Anche quest’anno a Ferragosto ci siamo ritrovati a piangere una morte che poteva essere evitata.
Andrea Soldi, sofferente mentale, ammanettato come un delinquente e soffocato è stato l’ennesima vittima di un sistema basato sul rifiuto, sulla sopraffazione e sulla violenza nei confronti delle persone fragili e sofferenti.
Tutto ciò si esprime nella negazione di cure umane ed efficaci, oggi disponibili, sostituite dalla pratica routinaria dei Trattamenti Sanitari Obbligatori (TSO), della contenzione meccanica e farmacologica, dalla prevalente istituzionalizzazione in strutture di tipo manicomiale diffuse su tutto il territorio nazionale.
Gran parte degli oltre diecimila TSO praticati ogni anno in Italia potrebbero essere evitati dalla ricostituzione di un valido sistema di presa in carico globale delle persone con disagio psichico/sofferenza mentale da parte dei Servizi di comunità, soprattutto Centri di Salute Mentale (CSM), ormai ridotti a meri dispensari di psicofarmaci.
Lo smantellamento di questi servizi, perseguito con pervicacia negli ultimi dieci anni dai diversi Governi, e il conseguente abbandono delle persone con sofferenza mentale sono la principale causa di cronicizzazione e di invalidità di molte persone che potrebbero essere curate e utilmente reinserite nella vita sociale e lavorativa, ciò che comporta, oltre tutto, un considerevole spreco di risorse economiche sottratte alla collettività.
Mai come oggi, dunque, occorre una rinnovata mobilitazione della società civile per il superamento di questa politica cinica e miope.
Andrea Soldi, un’altra vittima del rifiuto
«Sofferente mentale, ammanettato come un delinquente e soffocato, Andrea Soldi – scrive Girolamo Digilio, riferendosi alla tragica vicenda del giovane morto all’inizio di agosto a Torino, durante un Trattamento Sanitario Obbligatorio – è stato l’ennesima vittima di un sistema basato sul rifiuto, sulla sopraffazione e sulla violenza nei confronti delle persone fragili e sofferenti»