Opinioni

Garantire la fantasia ad un bambino con disabilità non è un impegno ma un dovere

(foto dell'Associazione L'abilità)

«Garantire la fantasia ad un bambino con disabilità – scrive Carlo Riva dell’Associazione L’abilità – non è un impegno ma un dovere. E parlare di gioco vuol dire stare nella responsabilità non solo pedagogica, ma politica, di rivedere nei piani sociosanitari ed educativi il progetto di vita quale investimento socioeconomico e quindi di servizi e strutture che devono essere dedicati all’educazione della libertà e del piacere dell’attività ludica»

Quella mancanza di visione sui delicati equilibri della relazione educativa

Quella mancanza di visione sui delicati equilibri della relazione educativa

«In questo provvedimento si riscontra una mancanza di visione, l’ennesima, di natura psico-pedagogica, di quelli che sono i delicati equilibri della relazione educativa»: lo scrive tra l’altro Paola Di Michele, analizzando gli articoli del recente Decreto Legge 71/24 che comportano una serie di innovazioni in àmbito di inclusione scolastica

89 persone autistiche in mezzo alla battaglia tra Comune e Regione

89 persone autistiche in mezzo alla battaglia tra Comune e Regione

«L’odissea di 89 persone con disabilità autistiche ad elevata intensità di assistenza, insieme alle loro famiglie, si sintetizza attraverso due date distanti quasi cinque anni l’una dall’altra. In mezzo vi è una serie di rimandi, omissioni, incapacità nell’intervenire per sanare la loro posizione da parte del Comune di Roma e della Regione Lazio. Per questo stiamo attivando una serie di azioni volte a salvaguardare la salute, la qualità della vita e il futuro dei nostri figli e figlie»: lo scrivono dal Coordinamento Famiglie 983, che prende il nome da una recente Delibera della Regione Lazio

La coerenza ambigua sull’educazione inclusiva

«Il bilancio del processo di inclusione scolastica in Italia - scrive Giampiero Griffo - è stato ampiamente positivo»

«Certo, non tutto va bene – scrive Giampiero Griffo -, ma il bilancio del processo di inclusione nel nostro Paese è stato ampiamente positivo e l’educazione inclusiva è una politica italiana considerata come una buona prassi internazionale. Quale coerenza ha dunque la Lega nel voler da una parte valorizzare le politiche nazionali e nel candidare dall’altra alle elezioni europee il generale Vannacci, pronunciatosi in favore delle classi segreganti, senza convincenti prese di posizione a favore dell’educazione inclusiva e del suo valore economico, culturale, sociale ed educativo?»

Inaccettabile lo svilimento della qualità dell’inclusione scolastica

Inaccettabile lo svilimento della qualità dell’inclusione scolastica

«Con questa nuova normativa emergenziale – scrive Salvatore Nocera, a proposito del Decreto Legge 71/24 che si occupa anche di sostegno didattico -, quale tipo di qualità si realizzerà per formare un’enorme massa di docenti che poi dovrebbero “sostenere” gli alunni con disabilità nel delicatissimo processo di inclusione scolastica? È bene che, finito il chiacchiericcio elettorale, il Parlamento vorrà correggere queste storture con dei radicali emendamenti in sede di conversione in legge e che questi verranno presentati dalle Associazioni dei familiari di alunni con disabilità si è certi»

Amministrazione di sostegno: diamo ascolto alle voci e alle storie delle persone

«Perché la comunità è così sollecita a reagire a idee farneticanti (ma comunque solo ipotetiche) come il ritorno alle scuole speciali per gli alunni e le alunne con disabilità – scrive Simona Lancioni -, ma non lo è in ugual misura in presenza di violazioni concrete dei diritti umani ai danni di persone reali? Viene da chiederselo davanti alle “timide reazioni” che suscitano le numerose storie di abusi nell’applicazione dell’amministrazione di sostegno che la cronaca continua a proporre»

