Opinioni

Quel Decreto sulla continuità didattica è necessario, ma va migliorato

Un'insegnante di sostegno con due allievi

«Dissentendo dalle critiche provenienti dalle Organizzazioni Sindacali – scrive Gianluca Rapisarda – giudico positivamente quello schema di Decreto Legge recentemente licenziato dal Governo, che intende garantire una maggiore continuità didattica agli alunni e alle alunne con disabilità. E tuttavia esso può e dev’essere migliorato: solo così, infatti, assicurando inoltre una serie di condizioni “strutturali” , sarà possibile garantire un’effettiva continuità didattica e realizzare a pieno l’inclusione scolastica degli alunni/studenti con disabilità del nostro Paese»

Le sfide per una libera partecipazione delle persone con disabilità alle elezioni

Le sfide per una libera partecipazione delle persone con disabilità alle elezioni

«Auspicando che in futuro siano smantellate le barriere – scrivono dall’Associazione Attiva-Mente della Repubblica di San Marino -, promuovendo un ambiente elettorale più inclusivo e equo, incoraggiamo tutte le persone con disabilità a partecipare attivamente al voto, non solo perché è un dovere civico importantissimo, ma perché è necessario il coinvolgimento di tutti per cambiare e costruire una società che valorizza e protegge i diritti di tutti i suoi membri»

Scuola: urgono chiarimenti dal Ministero su carenze e contraddizioni normative

Scuola: urgono chiarimenti dal Ministero su carenze e contraddizioni normative

«Uno dei problemi è stato risolto da una Nota Ministeriale di questi giorni – scrive Salvatore Nocera – ma le contraddizioni normative riguardanti le modalità per richiedere le risorse destinati agli alunni e alle alunne con disabilità permangono. È quindi quanto mai urgente una serie di chiarimenti ministeriali che portino a una soluzione, ove necessario modificando la normativa, in modo da renderla più lineare e di facile comprensione e applicazione, anche per evitare un prevedibile ampio contenzioso»

Storia di un docente con disabilità e di una normativa da cambiare

Storia di un docente con disabilità e di una normativa da cambiare

«Mi hanno assegnato ad una scuola in un’altra Provincia – scrive Alessio Nesi, docente con disabilità – che dista circa un’ora e venti di auto da casa. Ho la miastenia gravis, una malattia autoimmune che mi impedisce di muovermi eccessivamente o di sopportare carichi di lavoro fisico eccessivi e per questo ho chiesto il riavvicinamento a dove abito, ma non mi è stato concesso. Ma è possibile non considerare che il lavoratore con disabilità non ha né la qualità, né l’aspettativa di vita di un lavoratore senza disabilità e che quindi non può essere soggetto agli stessi pedissequi meccanismi?»

Assistenti all’autonomia e alla comunicazione: “fioriscono” Disegni di Legge

Un'assistente all'autonomia e alla comunicazione segue un alunno con disabilità

«Va registrato – scrive Paola Di Michele – l’incredibile interesse giuridico fatto di varie Proposte e Disegni di Legge, che la categoria degli assistenti all’autonomia e alla comunicazione sembrerebbe avere assunto dopo trent’anni di oblio assoluto e, aggiungo, doloroso, trent’anni in cui si è passati da poche migliaia di operatori all’incredibile cifra di 68.000 operatori, privi dei più elementari diritti sul lavoro e con contratti collettivi al di sotto della soglia di povertà, esclusi dall’inclusione degli alunni e delle alunne con disabilità, ciò che dovrebbe essere il loro mandato»

Non confondiamo il Sessantotto con ciò che è venuto dopo

«Ho letto sull’Agenzia di Stampa “Dire” – scrive Salvatore Nocera – di un intervento del ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara sintetizzato così: “‘Fermare la cultura sessantottina’. E cita il terrorismo: ‘Oggi elementi che ricordano gli anni 70’”. Gentile Ministro, per chi come me ha vissuto il Sessantotto in prima persona, non è condivisibile il suo giudizio di parificazione del Sessantotto alle stragi degli Anni Settanta, anche perché quello fu un anno che si caratterizzò come “storico” per la nascita del movimento e della cultura dell’inclusione scolastica in Italia»

