Opinioni

Donne, anziane e con disabilità: una tripla invisibilità

Donne, anziane e con disabilità: una tripla invisibilità

Varie testate hanno riportato la vicenda, accaduta in provincia di Bologna, di quattro donne anziane interessate da decadimento cognitivo che avrebbero subito violenze sessuali da parte di un operatore della casa di riposo di cui sono ospiti. «Riflettendo su tale vicenda e su come ne hanno parlato gli organi d’informazione – scrive Simona Lancioni -viene da pensare che se in generale le donne con disabilità hanno un problema di visibilità, giacché la loro identità di persone con disabilità tende a sovrastare e occultare quella di genere, l’essere anziana prevale sulle altre due»

Se il 2 Aprile cessa di essere solo una “giornata simbolo”

Gabriele, persona adulta con autismo

«Battiamoci perché la Giornata per la Consapevolezza sull’Autismo del 2 Aprile – scrive Gianfranco Vitale -, non sia solo un mero atto celebrativo destinato a diventare l’ennesima occasione mancata. Ciò che conta, infatti, non è il “ricordo dell’autismo” in sé, ma l’avvio di iniziative capaci di tradursi nel riconoscimento di diritti e opportunità quotidianamente calpestate e tradite. Dobbiamo pretendere un presente e un futuro migliore per tutte le persone con disabilità, autistici e non, se vogliamo che vivano in una società capace veramente di rispettarli e valorizzarli»

Non basta condannare le violenze: è l’istituzionalizzazione che non va più ammessa!

Non basta condannare le violenze: è l’istituzionalizzazione che non va più ammessa!

«Bisognerebbe inquadrare gli episodi di abusi e violenze all’interno delle residenze socio-sanitarie come il risultato quasi diretto del sistema di istituzionalizzazione nel quale noi, persone con disabilità, anche minori, ancora oggi veniamo inserite», lo scrive tra l’altro Marta Migliosi, attivista con disabilità, riflettendo sulla “vicenda di Imperia”, ennesimo caso di violenze ai danni di persone con disabilità in una struttura residenziale. Con le sue riflessioni Migliosi colloca l’episodio nel più ampio quadro della violenza sistemica a cui tuttora sono esposte le persone con disabilità

Il “sogno proibito” della continuità didattica diventerà realtà?

Il “sogno proibito” della continuità didattica diventerà realtà?

«Bene, ai fini della continuità didattica per gli alunni e le alunne con disabilità, le novità contenute nel cosiddetto “Decreto Semplificazioni” e quelle che arriveranno dal nuovo Regolamento delle Supplenze – scrive Gianluca Rapisarda -. E tuttavia solo se saranno realizzate alcune altre condizioni strutturali, si potrà garantire un’effettiva continuità didattica e arrivare a una reale inclusione scolastica degli alunni/alunne e studenti/studentesse con disabilità del nostro Paese»

Donne con disabilità: serve una rivoluzione (interiore)

Donne con disabilità: serve una rivoluzione (interiore)

«Perché la causa delle donne con disabilità non progredisce?», si chiede Simona Lancioni, riprendendo quanto evidenziato anche dal “Terzo Manifesto sui diritti delle Donne e delle Ragazze con Disabilità nell’Unione Europea”. «Come per tutti i fenomeni complessi – sottolinea – le risposte sono diverse. Di certo hanno un peso cruciale gli stereotipi e i pregiudizi legati al genere e alla disabilità e anche il fatto che le istanze delle donne con disabilità non abbiano trovato la giusta attenzione né nei movimenti femminili e femministi, né in quelli delle persone con disabilità, ma non solo»

Giornata Mondiale della Sindrome di Down: cominciamo dal lavoro (e da “Romito 8”)

«La società preistorica – scrive Federico Girelli – non abbandonò a se stesso “Romito 8”: lo aiutò anzi a “reinventarsi”, a conquistarsi una nuova posizione nella comunità, all’insegna di quello che oggi potremmo chiamare come “un efficace esperimento di inclusione lavorativa e sociale”. È quanto viene in mente oggi, 21 marzo, Giornata Mondiale della Sindrome di Down, pensando al fatto che le persone con sindrome di Down, se adeguatamente supportate, sono in grado, ad esempio, di inserirsi produttivamente nel mondo del lavoro. Ed è questa la direzione in cui si deve procedere»

