Anche la CPD di Torino (Consulta per le Persone in Difficoltà) è tra i partner della campagna globale denominata #DrawDisability (“Disegna la disabilità”), promossa dall’UN GEFI (Global Education First Initiative, ovvero “Prima Iniziativa Globale per l’Educazione” delle Nazioni Unite), dal GLOBI (Global Observatory for Inclusion, l’“Osservatorio Globale per l’Inclusione”) e dal GEFI YAG (Youth Advocacy Group, il “Gruppo del GEFI per la Tutela dei Giovani”).
L’invito è rivolto a tutti i bambini e ragazzi del mondo dai 6 ai 17 anni, con e senza disabilità, a riflettere sul concetto di disabilità, raffigurando le proprie idee in un disegno.
Sarà possibile inviare disegni fino al 15 luglio e i trenta che verranno giudicati come i migliori saranno esposti in concomitanza della Settantesima Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York. Quelli invece che arriveranno entro il 1° aprile prossimo, verranno presentati in maggio al Forum Mondiale dell’Educazione in Corea del Sud e in giugno a New York, alla Conferenza degli Stati Parte della Convenzione ONU sui Diritti della Persone con Disabilità.
«Crediamo che l’arte – sottolineano dalla CPD di Torino – rappresenti uno strumento narrativo di trasformazione sociale e che questa campagna offra la possibilità a bambini e giovani di tutto il mondo di mettere in discussione cattive pratiche e stereotipi associati alla disabilità, agendo da cittadini consapevoli e attivi. Invitiamo perciò i ragazzi a partecipare numerosi e gli insegnanti a farsi promotori di questa significativa attività educativa». (S.B.)
Bambini e ragazzi: disegnate la disabilità!
È l’invito rivolto dalla campagna globale denominata “#DrawDisability” a tutti i bambini e ragazzi del mondo dai 6 ai 17 anni, con e senza disabilità, a riflettere sul concetto di disabilità, raffigurando appunto le proprie idee in un disegno. «Questa campagna – sottolineano dalla CPD di Torino, partner nazionale dell’iniziativa – offre la possibilità a bambini e giovani di tutto il mondo di mettere in discussione cattive pratiche e stereotipi associati alla disabilità»