Questa è la storia di due imprenditori, Giovanni e Franco, che come due “moschettieri” dei giorni nostri avevano grandi sogni. Non piaceva loro la sola idea di fare profit, ma sposavano da tempo una convinzione, cioè che «nella vita non sono solo i denari a far felice le persone, ma le azioni».
I nostri si dedicarono allora a progettare idee innovative anche per il non profit, incontrarono una dama, Patrizia, che accettò la sfida e costituirono una società per aprire un bar, ma non solo…
È nato così, a Spini di Gardolo (Trento), “Tutti per Uno”, un bar davvero speciale, un’attività economica a tutti gli effetti, ma con un obiettivo fuori dal comune: tutti gli utili saranno devoluti per aiutare gli altri, enti, famiglie, persone con disabilità o in stato di disagio, associazioni non profit, ma anche associazioni sportive che inseriscano persone svantaggiate o che facciano progetti per loro.
«Il concetto innovativo di questa iniziativa imprenditoriale – spiega Giovanni Coletti, presidente della Fondazione Trentina per l’Autismo di Mezzolombardo (Trento) e ideatore del progetto, insieme ai soci Franco Pinamonti e Patrizia Miani – vuole creare una nuova formula di solidarietà nelle imprese, per andare oltre la donazione una tantum che ci si ricorda di fare a Natale, in modo da incorporare l’impegno sociale nella mission stessa dell’azienda. Sicuramente uno stimolo in più per tutti: lavorare non solo per se stessi, ma con la consapevolezza di aiutare delle persone in difficoltà, che beneficeranno degli utili e dei fondi raccolti».
L’inaugurazione del 20 febbraio scorso è stata un successo: locale pieno, amici, curiosi e autorità politiche, tra cui Mariachiara Franzoia, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Trento, Bruno Dorigatti, presidente del Consiglio della Provincia Autonoma di Trento e il senatore trentino Franco Panizza. Numerose anche le televisioni e i giornalisti che non si sono voluti perdere l’avvio di un’attività così unica e il taglio del nastro di rito per mano della “madrina” della Fondazione Trentina per l’Autismo, la cantante lirica che ha calcato i palcoscenici di tutto il mondo, Katia Ricciarelli, oggi attrice e anche neoscrittice del libro Da donna a donna. La mia vita melodrammatica.
L’idea di base del bar – che come detto si trova a Spini di Gardolo (Via Kufstein, 1) – si può riassumere in poche parole, «aiutare chi ha bisogno», ma è stata concretizzata in un progetto dalle molte sfaccettature. I prodotti utilizzati, infatti, provengono da aziende agricole sociali locali, e quindi sono buoni in tutti i sensi: per il gusto e per l’opportunità di crescita e inserimento sociale che garantiscono a molte persone con disabilità, altrimenti escluse dal mondo del lavoro.
È stata inoltre predisposta una sala riunioni perfettamente attrezzata, che viene messa a disposizione a titolo gratuito agli enti non profit e alle associazioni sportive che inseriscano ragazzi con disabilità.
“Ciliegina sulla torta”, all’interno del bar, arredato con cura e buon gusto, fa bella mostra di sé una slot machine quasi centenaria proveniente da Las Vegas, un pregiato pezzo di modernariato con un’importante particolarità: non funziona! La sua presenza simboleggia infatti la scelta etica di non installare all’interno del locale dispositivi di gioco come slot machine, videolottery e videopoker, causa di gioco d’azzardo patologico e rovina di molte famiglie. Servirà invece a raccogliere fondi che verranno donati di mese in mese a diverse associazioni ed enti non profit. Per Mister Slot un bel modo per concludere una poco onorabile carriera di “spillasoldi”!
Quindi, anche con un semplice caffè si può aiutare ad esempio la Fondazione Trentina per l’Autismo a realizzare Casa Sebastiano a Coredo (Trento), struttura destinata alle persone con autismo, nonché attività e percorsi fondamentali per la crescita e l’inserimento sociale dei giovani con disabilità.
Questa iniziativa rappresenta una risposta concreta alle continue sforbiciate che subisce il welfare in Italia e che di fatto hanno escluso molte persone con disabilità da servizi e terapie indispensabili, per cui numerose famiglie si trovano nella condizione di non riuscire a dare ai propri figli le cure necessarie. Un progetto virtuoso in cui gli imprenditori assumono concretamente un ruolo di responsabilità etica, devolvendo parte dei loro proventi a sostegno di iniziative necessarie per i cittadini più fragili del loro stesso territorio.
«Speriamo in questo modo – sottolinea Coletti – di segnare un nuovo passo, che molte aziende vogliano seguire, in cui coniugare imprenditorialità e sociale, perché la società è fatta di persone ed è in prima persona che si assumono le sfide del futuro in cui istituzioni e cittadini collaborano per il bene del proprio territorio».
Un’idea innovativa, di cui non si era finora sentito parlare, ma che ci auguriamo si diffonda a macchia d’olio!
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: info@fondazionetrentinaautismo.it.