Editoriali

Le forbici di una società “autistica”

Le forbici di una società “autistica”

Perché una vicenda tanto grave, come quella dell’arresto di un’insegnante di sostegno e di un’assistente educativa, per i maltrattamenti inferti anche a colpi di forbice, nei confronti di un ragazzo con sindrome autistica, trova così scarsa eco a livello mediatico? «Forse – secondo Franco Bomprezzi – in un mondo che sembra drogato dalla “civiltà” dell’immagine, nemmeno un fatto come questo riesce a “bucare” il muro dell’indifferenza»

Ma le persone non sono scomparse!

Ma le persone non sono scomparse!

«In questo momento – scrive Franco Bomprezzi – anche volendo protestare, non si saprebbe neppure come e con chi prendersela. Ma se tra i temi “scomparsi” di questo convulso periodo politico e sociale, sembra proprio vi sia anche quello della disabilità, le persone, quelle no, non sono proprio scomparse!»

Voglio un regalo per i miei quarant’anni

"Madre e figlia" (arte vietnamita)

«Non cancellatemi dalla vita dell’Italia, garantitemi tutti il necessario e il sostegno alla mia famiglia!». Claudia non cammina, non parla, non è in grado di compiere gesti finalizzati, non può spiegare i suoi bisogni e le sue necessità, ma la madre Marina è la sua ottima “traduttrice”. «Ma nonostante tutto ciò – dice Claudia – io sono una Persona, come tutti, e non credo che i miei limiti debbano negarmi questo»

Stop all’“handicaplalia”

Stop all’“handicaplalia”

Con il termine coprolalia si intende quella «devianza comportamentale che porta l’individuo (detto appunto coprolalico) ad usare continuamente un linguaggio osceno e/o volgare». Di questi tempi, invece, sembra di assistere a una deriva di “handicaplalia”, come se l’unico modo per insultare il prossimo fosse quello di fare riferimento al suo stato fisico o mentale…

Donne con disabilità, madri con figli disabili

È di loro che è giusto parlare in questo 8 marzo, per ricordare una volta di più, come scrive Rosa Agosta dell’ANFFAS, che «l’essere disabile, l’essere donna, non sono situazioni da “rinchiudere” in una sola e unica giornata, perché la disabilità – così come l’essere donna, madre e figlia – è tutti i giorni, è la quotidianità, non facile, di molte persone»

La disabilità entra nel dibattito (dalla porta sbagliata)

Era Mario Monti, il presidente del Consiglio in carica, quando, alla fine del 2012, venne prodotta la Legge di Stabilità per il 2013 che fissò di destinare 120 milioni in tre anni al Fondo per le Non Autosufficienze, derivanti da altri 450.000 controlli sui "falsi invalidi"

Dopo infatti che Gabriele Albertini, candidato alla Presidenza della Lombardia, aveva augurato a un suo competitore di guarire dall’influnza, «non volendo una competizione con disabili», tocca ora a Mario Monti dichiarare di «non poter trattare gli Italiani come dei minorati». Finalmente, quindi, le tematiche della disabilità balzano al centro del dibattito elettorale…

Sarebbe un bel programma, ma…

Sarebbe un bel programma, ma…

«…ma temo che non lo vedremo mai», scrive Franco Bomprezzi, proponendo una serie di “semplici” domande sulla disabilità, a tutti i candidati premier, in àmbito di assistenza, scuola, lavoro, mobilità e altro ancora, chiedendo agli stessi «un buon motivo per cui oggi una persona con disabilità dovrebbe votarla volentieri. Il primo che le viene in mente…»

Mai come adesso occorre fare Rete

Mai come adesso occorre fare Rete

«I diritti negati – scrive Franco Bomprezzi, prendendo spunto da una contestatissima Circolare dell’INPS -, i tagli che continuano a decimare i servizi dei Comuni e dalle Province, la partecipazione alla spesa che si trasforma in un’imposta mascherata dalla necessità: mai come adesso occorre fare Rete, con pochi obiettivi, ma condivisi, per rimettere al centro tutte le persone e non solo i ricchi che piangono»

La nostra “Agendina 2013”

Il 2012 ha visto anche molte persone con disabilità attuare scioperi della fame per rendere visibile la loro condizione

Un’ “Agendina” nella quale tenere fermi soprattutto alcuni fondamentali princìpi, in àmbito di assistenza, lavoro, scuola e molto altro, abbandonando quelle politiche e quei provvedimenti – come la recente Circolare dell’INPS, con la quale si intendono ulteriormente penalizzare i disabili sposati – che stanno rendendo sempre più insostenibile la condizione delle persone con disabilità e delle loro famiglie

Solo così vinceremo, prima o poi

Solo cioè ascoltando se stessi e mantenendo dignità e orgoglio, consapevolezza dei diritti e forza morale: questo il consiglio di Franco Bomprezzi ai suoi «compagni di sventura esistenziale», in questo triste frangente della fine di una legislatura non certo da rimpiangere, che proprio nei confronti delle persone con disabilità e delle loro famiglie, lascia irrisolta una vera “montagna” di problemi

Gran bel messaggio, “io esisto”!

