È stato certamente un incontro positivo, quello che nei giorni scorsi ha visto come protagonisti a Milano, da una parte i rappresentanti dell’Expo 2015, a partire da Fosca Nomis, disability manager dell’evento, dall’altra Vincenzo Falabella, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e Claudio Puppo, in rappresentanza della FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali di Persone con Disabilità), ovvero le organizzazioni che raggruppano la quasi totalità delle Associazioni italiane di persone con disabilità e delle loro famiglie.
Innanzitutto Nomis ha voluto informare gli esponenti delle due Federazioni del lavoro svolto – e in svolgimento – per far sì che la grande manifestazione in programma per il prossimo anno nel nostro Paese sia un’esperienza di visita accessibile e fruibile per tutti. In tal senso, è stato illustrato il programma aziendale finalizzato a mappare e coordinare tutti gli interventi della Società Expo 2015, nella logica di favorire appunto l’accessibilità del sito espositivo, la fruibilità delle visite, dei contenuti e della comunicazione e una buona qualità dell’accoglienza e dei servizi per il pubblico, a beneficio di tutti i visitatori, ivi inclusi quelli con disabilità e con altre esigenze specifiche (persone anziane, con problemi di salute, con intolleranze alimentari, madri in gravidanza, famiglie con bimbi piccoli e così via).
«Per implementare questa azione – ha sottolineato Nomis – la nostra Società si è dotata di una struttura organizzativa interna, che si raccorda con le varie divisioni aziendali, affinché i temi dell’accessibilità e della fruibilità possano permeare in modo trasversale i vari àmbiti di intervento dell’Azienda».
Dal canto loro, Falabella e Puppo hanno espresso varie istanze, osservazioni e stimoli, base ideale per il tavolo di confronto che è stato aperto per l’occasione con le due Federazioni da loro rappresentate, al fine di affrontare temi concreti e specifici sui quali, come è stato riconosciuto dagli esponenti dell’Expo, «l’apporto di competenze del mondo associativo può costituire un importante valore aggiunto, nell’interesse di visitatrici e visitatori con disabilità e della qualità dell’accoglienza ad essi offerta». (S.B.)