Opinioni

Oggi anch’io Cittadina del mio paese

Un'immagine di Castelnuovo Calcea, in provincia di Asti

Forse una maggiore attenzione alle esigenze di ogni persona – comprese quelle con disabilità – può partire proprio dai piccoli centri della provincia italiana, come è accaduto in provincia di Asti, dove a distanza di due anni le cose, in termini di accessibilità, stanno effettivamente migliorando

Tra poco farà freddo, prepariamoci!

«In buona o in malafede - scrive Rosa Mauro - ci danno dei “poverini” o ci dicono: "Ma lei come è forte, e come è stata brava con suo figlio!". Ma io questo discorso voglio completamente ribaltarlo e affermare che è stato mio figlio con autismo ad essere bravo con me!»

Nei telegiornali il caldo ha sbaragliato persino lo spread, che faticosamente, ogni due o tre giorni, riconquista il suo spazio. E le persone disabili? Non pervenute. D’estate si arrangiano. Se ne stanno a casa, così rompono meno le scatole, con quell’assurda richiesta di muoversi liberamente in città, al mare e in montagna…

Il sole è di tutti

Il sole è di tutti

E l’obiettivo di queste settimane di agosto sarebbe che gli italiani si accorgessero improvvisamente di una vera e propria “invasione di alieni”, gente di ogni tipo, alta, bassa, larga, semovente o spinta da qualcuno, elettronica o manuale, con le stampelle o con il bastone bianco, giovani e meno giovani…

Il cugino di mio cognato va a lavorare da solo…

Il cugino di mio cognato va a lavorare da solo…

Duro, per una persona con disabilità, difendersi dalle incursioni di “simpatici”, “sorridenti”, “sopravvissuti” e soprattutto di quei “supereroi” che tengono sempre in serbo qualche buon esempio…«Penso – scrive Roberto Rosso – che mi sentirò realmente parte della società, quando nessun “supereroe” mi citerà le performance del cugino di suo cognato, ma credo purtroppo che sia una speranza ancora troppo remota»

Per i ciechi senza lavoro c’è solo l’esclusione sociale

Louis Braille (1809-1852)

Lo dichiara il presidente dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), nel concludere una riflessione sullo stato di emergenza di lavoro dei ciechi e degli ipovedenti, prodotta in occasione della XVII edizione del “Premio Louis Braille”, tradizionale manifestazione promossa dall’UICI stessa, in programma per il 31 luglio a Roma

Il cambiamento passa da qui

Alla fine la giovane Nicole, diciottenne con sindrome di Down, ha potuto vivere una bellissima settimana di vacanza, ospite della Capitaneria di Porto di Savona. «Ma all’origine – scrive Franco Bomprezzi – c’è un’idea di dignità e di pari opportunità, ragionata, non incosciente, matura. Una famiglia che non si limita ad “accettare” Nicole, ma che scommette – con attenzione – sul suo carattere, sui suoi desideri, sulla sua vitalità. Il cambiamento passa da qui»

Pollice verso per quella Legge del Piemonte sui sordi

«I Consiglieri che hanno votato questa legge conoscono molto poco la realtà degli alunni e delle persone sorde»: lo dichiara Antonio Cotura, presidente della FIADDA, dopo l’approvazione, in Piemonte, della Proposta di Legge Regionale “Disposizioni per la promozione del riconoscimento della lingua dei segni italiana e per la piena partecipazione delle persone sorde alla vita collettiva”

Una settimana di viaggio in carrozzina, per tutti

E in particolare per quei tanti dipendenti delle aziende di trasporto pubblico che proprio non sembrano voler capire come una persona in carrozzina, manuale o a motore, resti sempre e comunque una persona e come tale chieda di essere trattata. In altre parole, come commenta Maddalena Botta, «quanto ancora siamo lontani da una società inclusiva anche per le persone con disabilità»!

“Persone con politicità”

Solo uno “scherzo di mezza estate”, quello con cui Giorgio Genta individua una nuova “patologia”, ovvero la politica intesa come professione, rifacendosi, per le varie categorie, ai diversi livelli di disabilità individuati nella bozza di Decreto che sta per revisionare l’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente)? Il giudizio passa ai Lettori

Non è colpa mia, se sei disabile!

Quando la frase scortese, ma chiara, di una persona di fronte alla disabilità può suscitare alcune riflessioni sul concetto di “colpa” e su una certa “morale buonista di facciata”, sperando caldamente che tutto ciò non sia invece il segno di un’egoistica volontà di emarginazione che si sta affermando nella società

E se non c’è la salute?

