Ha 25 anni, è in carrozzina a causa della sindrome da regressione caudale (o sequenza da regressione caudale) che l’ha colpita alla nascita, e si barcamena tra lavoro, università e allenamenti di tennis.
Ragazza solare ed estroversa, E.G. è volontaria da un anno alla CRI (Croce Rossa Italiana), ed esattamente presso un comitato in provincia di Torino, ben testimoniando come la carrozzina non rappresenti assolutamente un impedimento per poter svolgere questa attività e viverla davvero a tutto tondo.
«Nel mio Comitato della Croce Rossa Italiana – spiega – svolgo l’attività di centralino e tutte le attività del Gruppo Giovani: organizziamo varie raccolte fondi e viveri durante l’anno, inoltre siamo presenti con varie iniziative di gioco per i bambini alle manifestazioni del paese».
Ma quali sono, le chiediamo, le ragioni che ti hanno spinto a farlo? «Semplicemente – dice – volevo sentirmi utile. Non sapevo nulla della Croce Rosse Italiana e iniziando a farne parte, mi si è aperto un mondo che mi sorprende ogni giorno di più, proprio perché è qualcosa che fa stare bene me, oltre al fatto che, ovviamente, si tratta di un modo per aiutare le persone in difficoltà, anche senza essere per forza un soccorritore: ognuno, infatti, è utile a seconda delle sue capacità e potenzialità!».
«Grazie alla Croce Rossa Italiana – racconta poi – ho imparato a rivalutare la vita sotto altri punti di vista morali, ad apprezzarne degli aspetti che prima non avevo mai preso in considerazione; mi ha fatto rendere conto di essere utile per il mio territorio e non solo, di essere utile alle persone che semplicemente hanno solo bisogno di una parola e di conforto».
E la carrozzina? È stata forse un ostacolo per questa attività? «Assolutamente no! – ci dice – Infatti collaboro tranquillamente con i miei colleghi attraverso tutte le attività di cui ho parlato prima». In bocca al lupo, cara E.G., e complimenti per il tuo impegno!