Opinioni

Assistenti all’autonomia e alla comunicazione di qualità e riconosciuti

Un'assistente all'autonomia e alla comunicazione segue un alunno con disabilità

«I bisogni educativi sono sempre in aumento – scrive Gianluca Rapisarda – e con essi anche le risorse strumentali si sono perfezionate e moltiplicate. E dunque, gli assistenti all’autonomia e alla comunicazione degli alunni con disabilità, in virtù della loro mission specialistica, non possono ignorare le nozioni più attuali di pedagogia e didattica speciale. Per questo servono adeguati Master Universitari e che venga finalmente riconosciuto il profilo giuridico di tali figure, ai fini di un sostegno “diffuso”, promosso da tutto il contesto scolastico e non solo dal docente specializzato»

Le malattie rare, la disabilità e quel che servirebbe per un mondo senza barriere

E' ancora sin troppo spesso in salita la strada per le persone con disabilità

«Spesso cronicamente disabilitanti – scrive Salvatore Cimmino -, le malattie rare, di cui oggi, 29 febbraio, ricorre la Giornata Mondiale, fanno riflettere su quanti ostacoli e quante barriere architettoniche, culturali e sociali devono affrontare coloro che ne soffrono e ogni altra persona con disabilità. Solo unendo le forze della comunità scientifica e della politica insieme alla società civile, si potrà aiutare ogni persona a realizzarsi, senza distinzioni di età, abilità fisiche o capacità cognitive, per un mondo più intelligente, connesso, inclusivo e accessibile per tutti e tutte»

Reinventiamoci “uomini e donne Convenzione ONU”!

25 agosto 2006: tutti in piedi ad applaudire, nel momento in cui venne approvata a New York, dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità

«La sfida – scrive tra l’altro Simona Lancioni – non è solo quella di divulgare la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, che continua ad essere poco conosciuta anche in quei Paesi, cone l’Italia, che l’hanno ratificata, ma anche di renderla accessibile, visibile e vivibile a tutte le persone, anche a quelle con bisogni comunicativi complessi. Se in letteratura troviamo gli “uomini libro” (“Fahrenheit 451” di Ray Bradbury, 1953), noi potremmo reinventarci “uomini e donne Convenzione”. Se presentata così, di certo non passerebbe inosservata!»

Non terapia complementare, ma attività ludico-ricreativa di sollievo

Un bimbo ricoverato in ospedale

«Sta facendo discutere – scrive Vincenzo Falabella – la Proposta di Legge “Disposizioni per il riconoscimento e la promozione della mototerapia”, approvata recentemente dalla Camera e in attesa ora di passare all’esame del Senato. Parlare di attività ludico-ricreative utili a dare sollievo nelle strutture sanitarie, senza più parlare esplicitamente di “terapia complementare”, potrebbe essere utile in fase di approvazione definitiva del provvedimento. E anche precisare meglio a quali fondi si intende esattamente attingere per finanziare le attività previste»

Un Garante della Disabilità nel Gruppo di Lavoro Interistituzionale Regionale

Un Garante della Disabilità nel Gruppo di Lavoro Interistituzionale Regionale

«La nomina di Massimo Rolla, Garante dei Diritti delle Persone con Disabilità dell’Umbria, quale membro interno nel GLIR della sua Regione (Gruppo di Lavoro Interistituzionale Regionale), è il primo caso del genere in Italia – scrive Salvatore Nocera – e renderà il GLIR dell’Umbria maggiormente in grado di adempiere ai suoi compiti e di farlo con più efficacia, fornendo altresì al Garante una possibilità di interlocuzione per la tutela dei diritti assai maggiore di quanto previsto dalla normativa vigente. Ci si augura che tutti gli altri Uffici Scolastici Regionali si muovano in modo analogo»

Il 25 febbraio è stata la Giornata Mondiale dell’Impianto Cocleare

Ieri, 25 febbraio, è stata la Giornata Mondiale dell’Impianto Cocleare, data che ha coinciso con il 67° anniversario del primo intervento al mondo di impianto cocleare, eseguito nel 1957 a Parigi. In Italia si iniziò ventisei anni dopo, nel 1983, ma «a quarantuno anni da allora – scrivono dall’Associazione APIC – la storia continua, pur in un percorso a volte ancora difficile, ma un percorso “immenso” di cui è impossibile descrivere le emozioni che bambini e adulti, operatori sanitari, educatori, genitori, familiari e amici hanno provato e provano, scoprendo il suono e il rumore»