Quel Decreto sulla continuità didattica è necessario, ma va migliorato

«Dissentendo dalle critiche provenienti dalle Organizzazioni Sindacali – scrive Gianluca Rapisarda – giudico positivamente quello schema di Decreto Legge recentemente licenziato dal Governo, che intende garantire una maggiore continuità didattica agli alunni e alle alunne con disabilità. E tuttavia esso può e dev’essere migliorato: solo così, infatti, assicurando inoltre una serie di condizioni “strutturali” , sarà possibile garantire un’effettiva continuità didattica e realizzare a pieno l’inclusione scolastica degli alunni/studenti con disabilità del nostro Paese»

Le sfide per una libera partecipazione delle persone con disabilità alle elezioni

«Auspicando che in futuro siano smantellate le barriere – scrivono dall’Associazione Attiva-Mente della Repubblica di San Marino -, promuovendo un ambiente elettorale più inclusivo e equo, incoraggiamo tutte le persone con disabilità a partecipare attivamente al voto, non solo perché è un dovere civico importantissimo, ma perché è necessario il coinvolgimento di tutti per cambiare e costruire una società che valorizza e protegge i diritti di tutti i suoi membri»

Scuola: urgono chiarimenti dal Ministero su carenze e contraddizioni normative

«Uno dei problemi è stato risolto da una Nota Ministeriale di questi giorni – scrive Salvatore Nocera – ma le contraddizioni normative riguardanti le modalità per richiedere le risorse destinati agli alunni e alle alunne con disabilità permangono. È quindi quanto mai urgente una serie di chiarimenti ministeriali che portino a una soluzione, ove necessario modificando la normativa, in modo da renderla più lineare e di facile comprensione e applicazione, anche per evitare un prevedibile ampio contenzioso»

Storia di un docente con disabilità e di una normativa da cambiare

«Mi hanno assegnato ad una scuola in un’altra Provincia – scrive Alessio Nesi, docente con disabilità – che dista circa un’ora e venti di auto da casa. Ho la miastenia gravis, una malattia autoimmune che mi impedisce di muovermi eccessivamente o di sopportare carichi di lavoro fisico eccessivi e per questo ho chiesto il riavvicinamento a dove abito, ma non mi è stato concesso. Ma è possibile non considerare che il lavoratore con disabilità non ha né la qualità, né l’aspettativa di vita di un lavoratore senza disabilità e che quindi non può essere soggetto agli stessi pedissequi meccanismi?»

Assistenti all’autonomia e alla comunicazione: “fioriscono” Disegni di Legge

«Va registrato – scrive Paola Di Michele – l’incredibile interesse giuridico fatto di varie Proposte e Disegni di Legge, che la categoria degli assistenti all’autonomia e alla comunicazione sembrerebbe avere assunto dopo trent’anni di oblio assoluto e, aggiungo, doloroso, trent’anni in cui si è passati da poche migliaia di operatori all’incredibile cifra di 68.000 operatori, privi dei più elementari diritti sul lavoro e con contratti collettivi al di sotto della soglia di povertà, esclusi dall’inclusione degli alunni e delle alunne con disabilità, ciò che dovrebbe essere il loro mandato»

Non confondiamo il Sessantotto con ciò che è venuto dopo

«Ho letto sull’Agenzia di Stampa “Dire” – scrive Salvatore Nocera – di un intervento del ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara sintetizzato così: “‘Fermare la cultura sessantottina’. E cita il terrorismo: ‘Oggi elementi che ricordano gli anni 70’”. Gentile Ministro, per chi come me ha vissuto il Sessantotto in prima persona, non è condivisibile il suo giudizio di parificazione del Sessantotto alle stragi degli Anni Settanta, anche perché quello fu un anno che si caratterizzò come “storico” per la nascita del movimento e della cultura dell’inclusione scolastica in Italia»

Testi di scuola e disabilità: non semplici aggiornamenti, ma una vera riscrittura

«Ma davvero persone che saranno assistenti sociali o educatori devono acquisire concetti superati e approssimativi come questi su un fenomeno tanto complesso come la disabilità?»: lo aveva scritto lo scorso anno Giuseppe Arconzo, docente dell’Università di Milano, a proposito dei concetti e dei termini del tutto fuori luogo e obsoleti adottati nei testi scolastici di un Istituto Professionale. Lo stesso professor Arconzo è stato poi coinvolto in una vera riscrittura e non in semplici aggiornamenti di quei testi, ma il problema non è ancora del tutto risolto, come racconta Elisabetta Rovatti

Alunni con disabilità e fabbisogno di sostegni: come si deve procedere?