Il convitato di pietra, ovvero l’assistente degli alunni con disabilità

«L’assistente specialistico degli alunni e delle alunne con disabilità – scrive Fernanda Fazio – è una figura dai mille volti e dai mille nomi rispetto alla quale ogni Regione italiana, in una folle rincorsa alla propria autonomia, ha stabilito compiti diversi, titoli di studio diversi, contrattazioni diverse. Tutto ciò va a sbriciolare ogni principio egalitario, in uno Stato di diritto. L’assistente stesso, comunque, in tutte le Regioni italiane gode di un uguale “status” di precarietà…»

Non ho figli, ma in realtà ne ho molti e li difenderò tutti

«La vita non mi ha dato la fortuna di avere figli – scrive Leonardo Cardo (“Zio Leo”), ma in realtà di figli e di nipoti ne ho molti. La maggior parte di loro vivono un’esperienza di disabilità, ma nel loro cuore e nella loro anima sono più umani di molte persone che li considerano “diversi”. E di fronte a chi vuole “alleggerire” i caregiver, la maggior parte dei genitori che dedicano la vita ai miei figli e ai miei nipoti, io sarò in loro difesa, come fanno gli animali con i propri cuccioli»

Riflessioni sull’accessibilità universale

«L’accessibilità universale – scrive Salvatore Cimmino – non è un concetto “alla moda”, che faccia trend, ma un diritto fondamentale che tutti dovremmo abbracciare e difendere: affrontare il tema dell’accessibilità degli spazi pubblici e privati, dell’istruzione, del lavoro, nonché il tema della mobilità totale e garantita, tenendo in particolare considerazione i diritti delle persone con disabilità, determina infatti la qualità della vita dell’intera comunità nazionale»

Al mio professor Nardone, al mio amico Giulio

«Fu un incontro fortunato e sicuramente formativo quello che feci a 16 anni durante il mio percorso scolastico, quando conobbi il professor Giulio Nardone, docente di Diritto e Scienze delle Finanze. Poi, concluso il percorso scolastico, nel corso degli anni divenne il mio amico Giulio»: Maurizio Zerilli ricorda Giulio Nardone, presidente, tra l’altro, dell’ADV (Associazione Disabili Visivi), scomparso il 17 marzo, come abbiamo riferito in altra parte del giornale

Le donne con disabilità e quel che dice la Convenzione ONU

«Abbiamo appena archiviato la Giornata Internazionale della Donna – scrive Simona Lancioni – con la sua miriade di iniziative dedicate, molte delle quali hanno cercato di far emergere anche la discriminazione multipla a cui sono esposte le donne con disabilità. Un fenomeno, questo degli eventi che affrontano i diversi aspetti della disabilità al femminile, che ha registrato un incremento significativo negli ultimi anni, e che ha una certa rilevanza simbolica. Ma, ovviamente, un conto è il simbolismo delle giornate dedicate, altra questione sono le politiche realmente inclusive»

Lavoro e disabilità: una realtà che il silenzio non riesce a tacere

«Sulla reale situazione del lavoro delle persone con disabilità – scrive Marino Bottà – disponiamo di un’accozzaglia di dati poco attendibili, contraddittori, la quasi totalità obsoleti, altri inaffidabili, e nell’insieme tutti inutili, perché non servono a valutare il quadro attuale e tanto meno a programmare politiche attive efficaci, per gestire al meglio il sistema di collocamento. Ma nessuno solleva il problema e tanto meno le Istituzioni preposte lo affrontano. Tutto giace e tutto tace, di fronte alla drammatica realtà in cui versa il Collocamento Disabili italiano»

Quella “giostra” di docenti di sostegno non diverte affatto!

«Ho letto con molto interesse – scrive Gianluca Rapisarda – un articolo del “Corriere della Sera” intitolato “Insegnanti di sostegno, una giostra. Cambiano per il 60% degli alunni”. Mi verrebbe da dire “Niente di nuovo sotto il sole!”, e che quella “giostra-girandola-altalena” ormai cronica di docenti per il sostegno agli alunni e alle alunne con disabilità non diverte affatto! Si tratta infatti di una grave situazione che determina di fatto l’impossibilità di assicurare agli allievi con disabilità quella continuità didattica che è un fattore determinante per favorirne il successo formativo»

Alunni e alunne con disabilità: quel che potranno fare viene messo in campo oggi

«Le alunne e gli alunni con disabilità – scrive Ivana Palieri -, come tutte le altre giovani vite, sono il nostro futuro e quello che potranno fare e realizzare dipende da quello che viene messo in campo oggi. Ma di fronte a postazioni informatiche carenti, a strutture scolastiche accessibili per meno della metà, ad ancora troppo pochi insegnanti di sostegno specializzati, nominati in ritardo e che magari cambiano di anno in anno, assistenti alla comunicazione pagati da Enti Locali che non vengono sempre nominati e assegnati, come si può pensare di poter dar loro una formazione decente?»

