Opinioni

E la discriminazione verso il lavoro autonomo? Non se ne parla proprio!

E la discriminazione verso il lavoro autonomo? Non se ne parla proprio!

«Creare un’impresa – scrive Antonio Giuseppe Malafarina – vuol dire adempiere ad una serie di atti che impattano con le barriere ancora presenti nell’odierna società, quindi concepire dei facilitatori per l’accesso al lavoro autonomo e imprenditoriale delle persone con disabilità è un dovere legale. Nondimeno morale e culturale. Mi domando perché esista questo vuoto, parecchio discriminatorio. E mi domando quando cominceremo a batterci per l’esercizio del diritto al lavoro autonomo e imprenditoriale»

I chili di troppo vanno accettati, ma non possono essere un vanto

L'attore Brendan Fraser, recente vincitore dell'Oscar per il film "The Whale"

«L’obesità, come l’anoressia, sono cause di disabilità – scrive Antonio Giuseppe Malafarina, a proposito del recente film “The Whale”, che ha visto il protagonista Brendan Fraser vincere il Premio Oscar -, bisogna considerarle con oculatezza. No all’insulto, a quella leggera e dolorosa battutina sui chili di troppo e men che meno al “body shaming”, la discriminazione sull’aspetto fisico. Ma non va nemmeno esaltata una condizione di salute a rischio»

Giornata delle Persone con Sindrome di Down: non richieste, ma diritti

Giornata delle Persone con Sindrome di Down: non richieste, ma diritti

«Il tema della Giornata Mondiale delle Persone con Sindrome di Down di oggi, 21 Marzo – scrivono dall’ANFFAS – viene indicato come la chiave per un approccio alla disabilità basato sui diritti umani che possa concorrere a superare il modello obsoleto di “carità della disabilità”. In tale ottica auspichiamo che questa Giornata possa contribuire a rafforzare la consapevolezza su una serie di punti che non sono richieste, ma diritti di tutte le persone con sindrome di Down e di tutte le persone con disabilità, che non dovrebbero più essere evidenziati, per la loro mancanza, in Giornate apposite»

Noi, docenti fuori ruolo, da vent’anni tra precariato e discriminazioni

Noi, docenti fuori ruolo, da vent’anni tra precariato e discriminazioni

«Siamo docenti collocati fuori ruolo a tempo indeterminato, idonei al proficuo lavoro anche in presenza di condizioni cliniche quali malattie croniche o subacute, invalidità e/o disabilità acquisite, aggravate o più recentemente legate agli eventi pandemici. Da vent’anni viviamo in una situazione di precarietà e discriminazioni e recentemente abbiamo inviato un nuovo appello a Istituzioni, Sindacati, Associazioni e Organi di Stampa, per fermare le discriminazioni e migliorare le nostre condizioni»: riceviamo e ben volentieri pubblichiamo dal Coordinamento Docenti Collocati Fuori Ruolo

Il 2 Aprile e la centralità dei diritti

Gabriele, persona adulta con autismo, figlio di Gianfranco Vitale

«È necessario trasformare il 2 Aprile – scrive Gianfranco Vitale -, Giornata Mondiale per la Consapevolezza dell’Autismo, in un’occasione non solo di testimonianza, ma anche, direi innanzitutto, di lotta e impegno civile, in cui le famiglie portino all’attenzione delle istituzioni e della cittadinanza la richiesta di un immediato cambio di passo che trasformi le promesse, sempre facili e demagogiche in certe occasioni, in provvedimenti concreti, nella direzione del cambiamento. Perché è urgente riappropriarsi dei diritti che ci sono negati»

Diritti delle persone autistiche: la Giustizia ha dato un segnale forte e chiaro

«Quando assunsi la difesa di Antonio Riggio – scrive l’avvocata Ivana Consolo -, per una vicenda riguardante suo figlio autistico Gaetano e tutta la sua famiglia, ho fortemente voluto credere che questa volta la Giustizia avrebbe dato un segnale forte e chiaro… e fortunatamente così è stato! Volevamo che dalla disavventura di una famiglia potesse alzarsi forte un monito per chiunque calpesti i diritti dei ragazzi autistici; volevamo che da una spiacevole vicenda potesse nascere qualcosa di buono per tutti. Ebbene, ci siamo pienamente riusciti!»

