Opinioni

Non è con un bando del genere che si sceglie il disability manager

Non è con un bando del genere che si sceglie il disability manager

«In merito a quanto scritto su queste pagine dalle organizzazioni AIDIMA e SIDIMA – scrive Salvatore Di Giglia – vorrei a mia volta spiegare perché quel bando con cui è stato formalizzato l’Avviso di manifestazione di interesse per ricoprire l’incarico di disability manager presso la Città Metropolitana di Genova, risulta viziato “in radice” per una serie di motivi e va rivisitato»

Daniele Segre, che seppe raccontare al meglio la sindrome di Down

Un fotogramma di "A proposito di sentimenti", documentario di Daniele Segre del 1999, che tra i primi affrontò nel nostro Paese il tema della sessualità delle persone con disabilità

In ricordo del regista Daniele Segre, scomparso in questi giorni, riceviamo il seguente contributo dell’AIPD Nazionale (Associazione Italiana Persone Down), con la quale Segre collaborò proficuamente in più occasioni. «Salutiamo con commozione Daniele Segre – scrivono tra l’altro dall’Associazione -, il regista e l’amico che più volte ha messo la sua professionalità al servizio della nostra Associazione, per offrire un racconto autentico e non ideologico della sindrome di Down»

Gli alunni con disabilità e l’autismo nell’ultimo rapporto ISTAT

Gli alunni con disabilità e l’autismo nell’ultimo rapporto ISTAT

«Partendo dai dati contenuti nel recente rapporto ISTAT “L’inclusione scolastica degli alunni con disabilità anno 2022-2023” – scrive Carlo Hanau -, proponiamo una riflessione sugli aspetti positivi e quelli negativi del rilevante aumento della popolazione di studenti con disabilità in generale, e uno specifico approfondimento sugli alunni e le alunne con autismo. Ne emerge, tra l’altro, che la disabilità dovuta a disturbi dello spettro autistico è quella che negli ultimi anni ha avuto la maggiore crescita»

I veri problemi della scuola italiana

I veri problemi della scuola italiana

«I problemi della scuola italiana – scrivono Giovanni Merlo e Ilaria Sesana – non hanno a che fare con l’inclusione, ma con la carenza di risorse economiche, lo scarso impegno sulla formazione degli insegnanti, la mancanza di materiale e la deplorevole condizione di molti edifici scolastici, l’eccesso di burocratizzazione del mestiere di dirigente e di insegnante. Tra i meriti che invece la scuola italiana può vantare c’è proprio quello, pur tra mille difficoltà, di garantire uno spazio insieme a ragazzi con differenti caratteristiche, fisiche, intellettive, mentali e sociali»

Una pericolosa cesura tra chi è degno o indegno di partecipare alla società

Una pericolosa cesura tra chi è degno o indegno di partecipare alla società

«Definire come “ciò che è diseguale” gli alunni con disabilità – scrive Domenico Massano, a proposito dei recenti interventi sulla scuola di Ernesto Galli della Loggia -, proporne l’istituzionalizzazione e contrassegnare come “mito” il diritto all’inclusione, presentandolo anche come una penalizzazione per la scuola e i percorsi scolastici degli altri studenti, non solo alimenta pregiudizi e contrapposizioni, ma sembra proporre surrettiziamente una pericolosa cesura tra chi si ritiene sia degno o indegno di partecipare e portare il suo contributo nella società, a partire da uno dei suoi primi e principali àmbiti di vita e socialità, ossia dalla scuola»

Quei numeri sull’inclusione che devono far riflettere

«Nei giorni scorsi – scrive Gianluca Rapisarda – l’ISTAT ha pubblicato il consueto report annuale sugli alunni/alunne con disabilità e sui docenti per il sostegno dai cui dati si possono ricavare informazioni preziose e molto utili per scattare una “fotografia” dell’attuale stato di  salute del modello italiano d’inclusione scolastica che, da quanto emerge da quel rapporto, a 47 anni dall’avvio di essa, con la Legge 517/77, presenta indubbiamente dei punti di debolezza e criticità sui quali riflettere e da cui bisogna partire per individuare strumenti e modalità per migliorarli»

Quel bando per disability manager proprio non va!

