«Tramite la Deliberazione del Commissario Prefettizio n. 87 del 18 novembre scorso, senza alcuna concertazione con le associazioni che sul territorio rappresentano le tematiche dei cittadini con disabilità, è stata repentinamente revocata la facoltà ai titolari di “contrassegno invalidi” di parcheggiare gratuitamente tra le cosiddette “strisce blu”».
A segnalarlo è Vitaliano Ferrajolo, presidente dell’LPH di Caserta (Lega Problemi Handicappati), Associazione aderente a Federhand/FISH Campania (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap). «La questione – aggiunge Ferrajolo – è stata decisa e risolta tutta in serena e completa autonomia amministrativa nelle stanze di palazzo, su proposta del nuovo dirigente alla mobilità Biondi (motu proprio o sollecitato dal concessionario?) e sulla scorta di mere documentazioni nemmeno tanto normative, quanto giurisprudenziali, che hanno sì un peso, ma meramente orientativo e solo in caso ci sia un eventuale altro contenzioso in itinere, cosa che non ci consta sia in essere. Infatti, basta leggere le premesse del citato Deliberato n. 87 e ci appare palese come il Dirigente sconfessi una facoltà concessa dalla norma al Consiglio Comunale (che nel 2009 aveva approvato un regolamento in cui si permetteva alle persone con disabilità la sosta gratuita tra le strisce blu), appellandosi alla Sentenza della Corte di Cassazione n. 21271/09 senza una ragione apparente, se non quella di limitare il diritto alla mobilità di chi veramente è portatore di una disabilità».
Un punto che a tal proposito è necessario ribadire ancora una volta è che le Sentenze della Corte di Cassazione possono sì “fare giurisprudenza”, ma hanno valore giuridico solo ed esclusivamente per lo specifico caso da esse trattate.
«E del resto Caserta – prosegue Ferrajolo – non era certo stata l’unica città ad avere concesso tale beneficio. Lo avevano fatto ad esempio Frosinone, Torino, ma anche tante altre. Si violano quindi, operando in tal modo, quei princìpi fondamentali che sono ispiratori della Legge 18/09 (ratifica della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità), della quale crediamo, anzi siamo sicuri, che nessun dirigente comunale rammenti nemmeno l’esistenza. Ebbene, il Comune di Caserta si pone ora controcorrente sia ai princìpi statuiti alla lettera k) del Preambolo della Convenzione ONU (partecipazione alla vita sociale senza ostacoli), sia comprimendo i punti alla lettera m) e n), ma soprattutto cancellando il principio chiaramente normato alla lettera o) dello stesso Preambolo, che vorrebbe le persone con disabilità coinvolte in prima persona nei processi decisionali che le riguardano!».
«Purtroppo – sottolinea amaramente il Presidente dell’LPH – chi prende provvedimenti amministrativi è lontano chilometri dai problemi reali che i cittadini vivono sulla loro pelle, approcciandosi in modo avulso alle varie questioni dietro ottuse “normative” senza senso. Già sul nostro territorio si vive in uno stato di “guerra” tutti i giorni, di soprusi, di illegalità, di mortificazioni alla dignità e di mancanza di pari opportunità… E quindi un simile provvedimento potevano certamente risparmiarselo, poiché non cambia le sorti finanziarie dell’Ente, ma solo quelle del concessionario».
«A questo punto – conclude Ferrajolo – come rappresentante dell’LPH, Associazione di tutela delle persone con disabilità, aderente a Federhand/Fish Campania, nonché come referente del Centro Antidiscriminazione UNAR della Presidenza del Consiglio, prima di proporre ogni sorta di mediazione, inviterei pubblicamente il Commissario Prefettizio e il Dirigente alla Mobilità Biondi a farsi un giro sulla sedia a rotelle per le vie di Caserta, così da immedesimarsi nel ruolo… Oggi, per altro, gli ordini professionali dell’area “costruzione” più sensibili stanno proponendo ai progettisti di vivere personalmente l’esperienza formativa della disabilità fisica e sensoriale, così da sperimentare sulla propria pelle un’esperienza full immersion. Basta mezz’ora per comprendere! Questo, naturalmente, a prescindere dalla formale richiesta di un incontro con l’Amministrazione, per verificare congiuntamente provvedimenti tali da non contribuire a limitare il diritto all’agevole circolazione di chi veramente necessita di provvedimenti che non rappresentano certo vantaggi, ma un agevolare l’inclusione sociale. Molto, invece, si dovrebbe fare per stroncare gli abusi di chi usa illecitamente il tagliando, pratica che noi conosciamo bene, ciò che costituisce realmente una piaga endemica, sia per i parcheggi che per gli accessi impropri nella Zona a Traffico Limitato (ZTL)».
In tal senso Ferrajolo riprende anche, nella sua nota, un estratto dal sito HandyLex.org, ove parlando di Gratuità dei parcheggi nelle zone blu si scrive: «I problemi si pongono nel momento in cui la gestione di parcheggi – tutti, non solo quelli in struttura e custoditi – è stata affidata in convenzione ad aziende terze che possono pretendere, in forza della Sentenza del TAR [Sentenza n. 6044 del 25 maggio 2006 del TAR del Lazio, N.d.R.], un’esatta previsione dei posti da riservare gratuitamente. In questo caso è la convenzione per la concessione che stabilisce le regole. Di fatto devono essere rispettate le indicazioni dell’articolo 11 del DPR 503/96 nella parte in cui prevede che almeno un parcheggio ogni 50 (o frazione) sia riservato e gratuito. La convenzione può imporre un numero maggiore, ma non un numero minore, perché costituirebbe una violazione di legge». (S.B.)
Ringraziamo Daniele Romano per la collaborazione.
Per ulteriori informazioni: vife58@yahoo.it (Vitaliano Ferrajolo).