Nessuno può decidere di sopprimere una persona

«Nessuno può decidere di sopprimere una persona, nessuno può o potrebbe decidere della vita e di quale qualità di vita di un’altra persona sia accettabile, nessuno dovrebbe sovrapporsi o sostituirsi ad un’altra persona, ogni persona con disabilità dovrebbe poter esprimere la sua idea di vita (e anche di morte), e scegliere in uno Stato che proponga soluzioni differenti e dignitose»: lo scrive Simonetta Cormaci, donna con disabilità, in questo suo prezioso contributo sui casi di omicidio-suicidio attuati dai/dalle caregiver a danno di se stessi e della persona con disabilità di cui si curano

Docenza dopo docenza, sindaco dopo sindaco e ora anche Oscar dopo Oscar

Un docente universitario o una consigliera comunale con sindrome di Down, un sindaco con un’altra forma di disabilità intellettiva: sono realtà ormai datate, ma che continuano a suscitare stupore, se non incredulità, da parte degli stessi “addetti ai lavori”. Dopo quindi che la notte scorsa un attore con sindrome di Down è salito sul palco di Los Angeles, per ritirare un Premio Oscar, quest’altro evento fa sperare che docenza dopo docenza, sindaco dopo sindaco, e ora anche Oscar dopo Oscar, la società tutta percorra finalmente quel piccolo, grande passo di nuova consapevolezza sulla disabilità

Vivere con una disabilità, oggi

«Vivere con una disabilità oggi in Italia – scrive Salvatore Cimmino – significa avere bisogni inespressi, cercare risposte dalle Istituzioni che latitano, rinunciare a frequentare con regolarità la scuola, non poter girare liberamente per le città, non avere un lavoro. Significa, in definitiva, dover rinunciare ad abbracciare il mondo. Eppure, siamo, viviamo, esistiamo, non siamo alieni, e al pari di tutti, siamo persone fisiche con capacità giuridica e di agire. Vorrei quindi ricordare in particolare a tutta la classe politica che i diritti delle persone con disabilità sono diritti umani»

Caregiver: quando si passerà dalle parole ai fatti?

«Viste e sentite tutte le parole che sono state usate su questo tema dei nostri diritti, vorremmo sapere quando si passerà dalle parole ai fatti per dare concrete risposte a chi si sacrifica ventiquattr’ore al giorno per trecentosessantacinque giorni all’anno e che spesso sono donne»: lo scrivono le caregiver familiari del Comitato Uniti per l’Autismo, rivolgendosi direttamente al Presidente del Consiglio, in occasione della Giornata Internazionale della Donna di oggi, 8 Marzo, e in vista del 2 Aprile, Giornata Mondiale della Consapevolezza dell’Autismo

Judy Heumann, che ha diffuso il “virus” dell’autonomia e dell’autodeterminazione

«La scomparsa di Judith Heumann – scrive Giampiero Griffo – leader mondiale del movimento per i diritti delle persone con disabilità, lascia un vuoto incolmabile nel campo dei tanti àmbiti di lavoro cui ha dedicato la vita, trasmettendo il “virus” dell’autonomia, dell’autodeterminazione, dell’indipendenza e della piena partecipazione. La sua storia ci insegna che le persone con disabilità non devono dipendere dalle decisioni di tecnici e professionisti, ma sono cittadini come gli altri e quindi essi stessi devono essere il motore del cambiamento sociale e culturale e della loro emancipazione»

Quel silenzio che fa male

«Il silenzio, la sofferenza e l’isolamento di tante persone con disabilità psichica e intellettiva – scrive Marino Bottà – e la disperazione delle famiglie non possono attendere oltre». E conclude: «È ora di riformare la Legge 68/99 (“Norme per il diritto al lavoro dei disabili”) e il sistema del Collocamento Disabili! Ma questo avverrà solo se ci faremo sentire!»

Sergio Rigotti, che sostenne l’idea un po’ “folle” di un museo tattile

«Nel lontano 1986, Sergio Rigotti fu tra i primissimi a prestare orecchio alla fantasia un po’ folle e un po’ visionaria di chi proponeva la creazione di un museo tattile che non esisteva in nessuna parte del mondo. Senza i suoi consigli e la sua esperienza di uomo di scuola e di museologo, non sappiamo se il Museo Omero avrebbe mai visto la luce, e forse oggi sarebbe diverso da ciò che è»: lo scrive Aldo Grassini, presidente del Museo Tattile Statale Omero di Ancona, ricordando il professor Sergio Rigotti, nel trigesimo della sua scomparsa

Storie di “fragili” nel Paese delle mancanze

«Nel suo intenso saggio “Dove siete tutti? Storie di ordinaria ingiustizia intorno alla disabilità e alla fragilità sociale” – scrive Elisabetta Piselli – Cristina Carpinelli, giornalista, ma soprattutto donna con umanità e sensibilità spiccate, racconta di come ci sia una città nella città, una società nella società, in un Paese dove mancano tantissime cose, ma non mancano le risorse personali di tantissime persone, che sono andate oltre difficoltà immense. Sono le storie di persone vere, raccontate nel libro»

E se rinunciare alla gita scolastica diventasse “contagioso”?