«In un recente bando di ammissione per la nomina del disability manager nella Città Metropolitana di Genova – denunciano l’AIDIMA (Associazione Italiana Disability Manager) e la SIDIMA (Società Italiana Disability Manager) – le autorità competenti hanno omesso una serie di requisiti fondamentali, apparendo anche in contraddizione con quanto stabilito da uno dei Decreti Attuativi della Legge Delega in materia di disabilità»

La memoria non è solo un’informazione: serve anche quel “timbro emotivo”

«La sola informazione – scrive Orlando Quaglierini a proposito del recente Giorno della Memoria -, pur essendo importante e necessaria, non modifica il comportamento, perché prima di essere elaborata da specifiche aree del nostro cervello, passa dall’amigdala, che mette un “timbro emotivo” alla nostra vita… È anche con quel “timbro emotivo” che bisogna fare i conti tutte le volte che vogliamo cambiare il comportamento nostro e altrui»

Inclusione scolastica: un gelido clima e un clamoroso caso di discriminazione

«In questi ultimi mesi – scrive Salvatore Nocera – si sta diffondendo un gelido clima culturale e sociale contrario all’inclusione scolastica degli alunni e delle alunne con disabilità e una vicenda paradigmatica è quella accaduta in Umbria, a Foligno, dove un’alunna con disabilità certificata “non grave”, frequentante la scuola media, è stata esclusa dalla partecipazione alla visita di istruzione in Spagna. Un caso veramente grave, questo, per il reiterato diniego della scuola ad ogni “accomodamento ragionevole” proposto»

“Tertium non datur”… anzi no, se si parla di insegnamento

“Tertium non datur” (“Una terza cosa non è data”), recita un noto motto latino, «ma ci sono casi – scrive Orlando Quaglierini -in cui “tertium è dato”: ci sono infatti attività che richiedono vocazione, mentre altre richiedono professionalità, intesa come patrimonio di conoscenza. E poi ci sono anche attività che richiedono sia professionalità che convincimento. L’insegnamento è una di queste»

Come ovviare agli attuali “mali” del nostro modello inclusivo

«Ho seguito con interesse – scrive Gianluca Rapisarda – la proposta presentata recentemente sulla cosiddetta “cattedra inclusiva” o “mista”, in riferimento all’inclusione degli alunni e alunne con disabilità. Nello spiegare perché non la ritengo né utile né praticabile, colgo anche l’occasione per un’analisi a trecentosessanta gradi dell’attuale sistema di inclusione scolastica del nostro Paese, ad ormai quarantasette anni dall’avvio di essa, con l’emanazione della Legge 517/77»

A proposito della “cattedra inclusiva” (o meglio “cattedra mista”)

«Dopo la presentazione al tradizionale convegno Erickson di Rimini – scrive Salvatore Nocera – e la recente presentazione a Roma della “cattedra inclusiva”, o più correttamente “cattedra mista”, si è aperto – come è giusto che sia – un ampio dibattito su questa ipotesi didattica. Stimo molto i proponenti della novità, con i quali collaboro da decine d’anni, ma devo pubblicamente dissentire da questa proposta, poiché, a mio sommesso avviso (e non solo), essa non è concretamente realizzabile per una serie di ragioni che provo ad elencare»

Serve la bussola, per non fare… “pessime saldature” sull’inclusione scolastica

A partire dall’ingegneria navale e dalle “saldature che non vengono eseguite a regola d’arte”, un’attenta disamina e una riflessione sulle recenti “esternazioni” di Ernesto Galli della Loggia riguardanti la scuola e l’inclusione scolastica di alunni e alunne con bisogni educativi speciali, che tanto hanno fatto discutere anche sulle nostre pagine. «Se il criterio di cancellazione di un principio – scrivono tra l’altro dalla Famiglia Quaglierini – fosse quello della sua mancata o della sua carente realizzazione, l’elenco delle cose da abolire sarebbe molto lungo…»

Tutela anche per chi è colpito nel funzionamento del sistema neurologico centrale