Di fronte al proverbio che recita «Finché c’è la salute…», sarebbe forse meglio dire «finché c’è la qualità della vita»… E in ogni caso, «nel mondo della standardizzazione – scrive Roberto Rosso -, dove noi disabili reclamiamo la possibilità di esistere, combattendo i vari luoghi comuni, è giusto sperare in un futuro privo di barriere e di confini, senza che però ciò avvenga a scapito di ciò che ci rende inesorabilmente ciò che siamo»

Stranezze dei nostri tempi

In analogia ai sarti famosi, i “banchieri” dei nostri tempi e di casa nostra sono dotati di grandi forbici con le quali assestano tagli spaventosi, che pudicamente nascondono dietro brevi denominazioni tratte dal miglior glossario anglosassone, sperando che non si veda troppo il sangue uscire copioso dalle ferite prodotte. E come sempre, nella storia, a soffrirne di più sono proprio quelli che già erano i Cittadini più deboli

Persone, non “pacchetti di figurine”

Da una parte la legittima e doverosa lotta a chi truffa, dall’altra chi avrebbe diritto a una visita di accertamento dignitosa, rispettosa delle difficoltà altrui, fatta rispettando le regole fissate dall’INPS stesso: ma non succede sempre, come abbiamo anche noi testimoniato più volte su queste pagine, e troppi onesti Cittadini continuano ad essere trattati come fossero dei “truffatori da sconfessare”

Pane e companatico

In senso figurato, pane e companatico rappresentano da una parte quanto è strettamente necessario, dall’altra il moderatamente superfluo. Riguardo poi alle persone con disabilità e alle loro famiglie, i due termini possono efficacemente indicare ciò che serve per la sopravvivenza fisica e ciò che la rende umana, ovvero tutte cose assolutamente indispensabili

Metti un giornalista a rotelle…

Un caso da manuale di come lo stigma che si appiccica alle persone con disabilità possa giocare brutti scherzi anche a giornalisti “navigati”: è quello di Andrea Venuto, che intervista il ministro Fornero e che anziché essere qualificato come giornalista, diventa “il malato”. Nel frattempo, comunque, registriamo con soddisfazione che nel web il titolo del servizio è stato modificato

Se il ruolo di esorcista fa straparlare

«Se vogliamo lasciarci alle spalle la sbalorditiva similitudine di quel Vescovo – scrive Salvatore Nocera – che per farsi capire dai telespettatori, ha dichiarato che «basta guardare il comportamento di una persona Down o comunque con disabilità intellettiva, per avere un’idea del “diavolo” che compie o fa compiere gesti inconsulti», basta semplicemente pensare alle persone con disabilità come faceva Gesù, ovvero come a dei “suoi fratelli”

Storie di “padri coraggio”

Franco Antonello – padre di Andrea – e Ruggero Vio – padre di “Bebe” – sono certamente due riferimenti fondamentali, per i loro figli, in grado di sostenere le loro scelte e anche le eventuali critiche. Non tutti possono e devono essere così, ma forse grazie a figure come loro, che vanno avanti “a sfondamento”, la disabilità diventa un po’ più “masticata” dal grande pubblico

Bebe sulle orme di Oscar

Un giorno Oscar Pistorius – di cui da qualche giorno è nota la partecipazione alle Olimpiadi – le disse: «Perché non corri anche tu?». E così è iniziata la nuova avventura “con le lame sottili” di Beatrice “Bebe” Vio, schermitrice senza braccia e senza gambe, che sarà tedofora dei “Futuri Paralimpici” a Londra, come ha voluto anche gran parte del Parlamento Europeo

Quel pessimo giornalismo sui “falsi ciechi”

Mancata distinzione tra “cecità” e “ipovedenza”, non vedenti definiti come “falsi ciechi” se chiedono di fermarsi al pullman in arrivo o se spazzano il balcone di casa e molto altro: sono quanto meno gravi, le colpe di un cattivo giornalismo sin troppo diffuso, che produce danni morali e culturali e contribuisce a un ulteriore imbarbarimento della società

Quei “moderni gladiatori” che vivono in una bolla dorata

«Nel nostro paese i “moderni gladiatori” e cioè i calciatori vivono in una sorta di bolla immateriale che, salvo rare eccezioni, li mantiene avulsi dal quotidiano, al limite dell’incapacità di badare agli affari correnti di natura burocratica, che affaticano invece ogni persona che non pratica, ad alti livelli, l’arte pedatoria»: così è stata archiviata la posizione di quei calciatori del Bologna che avevano abusamente usato il contrassegno per disabili…