esclusivamente al servizio delle persone con disabilità e delle loro famiglie. Anche per questo si sta pensando a una norma nazionale che riconosca ufficialmente il disability manager

Non sono e non sarò mai “diversamente abile”

«Purtroppo è vero – scrive Franco Bomprezzi – la gente ti guarda e ti etichetta, sempre più. Più di prima, più di dieci anni fa, forse ancor più di trent’anni fa. Forse perché il mondo della disabilità è più organizzato, visibile, combattivo. Forse perché riusciamo a parlarne, a discuterne, anche nelle difficoltà di un welfare che boccheggia. Ma una cosa è certa: non autorizzo nessuno a pensarmi o a definirmi come “diversamente abile”»

Saviano e la trappola delle parole

«Caro Saviano – scrive Franco Bomprezzi, riferendosi alla trasmissione di Fabio Fazio, andata in onda il 1° ottobre – applausi per aver scelto un tema di grande presa, ma molto trascurato dai media. Però gli argomenti che hai usato sono stati cuciti con il filo della retorica e del sentimento e l’espressione “diversamente abili” è proprio quella preferita dai politici che tu ami criticare»…

È la parità di bilancio bellezza…

«Vi è – scrive Nicola Panocchia – o forse vi era, una politica, vorrei dire un ideale, che vede accomunati i diversi Stati europei e che li differenzia anche da altre democrazie, una politica su cui avrebbe potuto fondarsi l’Europa dei Cittadini: è il sistema del welfare presente in tutta Europa, nella sue diverse declinazioni, inglese, scandinavo, francese, italiano, tedesco. Non è stata scelta questa strada»

Gli anni spezzati delle nostre vite

«Sono quelli – scrive Giorgio Genta – in cui un destino crudele ci ha colpito nella cosa più cara, la salute dei nostri figli, segnando un solco insormontabile tra il prima e il dopo» E si chiede: «Ma come abbiamo fatto a sopravvivere a tanti dolori e a tante fatiche? La risposta è semplice e la conosciamo perfettamente: perché ne valeva la pena»

Marta, non vedente, che “guarda” meglio di tanti altri

Il blog “True Realities”, ideato e realizzato da Marta Pellizzi, giovane donna con disabilità visiva, fa emergere infatti, come scrive Simone Fanti, «le persone, i loro desideri, le passioni, le lotte e le sfide, i pensieri… la voglia di essere visti per quello che realmente sono, persone e non disabili. E alla fine la non vedente Marta “guarda” meglio di tanti di noi, vede il bello e la ricchezza che ognuno porta con sé»

Noi, ordinari protagonisti

«Auspico con tutto me stesso – scrive Pietro Pellillo, riflettendo sulle tante storie di disabilità all’insegna della “straordinarietà”, elogiate dalle Istituzioni e narrate dagli organi d’informazione – che le persone con disabilità, evitando di contribuire alla “mitizzazione dello straordinario”, partecipino, intervengano e diventino “ordinari protagonisti”, nella normale, quotidiana realtà di vita

“Portatori di furto”

«Erano proprio gli assessori – scrive Franco Bomprezzi – i parlamentari, i portaborse e portavoce, i segretari di partito (non tutti, per carità…) ad apprezzare e ripetere gioiosi l’espressione “diversamente abili”. L’avevano adottata con entusiasmo. Era proprio il massimo del solidarismo compassionevole. Che dire ora di quei “portatori di furto” che rubano i nostri sogni, le nostre speranze, la nostra vita?»

Giustizia e Libertà

In questi tempi di grandi difficoltà, non c’è né l’una né l’altra, per le persone con disabilità e le loro famiglie. «Ma senza Giustizia e senza Libertà – scrive Giorgio Genta – si regredisce ai periodi bui della storia, al trionfo della sopraffazione e delle ideologie deliranti»