«Voglio sottolineare – scrive Franco Bomprezzi – la dignità e la correttezza del messaggio “Io esisto”, scelto da Telethon 2012, la maratona per la raccolta fondi sulla ricerca riguardante le malattie genetiche rare. Perché la disabilità è la conseguenza di queste malattie e il diritto a esistere è un messaggio forte, che lega la battaglia contro le malattie a quella per una vita dignitosa, la migliore possibile»

Ce la faremo anche questa volta, nonostante tutto

«Mentre le notizie romane annunciano una possibile crisi di governo – scrive Franco Bomprezzi -, nel caos politico più totale e imbarazzante, si profila il rischio che da ora fino alla prossima primavera inoltrata, nessuno degli argomenti più rilevanti e urgenti per il welfare e i diritti di cittadinanza abbia un luogo di confronto serio e concreto. Per questo è necessaria una sorta di testimonianza civile, di militanza sociale attiva e positiva»

Dedicata a Renate

A colei, cioè, che è perita tra le fiamme dell’incendio di Titisee-Neustadt, in Germania, nel tentativo di salvare i lavoratori con disabilità di cui era responsabile. «Le dedichiamo simbolicamente la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità – scrive Giorgio Genta – perché in questi tristi tempi, sono gli esempi come quello di Renate a farci credere che non tutto sia ancora perduto. Nemmeno per le persone con disabilità»

Chi si prenderà la responsabilità?

«Quello che potrebbe accadere – scrive Carlo Giacobini, nell’imminenza di un nuovo sciopero della fame, da parte di decine di persone con gravissime forme di disabilità – fa venire i brividi. Pensare che una vita umana possa andare persa per la caparbietà del pareggio di bilancio crea angoscia prima ancora che riprovazione»

Se questi sono tecnici…

«A che cosa sono serviti – scrive Bomprezzi – anni di leggi, di convegni, di cultura dell’inclusione sociale delle persone disabili, di lavoro sulla definizione stessa di “disabilità”, concetto in continua evoluzione, basato sul rapporto tra una menomazione e l’ambiente, le barriere, le fonti di discriminazione? A che cosa sono serviti, vedendo poi la vecchissima cultura e la sistematica ignoranza delle “nuove” Tabelle di Invalidità Civile?»

È ora che le “macellerie sociali” abbassino le saracinesche

«Ancora una volta – scrive Franco Bomprezzi – le persone con disabilità e le loro famiglie dovranno esporre il proprio handicap, le proprie ferite fisiche, sensoriali o mentali, per indurre a pietà, per ottenere giustizia, per difendere i diritti minimi di cittadinanza. Lo faranno a Roma, il 31 ottobre, assieme a tutto il mondo del volontariato e del Terzo Settore e sarà un giorno triste per l’Italia»

Siamo tutti in trincea

«Occorre un commissariamento del welfare – scrive Franco Bomprezzi – ben prima delle nuove elezioni politiche, perché il disastro è qui e adesso. E i danni si vedono subito, casa per casa, famiglia per famiglia». E aggiunge causticamente: «Forse è meglio diventare poveri il più presto possibile, così almeno qualcosa forse ci verrà elargito dal solidarismo compassionevole!»

Ma tu, quanto ci costi?

È davvero insopportabile una società che nei confronti dei più deboli, e di chi ha bisogno di strumenti appropriati per tutelare i propri diritti di cittadinanza, usi sempre e comunque l’argomento del denaro e la domanda: «Sì, ma quanto ci costa?». Che poi, cinicamente, diventa: «Ma tu, quanto ci costi?»

Di fronte al rischio di un nuovo silenzio

Dopo la “ritirata” sul Piano per la Non Autosufficienza, nel cosiddetto “Decreto Balduzzi”, sembra ancor più forte, secondo Franco Bomprezzi, «il rischio di un nuovo silenzio, di un’imbarazzata presa di distanze dai problemi meno spettacolari rispetto alle Paralimpiadi ma sicuramente reali connessi alla vita di tutti i giorni». Bisogna perciò «ancora una volta rimboccarci le maniche e fare la nostra parte, ognuno come meglio può»