Vietato non toccare non è uno slogan nuovo: basti pensare all’esperienza dello scultore non vedente Felice Tagliaferri, raccontata anche su queste pagine da Simona Atzori. E dopo il percorso tattile della Galleria degli Uffizi a Firenze e i musei tattili di Ancona (Omero) e Varese, quello slogan può ben rappresentare anche un’altra attività molto particolare, pensata per tutti e molto adatta alle persone che vedono poco o nulla.
Questa volta siamo a Siracusa, al Museo del Papiro, che porta il nome del suo fondatore, Corrado Basile, 76 anni: «un uomo – come lo ha descritto Alessandro Cannavò nel blog InVisibili del “Corriere della Sera.it” – dalla parlata con colorite inflessioni siciliane e occhi luccicanti per una passione che sin dagli anni Sessanta l’ha portato a cercare non solo in Egitto ma anche nel Ciad, in Etiopia e nel Sudan oggetti che oggi testimoniano il molteplice utilizzo del papiro nei costumi delle popolazioni autoctone; e a studiare antichissimi documenti, egizi e romani».
La visita al Museo del Papiro ha costituito una delle tappe più gradite per trenta turisti inglesi non vedenti, giunti appositamente per conoscere la Sicilia Sudorientale, grazie alla rete creata da Bernadette Lo Bianco, presidente dell’associazione Sicilia Turismo per Tutti, con il tour operator italo-inglese Seable.
Anche l’esperienza tattile-sensoriale del Museo del Papiro – inaugurata proprio dai trenta viaggiatori inglesi – è nata dalla collaborazione tra Bernadette Lo Bianco e Corrado Basile: il percorso «all’essenza di gelsomino e al tocco di papiro» consente ai visitatori di imparare a conoscere questa pianta affascinante, che in Europa cresce spontaneamente solo qui, le sue parti e i suoi derivati, lavorandola personalmente, mentre si viene avvolti dalla fragranza di gelsomino; un’esperienza di forte impatto emotivo che ha molto colpito gli ospiti inglesi.
Poi, nella Chiesa di Santa Lucia alla Badia, grazie a un modellino in scala, hanno potuto apprezzare le forme della statua d’argento di Santa Lucia appena trasferita lì, dalla Cattedrale, per la Festa di Santa Lucia delle Quaglie (cosi detta per via dello stormo di quaglie che preannunciò l’arrivo di quelle navi cariche di grano che salvarono il popolo dalla carestia), una celebrazione molto sentita dai siracusani.
Nella stessa chiesa – da poco resa accessibile alle persone con disabilità motoria, grazie a una rampa che è una conquista personale di Lo Bianco – gli ospiti hanno potuto apprezzare il Seppellimento di Santa Lucia, opera del Caravaggio. Infine, hanno visitato e toccato le colonne doriche del Tempio di Atena, che nel VII secolo fu inglobato nella cattedrale cristiana dalla facciata barocca. E poi ancora Fonte Aretusa, per completare il percorso del papiro, e il Parco Archeologico.
Nei giorni a seguire, quindi, visita a Noto e Ragusa, Catania, le falde dell’Etna e Taormina, tutto grazie all’accuratezza con cui Sicilia Turismo per Tutti ha studiato percorsi e incrociato eventi e personaggi che hanno reso a persone non vedenti, oltretutto straniere, una narrazione della Sicilia indimenticabile.
Sono stati giorni di grande emozione anche per Bernadette Lo Bianco, che ha visto “toccare”, con rispetto e curiosità, la sua Sicilia da persone appassionate, più simili ai viaggiatori dell’Ottocento piuttosto che ai turisti spesso acritici di oggi.
La domenica successiva, poi, trentadue ospiti sordi di Messina hanno seguito un altro percorso: il Teatro Greco – dove si era aperto il 51° Ciclo di Rappresentazioni Classiche organizzato dall’Istituto Nazionale del Dramma Antico – il Parco Archeologico e l’Orecchio di Dionisio, che ha particolarmente colpito gli ospiti. E ancora, le Catacombe di San Giovanni, l’Isola di Ortigia e il centro storico. Il tutto con traduzione in LIS (Lingua Italiana dei Segni). Infine la Messa, anch’essa con traduzione in LIS (a Siracusa viene celebrata ogni mese), che ha costituito un momento particolarmente intenso.
«Il tour – spiega Lo Bianco – è stato organizzato con la collaborazione dell’ENS (Ente Nazionale dei Sordi) di Messina e Siracusa. L’avere individuato un percorso goduto e condiviso da e con persone con difficoltà di udito, ha permesso il superamento della barriera della lontananza e l’aggregazione tra persone sorde residenti in città diverse, che si sono attese e accompagnate, favorendo anche lo scambio personale. Un momento importante per i messinesi che non avevano mai visitato Siracusa. Anche questo significa fare turismo per tutti».
A Bernadette Lo Bianco si deve riconoscere il ruolo di motore e sostegno del turismo accessibile in Sicilia. «Per tutti – ci corregge – turismo per tutti. Perché chi ha un’esigenza speciale, che sia di tipo alimentare o che derivi da una particolare condizione dell’esistenza, ha il diritto di ricevere cure adeguate alle sue esigenze. Il nostro dovere professionale e culturale è quello di rendere il loro soggiorno interessante e piacevole. E la prima cosa da fare è rimuovere tutti quegli ostacoli che possono rendere difficoltoso l’adattamento a luoghi non consueti».