Opinioni

Il passo in più sarà mostrare tutta la realtà

Il piccolo Sebastian White, bimbo con la sindrome di Down scelto come "modello" in Gran Bretagna, dalla catena Marks & Spencer

Viva la scelta della catena inglese Marks & Spencer, che ha voluto il piccolo Seb, bimbo con la sindrome di Down, come “modello” per i propri vestiti: la strada giusta è tracciata. «Ma – scrive Claudio Arrigoni – non bisogna aver paura di percorrerla tutta, per non cadere in quegli stessi stereotipi contro i quali ci battiamo». Rappresentando, cioè, solo la “parte elitaria” delle persone con disabilità

Non è tempo di buon senso in economia

Non è tempo di buon senso in economia

«Sono sicuramente da condividere – scrive Vincenzo Gallo – i tagli agli sprechi e ai privilegi. Vanno contrastati però con forza quelli finalizzati a colpire le persone più deboli e indifese – persino quelle con gravi disabilità – quando anche Premi Nobel per l’Economia mettono motivatamente in discussione la stessa utilità delle politiche di austerità in periodi di crisi»

La “tratta degli invalidi” è un’offesa per tutti

Una persona con disabilità che chiede l'elemosina

«Invalido e mendicante. Mendicante perché invalido: chi sfrutta il corpo mutilato – scrive Franco Bomprezzi – agisce nella consapevolezza di potersi muovere in una terra di nessuno, ai “confini della realtà”. Il danno per queste persone è evidente e irreparabile, anche dopo l’arresto degli sfruttatori. Ma il danno complessivo all’immagine sociale della disabilità è altrettanto disastroso»

C’è bisogno dello “strumento-testa”

Il presidente della Repubblica Napolitano con Oscar De Pellegrin, portabandiera della Nazionale Italiana alle Paralimpiadi di Londra 2012. De Pellegrin, vittima di un infortuino sul lavoro, tornerà al Quirinale il 12 ottobre, in occasione della Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro, promossa dall'ANMIL

«Evidentemente – scrive Francesco Fusca, riflettendo su Paralimpiadi e dintorni – se Aimee Mullins, atleta senza gambe, apre il vocabolario e alla definizione “disabile” trova solo accezioni negative, ciò significa che ci sono ancora “mondi umani diversi”, che non si conoscono, si sfuggono, si boicottano». Ecco perché «c’è un bisogno grandissimo di “fare”, diffusamente e coscientemente, lo “strumento-testa”»

(Non) tutto è relativo

Giorgio Genta (secondo da destra) nell'immagine pubblicata dalla «Stampa» (edizione di Savona), riguardante la visita istituzionale ai lavori in corso per la creazione di Villa Amico a Loano (Savona)

Ad esempio non lo possono essere, scrive Giorgio Genta, «i princìpi riguardanti le persone con disabilità, i loro diritti, le necessità, i desideri e i loro rapporti con il resto del mondo, mondo del quale esse stesse fanno parte». E quegli stessi princìpi si sta cercando di tradurli in realtà a Loano (Savona), lavorando a una casa famiglia (Villa Amico) demedicalizzata e all’insegna dell’inclusione

Una scuola a pezzi (in tutti i sensi)

Non sono certo confortanti i dati resi noti da Cittadinanzattiva, nel suo nuovo Rapporto sulla sicurezza, la qualità e il comfort degli edifici scolastici e anche qui – per le persone con disabilità – la situazione è ancor più penalizzante, tra barriere, ascensori assenti e bagni inaccessibili. Ma per molti di questi alunni, purtroppo, i problemi sono anche ben altri

Proviamo a stare dalla stessa parte, pur con opinioni diverse?

Si arricchisce di una voce in più il dibattito cui abbiamo dato spazio nei giorni scorsi, riguardante la cultura della disabilità uditiva e la comunicazione da parte delle persone sorde. E anche questa volta, pur nella diversità delle opinioni, emerge chiaramente quel filo comune evidenziato nei precedenti interventi, ovvero la volontà che tutte le persone sorde possano essere protagoniste della loro vita

Ma le preoccupazioni permangono

Infatti, non servono certo a fugare lo stato di incertezza e di preoccupazione sul futuro delle persone con disabilità e delle loro famiglie, le recenti parole del sottosegretario alle Politiche Sociali Maria Cecilia Guerra, nonostante la dichiarata «grande attenzione nei confronti delle persone con disabilità» e l’impegno a rispettare anche la Convenzione ONU

Mangiare troppo può nuocere alla linea

All’opposto della categoria di “certi politici”, che non sembrano proprio seguire corretti “principi dietetici”, vi sono le persone con disabilità. «Umana giustizia – scrive Giorgio Genta – vorrebbe un certo equilibrio nella bilancia: togliere qualcosa (abbastanza) a chi ha troppo e del troppo fa un pessimo uso e darlo a chi non ha quasi nulla e spesso di questo “quasi” fa un uso virtuoso»…

Alla ricerca di un BenEssere comune

Riceviamo e diamo spazio a un nuovo intervento di Paolo De Luca, dopo le aspre reazioni suscitate da una sua precedente riflessione – da noi pure riprese – riguardante l’insegnamento della LIS (Lingua Italiana dei Segni) all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Il tutto sempre cercando di «non aggrovigliare il filo comune del BenEssere delle persone con disabilità uditiva», per usare le parole dello stesso De Luca

Eppure tutti apprendono!

