Sono davvero enormi le difficoltà che incontra chi, come me, è costretto a muoversi in carrozzina, vive a Napoli e tenta di frequentare il San Carlo, ovvero il più grande e il più noto teatro della città.
In seguito, infatti, a un incidente di molti anni orsono, sono tetraplegico e quindi per i miei spostamenti faccio uso di una sedia a rotelle. Nonostante i grandi problemi che incontro nella vita quotidiana, ho un lavoro in banca e non intendo rinunciare a condurre una vita, per quanto possibile, “normale”. Ciò che però potrebbe essere più facile altrove, a Napoli è pressoché impossibile.
Senza dilungarmi troppo sui problemi che quotidianamente devo affrontare nel percorrere le strade cittadine – già dissestate e caotiche per chi si muove con le proprie gambe e che per me sono un vero e proprio “percorso di guerra” – credevo che almeno un teatro importante come il San Carlo, ente lirico di rilevanza mondiale, fosse minimamente attrezzato per favorire l’accesso alle persone con disabilità motoria. E invece mi sbagliavo, a giudicare da ciò che mi è accaduto qualche giorno fa, in occasione di un concerto di Keith Jarrett.
Le prime difficoltà le ho incontrate già al momento di acquistare il biglietto: biglietteria non attrezzata, scale senza montascale, senza ascensore, senza una rampa accessibile. Per poter pagare con il Bancomat, ho dovuto affidare la tessera – e il relativo codice segreto – a un mio accompagnatore. E se fossi andato da solo? L’addetta a cui mi sono rivolto per far presente le mie difficoltà mi ha risposto dicendomi più o meno che, «con tutti i problemi che ci sono in città, i miei non erano certo tanto importanti»…
Veniamo quindi al giorno del concerto. Il mio posto – 130 euro, per la cronaca… – era su un palco e ho potuto accedervi solo per la buona volontà dei Vigili del Fuoco, presenti per tutt’altre ragioni, che mi hanno sollevato di peso davanti a decine di persone. Ma quando mi hanno assegnato il posto non ci avevano pensato?
Una volta entrato, però, nel palco non c’era spazio sufficiente per tutti gli occupanti e mi hanno proposto di accomodarmi in platea, dove sarei dovuto andare da solo, senza il mio amico con cui da giorni mi stavo preparando a vivere l’esperienza del concerto. E così, con buona pace degli altri spettatori vicini di sedia, ci siamo tutti stretti un po’…
È mai possibile che nel 2015, con le leggi vigenti per la tutela delle persone con disabilità e in un teatro che gode di sovvenzioni pubbliche, finanziate anche con soldi che pago da contribuente, non possa assistere a uno spettacolo come tutti gli altri?
Keith Jarrett è stato bravissimo, ma io credevo che per godere della sua magia fosse necessario essere dotati di un buon orecchio e non anche di buone gambe!