«Questa Conferenza è un’occasione importante per la Giunta Regionale della Toscana per cambiare passo nelle politiche di welfare»: lo dichiara Lugi Remaschi, presidente della Fondazione Nuovi Giorni di Bagno a Ripoli (Firenze), a margine della Conferenza Regionale Toscana sulla Disabilità, che si sta svolgendo in questi giorni a San Donnino di Campi Bisenzio (Firenze) e della quale abbiamo già riferito nei giorni scorsi.
La Fondazione Nuovi Giorni è una ONLUS impegnata dal 2010, in particolare con il progetto Futuro Insieme, nella realizzazione di iniziative finalizzate a una crescente autonomia delle persone con disabilità fisica, psichica e sensoriale. «Con Futuro Insieme – spiega Remaschi – abbiamo sperimentato concretamente nel 2014 nuovi percorsi di autonomia per più di cento ragazzi, secondo il criterio evolutivo del “modello VAI” (Vita Adulta Indipendente), in piccole strutture di accoglienza da sei a otto persone. La normativa regionale vigente, che privilegia l’utilizzo di strutture da almeno quaranta persone, limita i percorsi di autonomia e indipendenza dei soggetti ospitati e non affronta in maniera esauriente il tema del “dopo di noi”. Auspichiamo quindi che dalla Conferenza che si sta svolgendo in questi giorni emerga una concreta volontà di affrontare tale questione, per il bene soprattutto delle tante famiglie che si affidano a realtà come la nostra».
«La disabilità – prosegue il Presidente di Nuovi Giorni – è oggi un tema molto critico per il nostro territorio, specie dopo il lungo e complesso iter di approvazione del Piano Socio Sanitario Integrato Regionale. Il tema del “dopo di noi” e dei percorsi di indipendenza assume in questo contesto una rilevanza ancora maggiore, in quanto vera emergenza sociale». «Ritengo – conclude – che i documenti preparativi della conferenza contengano interessanti aperture sul ruolo delle Fondazioni e spunti interessanti anche in riferimento all’impiego dei Fondi Strutturali Europei, nell’area del lavoro, ma anche sui servizi di cura socio educativi, sui progetti sperimentali d’intervento sociale e sulla riqualificazione dell’assistenza domiciliare e il sollievo. E tuttavia tengo a sottolineare ancora una volta che per consentire l’autonomia e l’indipendenza, la piccola struttura risulta la dimensione ideale, dove garantire alle persone una prospettiva di vita serena e autonoma, anche in assenza del supporto delle famiglie. Perché l’autonomia è la condizione indispensabile per realizzare il massimo dell’indipendenza». (S.G.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Ufficio Stampa Fondazione Nuovi Giorni (Glebb & Metzger), aferro@glebb-metzger.it (Andrea Ferro).