Dopo che qualche settimana fa una classe di scuola elementare dell’Aquilano si era rifiutata di proseguire la gita, quando si era bloccata la pedana dell’autobus, non consentendo a un compagno con disabilità di scendere dal mezzo, a Palermo una classe di scuola media ha rinunciato alla gita per l’imposizione, da parte della dirigente scolastica, della presenza di un genitore assieme a una ragazza con disabilità, nonostante, a quanto sembra, non ve ne fosse affatto bisogno. Che quell’esempio cominci a diffondersi? E se diventasse contagio? Ce lo auguriamo vivamente

La Scuola se la deve “meritare” prima di tutto chi ci lavora

«La parola “merito” – scrive Francesca Palmas – è prepotentemente entrata a far parte dello scenario già piuttosto confuso e maltrattato dell’Istruzione, dal Ministero in primis alla più piccola Scuola di periferia. Ma sono sempre più convinta che la parola merito nella Scuola non vada associata ai nostri ragazzi e ragazze, che la rendono viva e piena di Senso, ma principalmente a chi vi è occupato, nessuno escluso». E conclude così: «Meritiamoci la Scuola, nel suo significato più alto e più pieno. Investiamo nel nostro presente, oggi, in una Scuola che sappia “prendersi Cura” di ciascuno»

I diritti umani devono essere garantiti a tutti, nessuno escluso.

«Nel dibattito politico avviato in previsione della prossima discussione del bilancio del Comune di Milano – scrivono dalla Federazione LEDHA -, alcuni quotidiani locali hanno dato notizia della presentazione di un emendamento che intende “dirottare le risorse destinate ai campi Rom sulle barriere architettoniche”. Si tratta di una proposta che non è possibile condividere Anche gli interventi di abbattimento delle barriere necessiterebbero di consistenti e sostanziosi finanziamenti Perché i diritti umani devono essere garantiti a tutti, nessuno escluso»

Quel Bonus Barriere dalla vita troppo corta

«Il recente Decreto-Legge del 16 febbraio – scrivono varie organizzazioni in questa lettera aperta, rivolta al Governo, al Parlamento e alle Istituzioni tutte – ha inferto un duro colpo al Bonus Fiscale sulle Barriere Architettoniche, cancellando la possibilità di cessione del credito e sconto in fattura. Ma perché equiparare la gestione di un Bonus fondamentale per l’integrazione dei più fragili con i Bonus e i Superbonus per le ristrutturazioni? Chiediamo dunque al Parlamento, in sede di conversione del Decreto, di valutare attentamente tale decisione»

Grazie, impianto cocleare!

Domani, 25 febbraio, sarà la Giornata Mondiale dell’Impianto Cocleare, data in cui ricorrerà il 66° anniversario del primo intervento al mondo di impianto cocleare, eseguito nel 1957 a Parigi. In Italia si iniziò qualche anno dopo, nel 1983, ma «a quarant’anni da allora – scrivono dall’Associazione APIC – la storia continua, pur in un percorso a volte ancora difficile, ma un percorso “immenso” di cui è impossibile descrivere le emozioni che bambini e adulti, operatori sanitari, educatori, genitori, familiari e amici hanno provato e provano, scoprendo il suono e il rumore»

Caro mio Braille, care mie dita

Diamo ben volentieri spazio alla bella testimonianza prodotta in occasione della recente Giornata Nazionale del Braille del 21 febbraio da un socio dell’Associazione ANFAMIV di Udine, «una persona che ha perso la vista in età adulta ma lavorativa», come egli stesso si racconta. «Non è che per caso il Braille – scrive tra l’altro – renda anche più sensibili le persone che lo usano, oltre ad avere dato la possibilità alle persone non vedenti di alzarsi dai gradini delle chiese dove mendicavano, per raggiungere le cattedre universitarie, come dimostrato da Augusto Romagnoli e Pierre Villey?»