«Queste Sentenze raccolgono le istanze di un variegato movimento che comprensibilmente e generosamente si è impegnato nei relativi ricorsi. Si tratta di provvedimenti che intervengono in una materia delicata e modificando in parte uno strumento particolarmente complesso che aveva ottenuto parere favorevole da parte delle Commissioni riunite della Camera VI (Finanze) e XII (Affari Sociali), oltreché del Consiglio di Stato, dopo una lunga e controversa gestazione. Ma al di là della genesi e dell’elaborazione, l’ISEE è uno strumento essenziale per l’accesso a molte prestazioni agevolate fondamentali per l’inclusione delle persone con disabilità».
Così Vincenzo Falabella, presidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), commenta quelle tre recenti Sentenze del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio (n. 2454/15, n. 2458/15 e n. 2459/15), sulle cui possibili conseguenze abbiamo prodotto nei giorni scorsi un nostro ampio approfondimento, che hanno parzialmente accolto altrettanti ricorsi presentati contro il Decreto del Presidente del Consiglio (DPCM) 159/13 e cioè il Regolamento concernente la revisione delle modalità di determinazione e i campi di applicazione dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE).
In sostanza, lo ricordiamo, quei provvedimenti hanno innanzitutto escluso dal computo dell’Indicatore della Situazione Reddituale (ISR) – una delle due componenti dell’ISEE – «trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari, incluse carte di debito, a qualunque titolo percepiti da amministrazioni pubbliche», ovvero tutte le pensioni, assegni, indennità per minorazioni civili, assegni sociali, indennità per invalidità sul lavoro, assegni di cura, contributi vita indipendente ecc.; hanno inoltre annullato il DPCM 159/13 nella parte in cui prevedeva un incremento delle franchigie per le sole persone minorenni con disabilità o non autosufficienti.
«Al di là del merito di quelle Sentenze – dichiara poi Falabella -, che ci siamo presi il giusto tempo di valutare, stiamo raccogliendo in questi giorni un disorientamento generale da parte di molte famiglie, ma anche degli altri attori coinvolti, vale a dire dei Centri di Assistenza Fiscale (CAF), degli Enti Locali, degli sportelli informativi e delle Associazioni. È fuor di dubbio, infatti, che il sistema generale informatico e di calcolo non si sia adeguato alle Sentenze. Al contempo ci chiediamo se il mero adeguamento sia negli intenti del Governo e, in particolare, del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali».
Proprio al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, quindi, si rivolge direttamente la FISH, per chiedere quali ne siano le intenzioni, in funzione della chiarezza complessiva.
«Se il Governo intende impugnare le Sentenze del TAR di fronte al Consiglio di Stato – dichiara infatti il Presidente della Federazione – e chiederne la sospensiva, ne informi tempestivamente tutti i potenziali interessati, poiché ciò significa che, al momento, si continueranno ad elaborare le Dichiarazioni Sostitutive Uniche (DSU) dell’ISEE con i criteri antecedenti alle Sentenze del TAR del Lazio. Se al contrario il Ministero intende rimodulare lo strumento ISEE, accogliendo le indicazioni del TAR, allora ciò deve rappresentare l’occasione per rivedere anche altri aspetti a suo tempo accantonati o ritenuti residuali, come la considerazione del costo della disabilità, le spese per l’assistenza personale e i costi indiretti sopportati in termini di lavoro di cura dai caregiver [assistenti di cura, N.d.R.] familiari. In ogni caso ci si aspetta un segnale netto e chiaro che ricomponga il disorientamento diffuso».
«Queste pronunce – dichiara dal canto suo Franco Bettoni, presidente della FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali di Persone con Disabilità) – incontrano senz’altro il nostro favore, dal momento che la nostra Federazione, durante il tavolo di confronto aperto a suo tempo dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali sulla riforma dell’ISEE, a nome delle “Associazioni storiche” in essa riunite (ANMIC, ANMIL, ANGLAT, ARPA, ENS, UICI, UNMS), aveva da sempre manifestato il proprio dissenso sui criteri di calcolo fissati nel nuovo regolamento, giudicandoli iniqui e deleteri dei diritti delle persone con disabilità. A questo punto, perciò, sarà necessario sapere cosa intende fare il Ministero, per ovviare alla fase di incertezza che inevitabilmente si apre, almeno nel breve periodo, sull’efficacia pratica del disposto».
«Circa 10 milioni di persone – conclude Bettoni – attendono dunque che i Ministeri del Lavoro e dell’Economia forniscano nuove indicazioni conformi alle Sentenze del TAR Laziale, sulla base delle quali l’INPS potrà modificare il proprio sistema informatico per consentire ai CAF il rilascio di Dichiarazioni Sostitutive Uniche aggiornate e affinché questo accada nel più breve tempo possibile, non saremo solo degli osservatori». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@fishonlus.it; ufficiostampafand@anmil.it.