Una scuola “diversa”, non una scuola per “diversi”

«Ci piace ancora oggi pensare ad una scuola “diversa”, che offre a tutti pari opportunità, che cambia in funzione di un’utenza sempre più differenziata, una comunità educante, in cui non si appiattiscono ma si valorizzano le differenze»: parole di Donatella Morra, a lungo referente della Federazione lombarda LEDHA per i temi relativi alla scuola e all’inclusione dei bambini e dei ragazzi con disabilità, parole scritte ben sedici anni fa, ma (purtroppo) ancora del tutto attuali

L’inclusione e l’autonomia scolastica venticinque anni dopo

«25 anni fa – scrive Gianluca Rapisarda – un evento legislativo “periodizzante”, ossia il DPR) 275/99, “rivoluzionava” la scuola italiana. Varato ai sensi della Legge 59/97, istitutiva dell’autonomia scolastica, proprio dell’autonomia tale norma “strategica” costituisce il Regolamento, dettandone le specificità e le declinazioni. E tuttavia, rispetto all’inclusione degli alunni e delle alunne con disabilità, l’autentica “rivoluzione” dell’autonomia scolastica sarebbe quella di sancire il definitivo passaggio dal docente di sostegno al “sostegno del contesto”»

Donne caregiver in ombra, sottostimate e non riconosciute

«Le donne caregiver – scrivono dall’AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica -, e in particolare quelle che assistono persone con patologie rare come la SLA, sono pilastri irrinunciabili non solo all’interno delle loro famiglie, ma per l’intera società. Dobbiamo conferire il giusto riconoscimento al loro contributo fondamentale e trovare soluzioni efficaci per alleggerirne il fardello. Siamo tutti chiamati a fare la nostra parte in questo cambiamento culturale che celebri e sostenga le donne caregiving, e non solo nel “giorno delle donne”»

Ricordare e celebrare (nei fatti) le donne caregiver

«Oggi, 8 marzo, nella Giornata Internazionale della Donna – scrivono Cristina Finazzi e Raffaella Turatto -, è importante riflettere sul ruolo fondamentale svolto dalle donne caregiver in Italia, una categoria sempre trascurata nei dibattiti sui diritti femminili e nel panorama dei movimenti di difesa delle donne. Infatti, investire nelle risorse e nei servizi di assistenza adeguati è cruciale per assicurare equità, dignità e libertà di scelta a tutte le donne che si trovano ad affrontare le sfide legate alla cura dei propri cari»

Carlo Borzaga, un uomo capace di ascolto e accoglienza

«Carlo Borzaga è stato il dono di un uomo dal pensiero illuminato e dal cuore buono, capace di ascolto e di accoglienza. La sua esperienza e la forza delle sue idee continueranno ad ispirare e a guidare tutti coloro che operano per il bene sociale»: lo scrivono dai Centri Clinici NEMO (Neuromuscular Omnicentre), ricordando il professor Carlo Borzaga, uno dei “padri” italiani dell’economia sociale, scomparso il 3 marzo scorso a causa della SLA (sclerosi laterale amiotrofica), malattia con la quale lottava dal 2021

La Convenzione ONU entri finalmente nelle scuole

«La Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità – scrive Gianluca Rapisarda – dovrebbe essere fatta propria dal Ministero dell’Istruzione e del Merito ed essere veicolata tra le istituzioni scolastiche del nostro Paese, diventando il “manifesto” stesso della scuola italiana contro ogni pregiudizio e per i diritti umani. Solo così, infatti, la Convenzione potrà contribuire a diffondere già a partire dalle giovani generazioni e dai banchi di scuola una nuova cultura della disabilità, vista come un’occasione imperdibile di scambio e di crescita umana e sociale»