Serve educazione non repressione

«In questi giorni – scrive Salvatore Nocera – alcuni fatti di cronaca concernenti gli studenti hanno aperto un grande dibattito su come si debba intervenire e in particolare su come si sia intervenuto e come si sarebbe dovuto evitare l’uso della forza nei confronti degli studenti a Firenze e a Pisa. Da più parti, e ad esempio dal mondo della pedagogia, si è osservato che, prima della repressione penale o disciplinare, previste per legge, occorrerebbe ricorrere ad attività di formazione educativa. Ed è quanto prescrive anche la nostra Costituzione»

La tecnologia facilita, ma dev’essere accessibile e usabile: parola di Antonio

Riceviamo dalla Fondazione ASPHI (Tecnologie Digitali per migliorare la Qualità di Vita delle Persone con Disabilità) un ricordo di Antonio Giuseppe Malafarina, nostro direttore responsabile scomparso l’11 febbraio scorso. ASPHI si sofferma in particolare su un intervento di Malafarina all’evento “Dialogo su disabilità e tecnologie mobili accessibili”, dove raccontò il suo percorso di vita molto legato al digitale e alla tecnologia, che permette di esprimere la propria partecipazione sociale e lavorativa, a patto che si tratti di tecnologia accessibile e usabile

Contro quella discriminazione la battaglia di tutte le persone con disabilità

«Torniamo a condannare pubblicamente il comportamento discriminatorio di quella scuola di Foligno che ha escluso una studentessa con disabilità da una visita di istruzione in Spagna – scrive Vincenzo Falabella, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – e diciamo che questa battaglia contro la discriminazione è non solo la battaglia di quella studentessa e della sua famiglia, ma è la battaglia di tutti gli studenti/studentesse, di tutte le persone con disabilità e delle nostre famiglie»

Braille e tiflologia, per l’inclusione delle persone con disabilità visiva

«La Giornata Nazionale del Braille – scrive Gianluca Rapisarda -, che domani, 21 febbraio, giungerà alla sua 17^ edizione, costituisce senza dubbio un’opportunità importante per organizzare convegni e riflettere sullo stato dell’arte della qualità dei diritti delle persone con disabilità visive, ma anche un’occasione per praticare la cultura dell’inclusione, attraverso iniziative concrete incentrate sull’utilizzo del metodo Braille e sulla tiflologia, la scienza che studia l’“educabilità” e l’“istruibilità” delle persone prive della vista, per evidenziarne la loro “bontà ed attualità”»

Come attuare un vero sostegno del contesto all’inclusione scolastica

«La mancanza di un adeguato “sostegno del contesto” agli alunni/studenti con disabilità – scrive Gianluca Rapisarda – ha provocato la più grave delle storture e distorsioni dell’inclusione scolastica nel nostro Paese, che è quella della deriva verso la delega al solo docente di sostegno di tale processo. Queste, dunque, sono alcune mie proposte per tentare di garantire proprio quel “sostegno del contesto” all’inclusione»

Solo bacini sulla guancia per la giovane con disabilità

«Tutti i baci immortalati sono appassionati, passionali e sulla bocca, tranne quello tra una ragazza in carrozzina e un ragazzo normodotato che è casto, delicato e sulla guancia. Questo sottintende che in una coppia dove uno dei due o entrambi hanno una disabilità non ci possa essere passione, ma solo un amore morigerato e infantile da bacini sulle guance e, naturalmente, non è così», osserva Patrizia Gariffo, commentando i due spot della campagna “Liguria da baciare”, trasmessi durante il Festival di Sanremo. «E come darle torto?», commenta Simona Lancioni

Continuità didattica e disabilità: qualcosa si muove?

