Preannunciata da una tavola rotonda di qualche mese fa a Milano, della quale avevamo ampiamente riferito anche nel nostro giornale, è stata lanciata ed è tuttora in corso la campagna denominata Quando le mani sono fredde, iniziativa di sensibilizzazione della Lega Italiana Sclerosi Sistemica, rivolta in particolare a un pubblico di donne, i principali bersagli della sclerosi sistemica progressiva, considerata infatti come “patologia di genere”, dal momento che circa il 90% dei pazienti è rappresentato appunto da donne nella fascia di età prevalente tra i 45 e i 64 anni.
Si tratta, lo ricordiamo, di una malattia reumatica e sistemica a carico del tessuto connettivo, dovuta a un’alterazione del sistema immunitario, che colpisce i vasi sanguigni, la pelle e numerosi organi interni (cuore, polmoni, reni tratto gastro-esofageo), i quali nel tempo perdono la loro funzione primaria.
Il sintomo primo è il cosiddetto “fenomeno di Raynaud” o “delle mani fredde”, causato dal restringimento delle piccole arterie a livello delle dita delle mani (ma anche di piedi, naso, orecchie e lingua).
Mediante dunque una brochure multilingue di facile interpretazione – destinata quindi anche alle donne straniere – che è stata ad esempio distribuita alle diciottomila farmacie aderenti a Federfarma e ai Circoli Nazionali ACLI e anche grazie a uno spot audio (sermpre multilingue) diffuso dai network nazionali, oltre a una prossima presenza in vari periodici, si insegna a riconoscere tempestivamente i principali indicatori del citato fenomeno di Raynaud, come mani ghiacciate e doloranti, piccole ferite intorno alle unghie che faticano a rimarginarsi, dita rigide e gonfie, chiazze e leggeri scolorimenti della pelle. Si invita inoltre a parlarne con il proprio medico e si danno le informazioni essenziali sulla malattia e sugli esami diagnostici.
«Tramite una serie di iniziative collaterali, attraverso i principali canali media, la nostra campagna – spiega Manuela Aloise, presidente della Lega Italiana Sclerosi Sistemica – sta puntando anche a coinvolgere i singoli soggetti chiamati a interagire in prima persona, per farsi promotori di questa azione di sensibilizzazione rispetto alla diagnosi precoce». (S.B.)
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