«Sulla base di una lettura superficiale e disattenta del documento programmatico governativo La Buona Scuola – si scrive in una nota diffusa dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – e della Proposta di Legge C-2444 (Norme per migliorare la qualità dell’inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con altri bisogni educativi speciali), sostenuta dalla nostra Federazione e dalla FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali di Persone con Disabilità), oltreché in opposizione a una presunta “medicalizzazione” della professione, la sigla sindacale indipendente ANIEF (Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori) si oppone all’istituzione di percorsi di formazione seri e approfonditi sui bisogni educativi specifici degli alunni con disabilità per gli insegnanti di sostegno. L’ANIEF sembra però ignorare che gli insuccessi dell’inclusione scolastica non riguardano tanto gli alunni con necessità sanitarie elevate e complesse, ma principalmente gli alunni con gravi disabilità dell’apprendimento. Rispondere alle necessità di questi alunni attraverso strategie educative appropriate ed efficaci a superare, per quanto possibile, le loro difficoltà di apprendimento, non dev’essere invece compito del personale sanitario, ma della scuola pubblica e dei docenti, come avviene in tutto il mondo».
La FISH esprime dunque «preoccupazione per le proposte dell’ANIEF», ritenute tali da creare «condizioni di esclusione e discriminazione senza precedenti, mai adottate nemmeno nelle vecchie “scuole speciali”». In tal senso, secondo la Federazione, «si potrebbe addirittura prefigurare, accogliendo quelle proposte, uno scenario già severamente condannato nel 2004 dal Consiglio d’Europa nella sua decisione sul reclamo collettivo condotto da Autisme Europe contro la Francia, in cui si ravvisava una violazione del diritto all’educazione degli alunni con autismo nella pratica vigente di affidarne l’istruzione agli Istituti Medico Educativi (IME) del Paese transalpino [se ne legga cliccando qui, N.d.R.]».
«Di fronte a queste richieste di retroguardia e, siamo certi, minoritarie, confermiamo – dichiara il presidente della FISH Vincenzo Falabella – la necessità di migliorare la capacità del sistema scolastico di includere e istruire efficacemente gli alunni con disabilità, indipendentemente dalla natura e gravità della disabilità stessa. E in tal senso riteniamo che questo obiettivo si possa realizzare solo garantendo a tutti gli alunni con disabilità, nessuno escluso, pari opportunità di apprendimento insieme ai coetanei in un ambiente favorevole, come richiesto dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. Le nostre idee sul tema sono del resto molto trasparenti e agli Atti della Camera».
In conclusione, la FISH ribadisce con forza che «l’eventuale affidamento degli alunni con gravi disabilità ad assistenti socio-sanitari si configurerebbe come una violazione del diritto all’istruzione» e rivendica ancora una volta «un sistema scolastico in grado di garantire una vera inclusione e percorsi di apprendimento efficaci, necessari a conseguire il massimo grado di autonomia, autodeterminazione, inclusione sociale e lavorativa e partecipazione nella società per ogni persona con disabilità, nessuna esclusa». (S.B.)
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