«Bene le recenti dichiarazioni del Ministro dell’Istruzione e del Merito – scrive Gianluca Rapisarda – di voler aprire una sorta di “corsia preferenziale” alla conferma per l’anno scolastico successivo dei supplenti annuali di sostegno e fino al 30 giugno, su richiesta della famiglia. E tuttavia, solo realizzando concretamente tre precise condizioni “strutturali”, sarà possibile garantire un’effettiva continuità didattica e realizzare a pieno l’inclusione scolastica degli alunni/studenti con disabilità del nostro Paese»

Antonio, il cielo in una stanza

Superando ha condiviso molto, in questi anni, con il blog “InVisibili” del «Corriere della Sera.it». Franco Bomprezzi, nostro direttore responsabile per dieci anni, ne era stato uno dei promotori, Antonio Giuseppe Malafarina, nostro direttore responsabile nell’ultimo anno, scomparso nei giorni scorsi, ne è stato uno dei principali animatori. Ben volentieri, dunque, proponiamo ai Lettori e alle Lettrici il ricordo di Antonio, pubblicato da “InVisibili” con il titolo “Antonio, il cielo in una stanza”, a firma di Alessandro Cannavò, direttore del blog

L’aforisma di Antonio: «Inclusione è una parola magica. Quando esiste svanisce»

«Amico no, non dovevi andartene! – scrive Simone Fanti, ricordando Antonio Giuseppe Malafarina – Troppo presto, lo spettacolo non è ancora concluso. Abbiamo ancora da fare, mille battaglie contro un arretramento dei diritti delle persone (anche quelle con disabilità) erosi nel tempo; mille accese discussioni, come abbiamo fatto per anni, mille riflessioni da chiudersi con una tua frase. Dobbiamo ancora vedere avverarsi la tua profezia e il tuo sogno che avevi sintetizzato in un aforisma, «Inclusione è una parola magica. Quando esiste svanisce». Dovevamo vedere questa magia insieme, ricordi?»

Ti sento nell’aria, Antonio

«Antonio – scrive Silvia Lisena, ricordando Antonio Giuseppe Malafarina – vedeva il buono in tutti e in tutto. Ho sempre ammirato questa sua trascendenza e credo che sia la principale eredità che noi tutti dovremmo cogliere. Ti sento nell’aria, Antonio. Fragile e impetuoso come il vento che trascina via. È stato un privilegio essermi fatta trascinare nella tua vita. Un sorriso, eternamente»

Non ci si può improvvisare disability manager

«Nella Manifestazione di Interesse della Città Metropolitana di Genova per la nomina di un disability manager – scrivono dalla FEDMAN (Federazione Disability Management) – osserviamo che tra i requisiti di partecipazione non è richiesto ai candidati il possesso di titoli di specializzazione in materia di Disability Management, né esperienza e competenza in tema di politiche di inclusione e inoltre che l’incarico sarà svolto a titolo gratuito. Ma non ci si può improvvisare disability manager e questa figura professionale non può essere minimamente equiparata ad un semplice volontario»

Siamo tutti debitori verso qualcosa o verso qualcuno

«La resilienza non è solo dei campioni e di chi ha successo – scrive Orlando Quaglierini – e soprattutto siamo tutti debitori verso qualcosa o verso qualcuno. E ad ogni buon conto non è necessariamente quello di emergere e primeggiare l’unico modo di esprimere la resilienza e nemmeno è il più importante, è solo quello reso più appariscente dai mass-media e da un’egemonia culturale che predilige il successo»

Abilismo: come riconoscerlo dentro e fuori di noi

«Pensare alla nostra vita come ad una tragedia – scrive tra l’altro Ivana Palieri – o dire “io non vedo la tua disabilità” oppure “vedi quella persona senza un arto fa cose che tu non fai” è una forma di abilismo perché non è includendoci in una “normalizzazione” che possiamo sentirci all’interno della società o “accettate/i” (che brutta parola). Noi abbiamo una disabilità ma non per questo siamo meno di altri e se facciamo cose come o meglio di altre/i non siamo delle “eroine” o degli “eroi”. Siamo noi e basta»

La “partita” che si gioca è “Indipendenza contro Limitazione della libertà”

«Alla luce dell’approccio alla disabilità basato sui diritti umani, qui la partita non è più “Servizi vs Erogazioni economiche”, ma “Indipendenza vs Limitazione della libertà”»: lo scrive Giovanni Merlo, direttore della Federazione lombarda LEDHA, in questo contributo di riflessione, che aiuta a comprendere ancora meglio perché la stessa LEDHA e numerose altre organizzazioni si stiano battendo contro un provvedimento che rischia di penalizzare migliaia di persone con disabilità della Lombardia, ma che potrebbe presto riguardare anche altre Regioni d’Italia