«La sua indignazione è perfettamente giustificabile e comprensibile. La nostra Amministrazione è in carica da 5 mesi, ma sta già provvedendo a fare tutto il necessario per rendere accessibile Palazzo della Ragione, come previsto nel progetto di recupero del Palazzo del Podestà. Faremo il possibile perché i beni culturali che la nostra bellissima città ha da offrire, non siano preclusi a nessuno. Speriamo infine che, nonostante l’accaduto, in futuro Lei possa tornare a visitare la nostra città senza più il timore di trovarsi di fronte una “porta chiusa”, ma bensì una città nuova, pronta ad accoglierla nel modo che si conviene».
Oltre che al nostro giornale, Fulvia Reggiani, donna con disabilità in carrozzina, si era rivolta direttamente anche al Sindaco di Mantova, per denunciare la totale inaccessibilità – per lei e per Rossana Roli – del Museo della Follia di Palazzo della Ragione, esposizione composta da centonovanta opere di Antonio Ligabue e da trentasette di Pietro Ghizzardi e quella che abbiamo riportato è la risposta giuntale dalla Segreteria del Sindaco.
Una risposta che soddisfa a metà – come abbiamo anche scritto nel titolo di questa nota – perché se da una parte fa ben sperare sull’accessibilità delle prossime iniziative culturali nella bella città virgiliana – ciò su cui vigileremo – dall’altra parte lascia comunque perplessi sul fatto che si sia deciso di organizzare un interessante evento culturale in una sede inaccessibile alle persone con disabilità motoria. In altre parole, se un edificio non è accessibile a tutti, e se non esiste la possibilità di renderlo tale, esso semplicemente non può ospitare una mostra aperta al pubblico!
Ma tant’è, confidiamo speranzosi nel futuro. (S.B.)
La risposta di Mantova che soddisfa a metà
Alle persone con disabilità motoria in carrozzina, che indignate avevano denunciato l’inaccessibilità di una mostra ospitata dal Palazzo della Ragione di Mantova, la Segreteria del Sindaco ritiene giustificabile e comprensibile tale indignazione e garantisce che si farà tutto il possibile perché i beni culturali della città non siano più preclusi a nessuno. Resta il fatto che se un edificio non è accessibile, e se non esiste la possibilità di renderlo tale, esso semplicemente non può ospitare una mostra aperta al pubblico!