«La Legge 104/92 – scrive Francesco Simone – assegna al Gruppo di Lavoro Operativo per l’inclusione (GLO) il compito di proporre la quantificazione delle risorse per gli alunni/alunne con disabilità senza porre vincoli di sorta, ovvero come meglio crede e ritiene opportuno. Ma come si può, da una parte, dire che non esistono limiti alla richiesta di fabbisogno e, dall’altra, indurre alla compilazione di allegati, come fa il recente Decreto Ministeriale 153/23, che rimarcano una prassi la quale non lascia prevedere nulla oltre al solito rapporto grave disabilità/orario settimanale del docente?»

Non presto, ma prestissimo, occorre rilanciare una scuola “tutta inclusiva”!

«Ho letto con molto interesse e piena condivisione su queste stesse pagine – scrive Salvatore Nocera – l’appassionato e accorato articolo di Adriana De Luca riguardante il crescente deterioramento della qualità inclusiva della nostra scuola e le proposte per migliorarla. Purtroppo la situazione attuale non induce certo all’ottimismo, anche considerando la bozza circolante di un emanando Decreto-Legge, che aumenterebbe la quantità di docenti di sostegno, ma non certo la qualità. Si può dunque davvero sperare in un’improvvisa illuminazione da parte del Ministero?»

È una scuola che deve diventare migliore per tutti e tutte

«Il problema dell’inclusione scolastica delle persone con disabilità è la punta dell’iceberg di un problema più ampio che investe tutto il nostro sistema formativo il quale nel corso degli anni è stato oggetto di scarso interesse o di un interesse negativo da parte dei decisori politici»: lo scrive tra l’altro Adriana De Luca, impegnata in prima persona sin dalle prime fasi dell’inclusione scolastica degli alunni e delle alunne con disabilità. Ben volentieri ne ospitiamo il contributo, che arricchisce il dibattito da tempo in corso su questi temi anche sulle pagine del nostro giornale

La speranza, la Santa Sede e la Convenzione ONU

«La novità che mi sembra di cogliere nella lettera di Papa Francesco per l’indizione del Giubileo del 2025 – scrive Salvatore Nocera – è che finalmente il Papa distingue i problemi delle persone malate da quelli delle persone con disabilità. Anche alla luce di questo, oso sperare che la Conferenza Episcopale Italiana voglia sottoporre al Santo Padre la pressante richiesta di noi persone con disabilità di voler sottoscrivere la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, pur escludendo dalla sottoscrizione gli articoli e i commi di cui non si condivide il contenuto»

L’importanza di parlare chiaro (e di operare) in tema di disabilità

«Abbiamo un generale candidato al Parlamento Europeo – scrive Federico Girelli -, che dice di essere stato frainteso a proposito delle “classi separate” per alunni e alunne con disabilità. Eppure, un generale di divisione dovrebbe esser abituato a parlar chiaro. Meglio allora focalizzare l’attenzione su chi, invece, parla chiaro in tema di disabilità e tanto opera a supporto delle persone con disabilità. Mi riferisco ad Anna Contardi e Giorgia Scivola, autrici della guida “Sicurezza in casa e fuori, e non farai più errori!”. Loro non hanno avuto certo timore di essere fraintese…»

Disabilità: la fatica di essere considerate (e chiamate) persone

«L’uso di una terminologia corretta – scrive Pietro Rosa Gastaldo, presidente della Commissione Immagine e Comunicazione del Distretto Rotary International 2060 – è la prima condizione per essere rispettosi, dare dignità e includere il mondo della disabilità, evitando quelle semplificazioni e coloriture che spesso sono usate e che perpetuano stigma ed emarginazione sociale»

La mamma di Anna ha diritto al sollievo

«La mamma di Anna – scrive Laura Borghetto -, come tutte le mamme di persone con disabilità, ha diritto al sollievo per ritrovarsi, sentirsi di nuovo una donna libera che ha scelto di essere madre di sua figlia, non badante o assistente personale, e rincorrere quell’istante di felicità che solo il tempo ritrovato può dare»