«I professionisti indicati come referenti dei gruppi di lavoro del nuovo Osservatorio Nazionale sulla Condizione delle Persone con Disabilità – scrive Giovanni Marino, presidente dell’ANGSA (Associazione Nazionale Genitori di perSone con Autismo) – sono estremamente competenti nella materia che sono chiamati a trattare, a garanzia di una visione inclusiva della disabilità, capace di assicurare finalmente pari opportunità e tutela anche ai bisogni delle persone colpite nel funzionamento del sistema neurologico centrale, fino ad oggi ai margini»

Perché è impossibile specializzare sul sostegno tutti gli insegnanti curricolari

«Il progetto di legge sulla cosiddetta “cattedra inclusiva” – scrive tra l’altro Flavio Fogarolo – è impossibile da realizzare, prima di tutto perché avrebbe un costo enorme, assurdo e improponibile, ma anche perché, ammesso che si trovassero i soldi per realizzarlo, le Università dovrebbero accogliere 80.000 corsisti (quasi tre volte in più di adesso) che, essendo il corso biennale, diventerebbero 160.000 dal secondo anno. Si pensa davvero che lo farebbero?»

L’inclusione non è un personaggio in cerca d’autore

«La normativa in materia di integrazione e inclusione scolastica c’è – scrive Marco Condidorio – e certo, è necessario applicarla, diminuire gli alunni-studenti per classe, diffondere la cultura del successo formativo, sociale e umano per tutti gli allievi, nessuno escluso, con il supporto di personale educativo scolastico debitamente formato, ma non può essere una proposta come quella della “cattedra inclusiva” o “mista” a risolvere i problemi della continuità didattico-educativa, dell’impreparazione del personale educativo e per l’istruzione, dell’assenza degli insegnanti per il sostegno»

Prendete la parte buona della Storia, per fare ponti veri tra noi e il prossimo!

«Sento un cambiamento culturale che non mi convince – scrive Leonardo Cardo (“Zio Leo”) -, una grande mancanza di umanità, mancanza dei diritti dei più fragili, lavoro, sostegno alle famiglie. Ma noi, persone con disabilità, vogliamo vivere e non sopravvivere. Non siamo una spesa per lo Stato, ma una risorsa da coltivare. Dobbiamo fare ponti veri tra noi e il prossimo. E dimenticate la Storia, prendetene la parte buona, altrimenti soffocheremo la nostra vita nella paura di esistere». Alla vigilia del Giorno della Memoria diamo anche spazio alla poesia “La nuvola grigia” dello stesso Leonardo Cardo

27 Gennaio: tenere alta l’attenzione, perché non accada più e per agire nel futuro

«Ci circondano ancora pregiudizi, stereotipi, segregazione, violenza, maltrattamenti, discriminazioni, e negazioni di diritti», scrivono dall’ANFFAS Nazionale alla vigilia del Giorno della Memoria del 27 Gennaio, che commemora anche le circa 300.000 persone con disabilità sterminate durante il regime nazista. «Il 27 Gennaio – aggiungono – ci consente di ricordare quanto avvenuto in passato affinché non accada mai più, e ci permette allo stesso tempo di agire per il futuro, sensibilizzando soprattutto le nuove generazioni per un profondo cambiamento culturale nell’approccio alla disabilità»

Ma non bastava chiedere scusa?

«Il professor Galli della Loggia – scrive Federico Girelli – è stato da più parti giustamente criticato (anche da chi scrive) per quanto scritto con riferimento all’inclusione scolastica. Successivamente ha replicato alle critiche ricevute con un secondo intervento. Mi chiedo: come mai a volte nelle persone intellettualmente avvertite la vanagloria supera le indiscusse doti intellettuali? Non bastava chiedere anche in questo caso semplicemente scusa? Ammettere di aver sbagliato?»

Il mio grande sogno

«Ho un obiettivo ambizioso, ma legittimo, che un giorno l’Italia sarà accessibile, equa e universale, capace di fornire un’educazione e un’assistenza sanitaria di qualità, una protezione sociale che assicuri, sempre, il benessere fisico e mentale. E continuerò ad impegnarmi per questo, con le tante meravigliose persone che ho incontrato in questi anni»