«Come cambierà realmente la vita di operatori sanitari e cittadini con la digitalizzazione della Sanità e come si potranno razionalizzare le risorse disponibili? Qual è e soprattutto quale sarà il valore sociale della Sanità privata in Italia, fatta di una rete capillare di presìdi che, in diversi casi, offrono servizi di “privato sociale” ai cittadini? La medicina di precisione, la cosiddetta target teraphy, è già oggi una realtà: possiamo curare più in fretta, meglio e in molti casi guarire pazienti che fino a qualche anno fa sarebbe stato impossibile, ma a quale costo? E questi costi in quale modo saranno sostenibili per il Servizio Sanitario Nazionale?».
A porre questi fondamentali quesiti è Motore Sanità, Associazione di Promozione Sociale nata per ricercare strategie sostenibili, che consentano di avere domani un Servizio Sanitario con le stesse possibilità di cura per tutti i cittadini. E per provare a rispondere, la stessa organizzazione ha promosso, insieme a numerose Istituzioni Regionali e Nazionali, un ciclo di eventi previsti in diverse città italiane, che si protrarranno fino alla metà di giugno.
«Tra le principali possibili soluzioni da noi individuate – spiegano da Motore Sanità – vi è ad esempio una migliore prevenzione primaria e dunque la diffusione di corretti stili di vita che allontanino il tempo in cui ci ammaliamo; ma anche una migliore prevenzione secondaria, con diagnosi precoci, su larga scala, di un numero sempre più elevato di malattie, senza dimenticare i vaccini che consentano di eradicarne alcune, grazie al cosiddetto “effetto gregge” in un’intera popolazione. E ancora, occorre migliorare le cure territoriali, per affrontare in modo adeguato il ritorno a casa dopo un ricovero ospedaliero e, in particolare, la cronicità che certamente diverrà, con il progressivo – e auspicabile – invecchiamento della popolazione europea e italiana, la vera sfida del futuro. Entro il 2050, infatti, si prevede che più di un quarto della popolazione avrà più di 65 anni e tuttavia l’aumento della longevità ha un andamento disuguale e i divari esistenti all’interno dei Paesi e tra Paesi diversi dell’Europea continuano ad aumentare. Per affrontare questa sfida, fatta di milioni di persone che necessitano di cure al proprio domicilio perché fragili o affette da una malattia cronica, dovranno essere rivisti i modelli organizzativi della sanità ospedaliera e territoriale e utilizzate al meglio le tecnologie digitali, come quelle, ad esempio, per il telemonitoraggio dei pazienti».
Un’ulteriore importante tematica sottolineata da Motore Sanità, «difficile da affrontare, ma sulla quale alcune Regioni del Mezzogiorno d’Italia stanno cercando di invertire la rotta», è quella della cosiddetta “mobilità passiva”, ovvero «i viaggi in altre Regioni rispetto a quella in cui si risiede per curarsi o sottoporsi a un intervento chirurgico. Negli incontri da noi promossi affronteremo la questione, cercando di capire quali sono e quali saranno gli strumenti per invertire questo processo gravoso per le casse delle Regioni e per le tasche dei cittadini. Si spendono, infatti, circa 400 milioni di euro all’anno di “mobilità passiva” nel nostro Paese».
Il ciclo di eventi ha già preso il via nei giorni scorsi a Genova (La Riforma a che punto siamo. Verifica intermedia) e tra i prossimi appuntamenti prevede ora quello del 13 maggio a Venezia (Il valore sociale della Sanità privat) e quello del 23 maggio a Milano (La Sanità lombarda. Tra medicina di precisione e gestione della cronicità). (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Cinzia Boschiero (cinziaboschiero@gmail.com).