Ho letto recentemente che sono stati finanziati sul nostro territorio [nel Veneto, N.d.R.] degli interventi per l’abbattimento delle barriere architettoniche e la cosa non può che farmi piacere. Contemporaneamente, però, vedo che nelle nostre città e paesi si fa di tutto per introdurre barriere e ostacoli anche dove non ci sono.
Nella mia passeggiata mattutina col cane guida Roy, mi godo il variare delle stagioni, delle situazioni, incontro genti diverse, dagli idiomi sempre più differenti dall’italiano. Ed ecco che da qualche giorno, a Loreggia (Padova), sul marciapiede tra la farmacia locale e Villa Wollemborg, il cane si ferma e per proseguire mi fa scendere dal marciapiede. Cosa mai ci sarà, mi chiedo il terzo giorno? Non può essere un cassonetto dell’immondizia, perché questi ci sono solo in alcuni giorni per la raccolta differenziata. Mi sorge il dubbio che ci siano dei lavori in corso: uno scavo per il gas, una nuova linea telefonica…
Il quarto giorno, quindi, non reggendo alla curiosità, spingo il cane in avanti e allungo le mani e un piede per cercare di capire. Eccoti un palo in ferro, poi un altro, un incredibile manufatto di arte postmoderna. Una struttura che avrà richiesto chissà quale progettista o designer per reggere una generica, ma sicuramente indispensabile indicazione stradale.
Mi chiedo – dotato non di intelligenza, ma di buon senso come sono – quale siffatta opera di assoluto ingegno non potesse prevedere un palo a bordo strada, così da lasciare il marciapiede libero… Forse sarebbe stato troppo ovvio, forse non ci sarebbe stata poi la possibilità di chiedere fondi per abbattere barriere…
Io, per mio conto, visto che accanto all’interesse degli automobilisti ad essere informati c’è il mio all’incolumità, se lo troverò ancora, senza avviare procedimenti costosi o chiedere fondi per l’abbattimento, mi procurerò un robusto seghetto e provvederò da me ad eliminare tanta idiozia.
Fondi per abbattere le barriere o un robusto seghetto?
«Si fa di tutto – scrive Davide Cervellin, persona con disabilità visiva – per introdurre barriere anche dove non ci sono, come quei pali sul marciapiede, installati nel mio paese per reggere un’indicazione stradale. Accanto però all’interesse degli automobilisti ad essere informati, c’è il mio all’incolumità, e quindi, se troverò ancora quei pali, non avvierò procedimenti costosi per farli abbattere, ma con un robusto seghetto provvederò da me ad eliminare tanta idiozia»