«Poche risorse – affermano in occasione della Giornata Mondiale del Diabete del 15 e 16 novembre, i rappresentanti di Diabete Italia, organizzazione che raccoglie le Associazioni fra persone con diabete e le Società Scientifiche della Diabetologia Italiana – bastano per scongiurare le complicanze, disastrose per le persone e le famiglie con diabete. Non mettiamo all’asta la salute delle persone, rovinando la spesa sanitaria che si voleva riequilibrare. Non “tagliando il ramo” su cui sono sedute milioni di persone “sane con diabete”, impegnate ogni giorno nella prevenzione delle complicanze».
«La spesa per l’assistenza al diabete – si legge ancora nella nota diffusa da Diabete Italia per la Giornata del 15 e 16 novembre – non è un “tesoretto” al quale attingere per tagli e “risparmi”. È vero proprio il contrario: lo Stato, infatti, spende poco e ottiene molto dai suoi cinque milioni di diabetici, la maggioranza dei quali si impegna ogni giorno per scongiurare lo sviluppo di complicanze al cuore, al cervello, agli occhi e ai reni, costosissime per lo Stato, disastrose per le persone e le loro famiglie. E la maggior parte delle persone con diabete ci riesce, se è vero che le ospedalizzazioni per questa malattia sono crollate in termini assoluti dal 2001 al 2010».
Non è certo un caso, quindi, che lo slogan di questa Giornata Mondiale sia Io ho scelto me, dedicato appunto alle persone che “scelgono se stesse”, gestendo bene il proprio diabete. «Non è facile – spiegano tuttavia da Diabete Italia – tenere il diabete sotto controllo. Bisogna ricevere un’educazione terapeutica, avere le informazioni per prendere tante decisioni quotidiane, controllare periodicamente le complicanze, ricevere la terapia appropriata e applicarla. Eppure accade che le Regioni stiano proprio “tagliando il ramo” su cui sono sedute le persone che gestiscono bene il diabete e che avrebbero bisogno di avere le Istituzioni al loro fianco e non contro di loro».
In realtà, non servirebbe poi nemmeno troppo, se non, ad esempio, incontri periodici con i team specialistici, strumenti adatti per misurare la glicemia e terapie appropriate, ma rispetto ai primi, secondo Diabete Italia, «le Regioni riducono il numero dei diabetologi e scompaginano i team, creando liste di attesa lunghe e intervalli insostenibili fra le visite». Rispetto poi alla misurazione della glicemia, «sempre le Regioni intendono indire “gare” che affidino il monopolio delle forniture all’azienda che offre il prezzo più basso». Infine, per quanto concerne le terapie, «lo Stato limita l’accesso ad alcune tra quelle più innovative».
«Se dunque questi milioni di persone che riescono a tenere sotto controllo il diabete – conclude la nota – saranno lasciate da sole, vedremo crescere i ricoveri per le conseguenze acute del diabete (ciò che succede già nelle Regioni che “risparmiano” sui presìdi) e per gravissime complicanze, quali ictus, infarti, cecità e amputazioni che miracolosamente eravamo riusciti a ridurre. E stiamo parlando di vere e proprie tragedie per le famiglie e di costi enormi per il Servizio Sanitario Nazionale. Il diabete, insomma, non è un costo, ma costa quando la persona non sa cosa deve fare, non è motivata a farlo, non è messa nelle condizioni di farlo».
Di tutto ciò si parlerà dunque nelle oltre 450 città italiane, dove il 15 e 16 novembre migliaia di volontari organizzeranno ben 700 eventi di piazza, conferenze, camminate e anche rappresentazioni teatrali. (S.B.)
Il sito dedicato alla Giornata Mondiale del Diabete riporta l’elenco dei vari eventi previsti. Per ulteriori informazioni e approfondimenti: comunicatistampa@diabeteitalia.it.