L’avevamo scritto con chiarezza, appena due giorni fa, di come lasciasse a dir poco perplessi quella recente Sentenza prodotta dal CGA (Consiglio di Giustizia Amministrativa) della Regione Siciliana, secondo la quale i diritti costituzionali – e nella fattispecie quello allo studio degli alunni con disabilità – si affievolirebbero in presenza di situazioni di crisi della finanza pubblica.
In quell’occasione avevamo datop spazio a un puntuale approfondimento curato da Salvatore Nocera, che si era poi detto addirittura «stupefatto» quando quella stessa Sentenza aveva definito come «sussidiario» l’obbligo del servizio pubblico in tema di assistenza ed educazione ai minori.
Sulla questione non si è fatta attendere la dura presa di posizione espressa dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), che in una nota parla di «gravissimo rischio per i diritti delle persone con disabilità, proveniente in questo caso dalla Giustizia Amministrativa, con la messa in discussione dello stesso principio del diritto allo studio, che si riteneva definitivamente sancito dalla Corte Costituzionale».
«La giurisprudenza prevalente negli ultimi anni – si legge in particolare nel comunicato della Federazione – si è adeguata alle indicazioni della Consulta: il sostegno scolastico, cioè, va garantito al massimo delle ore necessarie agli studenti con grave disabilità e alle famiglie va riconosciuto il danno patrimoniale comprovato, come pure l’eventuale danno non patrimoniale. In sostanza, rifacendosi a solidi principi costituzionali, si è messo un freno a una pericolosa tendenza invalsa nell’amministrazione dell’istruzione pubblica. A sovvertire ora questa certezza giunge dapprima la Sentenza 369/14 del TAR Sicilia [Tribunale Amministrativo Regionale, N.d.R.], stabilendo che non sia dovuto il risarcimento del danno né patrimoniale né non patrimoniale, e, a seguire, la Sentenza n. 617 del Consiglio di Giustizia Amministrativa (CGA) della Regione Siciliana, che ha confermato l’indirizzo del TAR».
«Fino a questo punto – prosegue la nota della FISH – sembrava una vicenda di normale querelle legale-amministrativa, ma il peso del CGA Sicilia e la gravità delle motivazioni addotte rende la portata della Sentenza e i suoi potenziali effetti devastanti».
Effetti, va sottolineato, che stanno purtroppo già facendosi sentire, se è vero che l’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Palermo ha iniziato a notificare numerosi appelli nei confronti di quelle Sentenze del TAR Palermo, tramite le quali era stato riconosciuto il diritto all’integrazione delle ore di sostegno e al risarcimento del danno.
Tornando alla nota diffusa dalla FISH – che cita testualmente alcune parti della Sentenza del CGA Sicilia, analizzate punto per punto anche da Salvatore Nocera nel nostro precedente articolo – in essa si evidenzia che «il Consiglio Siciliano non si limita a negare il diritto al risarcimento per danni, ma mette in dubbio anche l’assolutezza del diritto costituzionale all’istruzione, con «gravissime considerazioni verso la Corte Costituzionale, accusata di una “forte caratura ideologica che ne ha accompagnato la sua rappresentazione politica e giuridica”», affermando in sostanza che «alcuni diritti non sarebbero “indiscutibili”, ma condizionati nella loro esigibilità dalla crisi finanziaria. Concretamente, dunque, l’Amministrazione potrebbe limitare il sostegno scolastico a causa della crisi finanziaria».
E ancora, da quella Sentenza si evince in pratica «che quello del sostegno scolastico sarebbe paradossalmente un compito della famiglia in cui lo Stato dovrebbe intervenire in modo solo “sussidiario”. Quindi le famiglie potrebbero essere chiamate a farsene carico materialmente ed economicamente».
«La prevedibile emulazione che tale grave Sentenza innescherà – commenta un preoccupato Vincenzo Falabella , presidente nazionale della FISH – sarà una rinnovata causa di esclusione di molte persone con disabilità. È necessaria, quindi, una forte sensibilizzazione dei Consigli Forensi, una forte unità dei legali che fino ad oggi hanno seguito i contenziosi attivati da migliaia di famiglie, ma soprattutto è necessaria un’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato, per rendere omogenee le successive Sentenze e per censurare le pesanti affermazioni del Consiglio di Giustizia Siciliano. Dal canto nostro, come FISH, agiremo in tutte le sedi adeguate, per rintuzzare questo violentissimo attacco ai diritti civili». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@fishonlus.it.