Lo confermano anche numerose ricerche scientifiche. E allora, si chiede Giuseppe Felaco, «perché gli alunni con disabilità non vengono seguiti “da molto vicino”, come invece si dovrebbe fare? Solo la prossimità al singolo, infatti, permetterebbe di cogliere le diverse modalità di apprendimento e le loro problematiche. E invece la scuola non sembra voler “perdere troppo tempo” per questo»

In questo Paese di artisti

Si mormora che varie ASL del Nord Italia stiano deliberando – in nome della “spending review” – la riduzione da quattro a tre dei pannoloni giornalmente concessi agli aventi diritto, vale a dire persone con incontinenza certificata, sovente con grave disabilità, moltissimi dei quali allettati per tutta la giornata o per la maggior parte di essa. Un ulteriore esborso, per chi vive in famiglia, un vero dramma per chi è ospitato in una struttura

Il sottile significato delle parole

Dire infatti – come ha fatto recentemente il sottosegretario alle Politiche sociali Maria Cecilia Guerra – che «l’indennità di accompagnamento non è mai stata messa in discussione» e che essa «non verrà toccata, ma entrerà nel conteggio dell’ISEE perché lo prevede la legge», aggiungendo poi che saranno «detraibili tutte le spese per la disabilità, alcune in maniera forfettaria, altre se documentate», significa tutto e niente

Disabilità e cyberbullismo

Perché un giornalista bravo e con un forte seguito di ascoltatori non dovrebbe dedicare alla disabilità una puntata del suo programma radiofonico e raccontare di essere il padre di un ragazzo con autismo, soprattutto se lo fa senza pietismo, ma dando voce a persone pacate e ragionevoli che raccontano le difficoltà che caratterizzano la vita delle famiglie in cui vivono persone con disabilità? Eppure a qualcuno dà fastidio…

Raffigurazioni della disabilità

La mostra di un pittore (Sutherland), che mescolava il regno animale, con quello vegetale e quello minerale, come spunto per riflettere su una serie di rappresentazioni, nei secoli, di quella che oggi viene chiamata “disabilità”. «Tutto – scrive Simone Fanti – da vedere con gli occhi e la consapevolezza che avevano ai tempi in cui furono dipinti e commissionati. Oggi possiamo solo parlare delle emozioni che ci trasmettono»

Le persone sorde siano protagoniste della loro vita

Fa discutere l’opinione espressa su queste pagine da Paolo De Luca, che aveva giudicato come un segno di «regresso culturale» l’assunzione di una persona sorda madrelingua di LIS (Lingua Italiana dei Segni), per insegnare quest’ultima all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Una posizione aspramente contestata da Giovanna Palma e Marco Luè. Con un filo comune, tuttavia, vale a dire la volontà che tutte le persone sorde possano essere protagoniste della loro vita

Paralimpiadi: cambio di passo culturale

Al di là infatti delle cifre clamorose, in termini di partecipazione e di biglietti venduti, come non considerare a livello di “svolta epocale” un evento che per la prima volta ha visto l’opinione pubblica attenta e addirittura appassionata, anche nel nostro Paese? E che dire di quelle 80.000 persone che ogni sera allo Stadio Olimpico di Londra hanno scelto di pagare il biglietto, per vedere delle persone con disabilità fare sport?

Poltrone all’asta?

«Vendere all’asta metà delle poltrone di Palazzo Montecitorio e di Palazzo Madama e destinare il ricavato all’assistenza domiciliare dei disabili “gravissimi”, impiegando i precedenti detentori di quelle poltrone in lavori socialmente utili, con uno stipendio pari alla loro produttività»: è la proposta paradossale – ma non troppo – avanzata da Giorgio Genta, prendendo atto che un modo di governare e legiferare buono anche per le persone con disabilità, sembra davvero un’utopia

No ai ritorni al passato

«Per la prima volta in Italia – abbiamo letto recentemente – un ateneo, l’Università Ca’ Foscari di Venezia, ha assunto un sordo madrelingua di LIS (Lingua Italiana dei Segni), per insegnare la propria lingua». Il fatto è stato presentato come un evento «storico per il nostro Paese». Secondo altri, però, come Paolo De Luca, si tratta invece di un preciso segno di «regresso culturale». Ne riceviamo e ben volentieri pubblichiamo l’opinione

I “gravissimi”: che noia!

«L’insistenza a ripresentare periodicamente il problema dei cosiddetti “gravissimi” – scrive Giorgio Genta – ovvero quelle persone con disabilità complesse che richiedono supporti assistenziali di particolare qualità, intensità e durata, – è generata dall’assoluta mancanza di risposte pratiche alle loro esigenze. E a quelle delle loro famiglie»