Testi di scuola e disabilità: non semplici aggiornamenti, ma una vera riscrittura

«Ma davvero persone che saranno assistenti sociali o educatori devono acquisire concetti superati e approssimativi come questi su un fenomeno tanto complesso come la disabilità?»: lo aveva scritto lo scorso anno Giuseppe Arconzo, docente dell’Università di Milano, a proposito dei concetti e dei termini del tutto fuori luogo e obsoleti adottati nei testi scolastici di un Istituto Professionale. Lo stesso professor Arconzo è stato poi coinvolto in una vera riscrittura e non in semplici aggiornamenti di quei testi, ma il problema non è ancora del tutto risolto, come racconta Elisabetta Rovatti

Alunni con disabilità e fabbisogno di sostegni: come si deve procedere?

«La Legge 104/92 – scrive Francesco Simone – assegna al Gruppo di Lavoro Operativo per l’inclusione (GLO) il compito di proporre la quantificazione delle risorse per gli alunni/alunne con disabilità senza porre vincoli di sorta, ovvero come meglio crede e ritiene opportuno. Ma come si può, da una parte, dire che non esistono limiti alla richiesta di fabbisogno e, dall’altra, indurre alla compilazione di allegati, come fa il recente Decreto Ministeriale 153/23, che rimarcano una prassi la quale non lascia prevedere nulla oltre al solito rapporto grave disabilità/orario settimanale del docente?»

Non presto, ma prestissimo, occorre rilanciare una scuola “tutta inclusiva”!

«Ho letto con molto interesse e piena condivisione su queste stesse pagine – scrive Salvatore Nocera – l’appassionato e accorato articolo di Adriana De Luca riguardante il crescente deterioramento della qualità inclusiva della nostra scuola e le proposte per migliorarla. Purtroppo la situazione attuale non induce certo all’ottimismo, anche considerando la bozza circolante di un emanando Decreto-Legge, che aumenterebbe la quantità di docenti di sostegno, ma non certo la qualità. Si può dunque davvero sperare in un’improvvisa illuminazione da parte del Ministero?»

È una scuola che deve diventare migliore per tutti e tutte

«Il problema dell’inclusione scolastica delle persone con disabilità è la punta dell’iceberg di un problema più ampio che investe tutto il nostro sistema formativo il quale nel corso degli anni è stato oggetto di scarso interesse o di un interesse negativo da parte dei decisori politici»: lo scrive tra l’altro Adriana De Luca, impegnata in prima persona sin dalle prime fasi dell’inclusione scolastica degli alunni e delle alunne con disabilità. Ben volentieri ne ospitiamo il contributo, che arricchisce il dibattito da tempo in corso su questi temi anche sulle pagine del nostro giornale

La speranza, la Santa Sede e la Convenzione ONU

«La novità che mi sembra di cogliere nella lettera di Papa Francesco per l’indizione del Giubileo del 2025 – scrive Salvatore Nocera – è che finalmente il Papa distingue i problemi delle persone malate da quelli delle persone con disabilità. Anche alla luce di questo, oso sperare che la Conferenza Episcopale Italiana voglia sottoporre al Santo Padre la pressante richiesta di noi persone con disabilità di voler sottoscrivere la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, pur escludendo dalla sottoscrizione gli articoli e i commi di cui non si condivide il contenuto»

L’importanza di parlare chiaro (e di operare) in tema di disabilità

«Abbiamo un generale candidato al Parlamento Europeo – scrive Federico Girelli -, che dice di essere stato frainteso a proposito delle “classi separate” per alunni e alunne con disabilità. Eppure, un generale di divisione dovrebbe esser abituato a parlar chiaro. Meglio allora focalizzare l’attenzione su chi, invece, parla chiaro in tema di disabilità e tanto opera a supporto delle persone con disabilità. Mi riferisco ad Anna Contardi e Giorgia Scivola, autrici della guida “Sicurezza in casa e fuori, e non farai più errori!”. Loro non hanno avuto certo timore di essere fraintese…»

Disabilità: la fatica di essere considerate (e chiamate) persone

«L’uso di una terminologia corretta – scrive Pietro Rosa Gastaldo, presidente della Commissione Immagine e Comunicazione del Distretto Rotary International 2060 – è la prima condizione per essere rispettosi, dare dignità e includere il mondo della disabilità, evitando quelle semplificazioni e coloriture che spesso sono usate e che perpetuano stigma ed emarginazione sociale»

