Gentile sindaca di Roma Virginia Raggi, le scrivo per dirle che il suo no alle Olimpiadi e alle Paralimpiadi non può definirsi completo. Nonostante il suo impegno, infatti, le Paralimpiadi si svolgono ogni giorno e ogni cittadino romano con disabilità le affronta quando ha un impegno che lo porta fuori da casa sua. Allora mi sono detta: se la sindaca Raggi è tanto sfavorevole a queste esibizioni, bisogna che qualcuno la porti a conoscenza di tali “manifestazioni abusive” che si svolgono nella sua città, perché vi ponga rimedio.
Bando alle ciance, dunque, ed ecco alcune delle gare che svolgiamo in clandestinità, e che riguardano la popolazione non solo di Roma, ma anche i turisti che visitano regolarmente la nostra città.
Tutte le classi del BMX (il motocross in bicicletta). Dove: dappertutto (marciapiedi, ville, strade anche vicino al centro). Svolte con: sedie a rotelle, stampelle e ausili vari. Grazie alle numerosissime buche, dissesti stradali, sassi e mancata manutenzione, tale sport è possibile in tutti i Municipi della Capitale, compresi quelli centrali, grazie ai sampietrini. Presenta un grado di pericolosità variabile. In alcuni Municipi e ville, infatti, arriviamo alla caduta, alla foratura delle gomme della sedia, a ribaltamenti vari, con conseguente “sacramentazione” in pubblico, una disciplina a sé nella quale ci stiamo allenando per bene.
Salto degli ostacoli. Luoghi: sopratutto negozi, al centro e in periferia, chiese, ristoranti e a volte anche uffici pubblici. Si tratta di impegnarsi, a volte con l’aiuto di una guida, a superare scalini di vario genere e profondità. Si vincono uno o più punti a seconda della gravità. Il premio potrebbe essere una discopatia per la guida, che a volte è occasionale (ad esempio il proprietario di un negozio). Qui si prende in considerazione il salto degli ostacoli all’asciutto perché, quando piove, anche poco, tale sport si trasforma nei:
3.000 siepi, che comportano l’esigenza di munirsi almeno di impermeabile, cappello da pescatore e calosce come divisa di ordinanza. È infatti molto alto il rischio, se non si usano tali precauzioni, di finire inzaccherati e fradici dalla testa ai piedi, cosa incresciosa se si sta in giro e non si deve tornare subito a casa: le spiegazioni negli uffici circa i 3.000 siepi potrebbero essere difficoltose.
Slalom. Luoghi: marciapiedi di Roma. Si tratta di uno sport ameno, dovuto alla graziosa abitudine dei cittadini romani, ma anche dell’AMA [Azienda Municipale Ambiente, N.d.R.], di metterti ostacoli sul cammino. Nel mio caso questo comporta l’uso di una guida (di solito il marito), che mi grida al momento giusto: palo! Macchina! Sacchetti di immondizia! Bottiglia di vetro! In qualche caso, addirittura: Albero!
Questo sport comporta qualche rischio: attenzione a voi che usate come strumento una sedia con elettricità e uno scooter… non andate a velocità sostenuta, gli alberi di Roma, se presi frontalmente, fanno male!
Discesa libera. Disciplina che in altri luoghi è tipicamente invernale, ma a Roma si pratica tutto l’anno, Deriva il proprio nome da tutte le sedicenti rampe sparse per la città, definite accessibili da Christian Ghedina, noto discesista. Questo sport può essere accompagnato a scelta da grida di giubilo (evviva ce l’ho fatta!) o da urla di terrore, soprattutto se sei con la carrozzina ultraleggera.
C’è la possibilità di avere una guida, che verrà squalificata se ti trattiene in maniera eccessiva, essendo questo uno sport di velocità.
Arrampicata. Di lunghezza variabile, con terreni variabili e nella variante con gli scalini, data la natura di Roma, è davvero molto praticata. È in combinata con la discesa di cui sopra. La guida che spinge con forza eccessiva verrà squalificata. In alcuni casi io ho avuto un bonus perché accompagnata da mia madre ottantenne.
Acrobazie in acqua. Di livello facile, visto che Roma è piena di piscine non accessibili. Richiede l’uso di due robusti bagnini, se come me non siete silfidi. Il loro contributo, infatti, è essenziale per la famosa “elevazione a strappo”, compiuta a volte con un galleggiante, che dev’essere accompagnata, dove possibile, da un battito di mani e da un bel sorriso, anche se vi siete appena slogati una spalla. Ma d’altronde lo sport è sacrificio!
Vi sarebbero molti altri sport, ma mi piacerebbe li descrivessero gli altri, anche perché ognuno ha la sua specialità. Questi che ho descritto li ho provati tutti, sono davvero una grande appassionata, come può confermare mio marito, che era sempre con me e ha annotato tutti i tempi e le ferite riportate.
Dunque, sindaca Raggi, che ne direbbe se per il 2024 abbattessimo anche queste di Paralimpiadi? Giuro che noi romani non ce la prenderemmo!