La mamma di Anna ha diritto al sollievo

«La mamma di Anna – scrive Laura Borghetto -, come tutte le mamme di persone con disabilità, ha diritto al sollievo per ritrovarsi, sentirsi di nuovo una donna libera che ha scelto di essere madre di sua figlia, non badante o assistente personale, e rincorrere quell’istante di felicità che solo il tempo ritrovato può dare»

Giornata Europea per la Vita Indipendente: un impegno per l’inclusione e la dignità

«Celebriamo il 5 maggio – scrivono dall’Associazione sammarinese Attiva-Mente -, la Giornata Europea per la Vita Indipendente promossa da ENIL (European Network for Independent Living), con un rinnovato impegno verso l’inclusione e la dignità per tutti, riconoscendo che una società realmente inclusiva arricchisce ogni membro che ne fa parte»

Inclusione scolastica: indietro non si torna! Ma avanti quando si va?

«In questi giorni – scrive Salvatore Nocera – tutta la stampa ha dato voce alle sacrosante reazioni dopo le sconsiderate parole del “generale” sulla riapertura delle classi speciali per gli alunni con disabilità in situazione di gravità. Non ho sentito invece altrettanta passione di recriminazione rispetto alle lentezze – per usare un eufemismo – dell’emanazione di norme amministrative già previste da quasi dieci anni dalle Leggi e che i vari Ministeri dell’Istruzione che si sono succeduti avrebbero dovuto emanare»

A proposito di comunità socio-sanitarie e di progetti individualizzati

Prendono le mosse Maria Grazia Breda della Fondazione Promozione Sociale e Giuseppe D’Angelo dell’UTIM (Unione per la Tutela delle Persone con Disabilità Intellettive), da un approfondimento da noi recentemente pubblicato, riguardante il possibile trasferimento nel Lazio di numerose persone con disabilità intellettiva complessa in strutture sanitarie, il tutto con l’obiettivo di sgomberare alcune preoccupazioni di quelle stesse famiglie del Lazio, fornendo loro anche alcuni consigli, oltre ad offrire eventuale consulenza gratuita

“Qui ad Atene noi facciamo così”: riflessioni sulla scuola, sulla vita e sulla norma

«I ragazzi con più difficoltà – scrive Orlando Quaglierini – è bene che stiano nelle classi comuni e il motivo è molto semplice e pragmatico: tornare indietro (alle scuole speciali, classi differenziali, istituti) vorrebbe dire non trarre insegnamento dai nostri errori». «La vita – aggiunge poi – può essere sì insopportabilmente dura, ma che lo sia è soltanto una possibilità contingente». E sul concetto di “norma” conclude che «usare le parole “normale” o “anormale” nel linguaggio ordinario e colloquiale coincide sovente con il pregiudizio»

Inclusione scolastica: le parole, il rispetto, le tendenze

Al di là dei chiarimenti arrivati successivamente, le affermazioni sulle «classi di scuola con “caratteristiche separate”» di cui ha parlato nei giorni scorsi in un’intervista a «La Stampa» il generale Vannacci, candidato alle prossime elezioni europee, continuano a far discutere e c’è chi le legge come l’inquietante conferma di una pericolosa tendenza verso il “ritorno al passato”. Diamo quindi spazio ai commenti e alle riflessioni di Giovanni Marino, presidente dell’Associazione ANGSA, del portale “Osservatorio 182” e di Gianluca Rapisarda, dirigente scolastico e persona con disabilità

Subito classi di concorso per il sostegno!

«Per garantire un’effettiva inclusione scolastica degli alunni e alunne con disabilità – scrive tra l’altro Gianluca Rapisarda -, oltre ad un’auspicabile formazione obbligatoria generalizzata sulle singole disabilità da parte di tutto il personale scolastico e all’imprescindibile potenziamento dei CTS (Centri Territoriali di Supporto), è necessario che vi siano funzioni e classi di concorso ben definite, anche per il sostegno, come previsto dalla Proposta di Legge presentata dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) già nel 2021»