È un’esperienza importante che rimarrà impressa nei nostri cuori quella vissuta il 18 novembre scorso alla sede di Lesmo (Monza-Brianza) della Lega del Filo d’Oro. Ne abbiamo varcato il portone in punta di piedi, emozionati, travolti da un miscuglio di sensazioni: la consapevolezza, infatti, che un’Associazione così importante avesse scelto noi, proprio noi di DDI Italy, per “sperimentare” una nuova e diversa esperienza, ci ha letteralmente riempito di gioia… Al tempo stesso eravamo intimoriti per la grande “sfida” che ci aspettava.
Tanti sono stati i ragazzi che abbiamo incontrato nei nostri vari #noBarrierTour, ognuno con la propria storia, le proprie difficoltà. Disabilità differenti che abbiamo avuto modo di trattare semplicemente attraverso l’esperienza acquisita. Gli ospiti della Lega del filo d’Oro sono ospiti “speciali”: tutti non vedenti, alcuni non udenti, con disabilità intellettiva, tanti con gravi problemi motori.
Ci siamo dunque lanciati in questa avventura, consapevoli della nostra mission: divertimento e allegria per tutti!
Il Centro della Lega del Filo d’Oro di Lesmo è un luogo meraviglioso e accogliente. La quiete e la serenità è la prima e immediata sensazione che abbiamo avuto arrivando. Siamo stati accompagnati alla piscina della struttura, in un ambiente confortevole e attrezzato, con varie zone e dispositivi tecnologici per i servizi educativo-riabilitativi.
Abbiamo conosciuto le fisioterapiste che ci avrebbero poi seguito nelle attività del pomeriggio: Chiara ed Elisa, due allegre e premurose professioniste che ci hanno spiegato con chiarezza le varie disabilità che avremmo incontrato, raccontandoci le problematiche e le personalità delle persone che avrebbero fatto la loro prima prova sub. Otto storie, ognuna con le proprie peculiarità. Ci hanno anticipato le difficoltà della comunicazione e la necessità della loro presenza accanto ad ogni singola persona durante le attività, affinché fosse possibile la trasmissione di qualsiasi informazione.
Alla Lega del Filo d’Oro, per comunicare con persone sordocieche, vengono utilizzati sistemi di comunicazione che privilegiano come principale canale sensoriale il b, codici che vanno dal più semplice al più complesso, il cui uso varia a seconda dell’età e delle capacità residue possedute dalla singola persona. Il metodo Malossi, la comunicazione gestuale, la LIS tattile, la comunicazione comportamentale, oggettuale, pittografica, la dattilologia, lo stampatello sulla mano ecc.
Entusiasti, quindi, ma allo stesso tempo timorosi per la nuova e diversa esperienza, abbiamo guidato verso la piscina i primi ragazzi, due alla volta per evitare troppa attesa, accompagnati dalle loro operatrici, sempre sorridenti, premurose e attente a qualsiasi particolare: una parola di conforto, una carezza sul viso, una sistemata al costume, un incitamento. Nulla lasciato al caso, con la piena percezione dell’impegno e dell’amore con cui svolgono il loro lavoro. La cosa più bella è stato forse vedere come tra il volontario/operatore e l’utente sia nata una relazione significativa, un coinvolgimento profondo sfociato in una vera amicizia.
Dopo i saluti e le presentazioni, abbiamo spiegato – sempre grazie al supporto delle fisioterapiste e delle operatrici che traducevano le nostre parole – l’attività in programma. Abbiamo fatto toccare alle persone ogni singolo componente dell’attrezzatura: la maschera, la bombola, il GAV (giubbotto ad assetto variabile), l’erogatore, i “tubi da cui passa l’aria”. Dopo qualche prova di respirazione a secco, siamo entrati in acqua e i timori, le paure e le titubanze iniziali sono scomparsi appena abbiamo messo piede in piscina.
Dopo i primi due, Franco e Stefano, il pomeriggio è proseguito con Mariassunta, Luigino, Elisabetta, Isabella, Roberto e Fabrizio, tutte persone partecipative, entusiaste, che hanno risposto prontamente ai nostri stimoli e proposte. Per molti di loro l’esperienza si è conclusa con una vera e propria immersione, con due, tre giri in piscina.
Sorrisi compiaciuti, occhi che brillavano di felicità, braccia alzate al cielo in segno di vittoria, una gioia piena e sincera: una vera esplosione di energia.
Per ognuno, poi, è giunto il momento della consegna del diploma: abbracci e baci in segno di ringraziamento. E ancora, le foto di rito, con Isabella che non vedeva l’ora di passare il pomeriggio con noi proprio per le foto che le avremmo fatto.
E pure noi soddisfatti, contenti. Una felicità che traspariva dai nostri volti, testimoniata dalla foto di gruppo che ci siamo “dedicati” a fine giornata, un enorme arricchimento, come le altre esperienze che abbiamo vissuto e che viviamo.
Chi entra in contatto con la Lega del Filo d’Oro, sia per motivi personali che di lavoro, ne rimane sempre colpito e cambiato. I sorrisi di tutti, dei volontari, dei ragazzi, dei responsabili, degli operatori, impressionano. E anche noi abbiamo lasciato la struttura soddisfatti, con la consapevolezza di avere contribuito nel nostro piccolo e senza pretese alla grande mission di questa Associazione, di far cioè immaginare alle persone una realtà diversa dal loro vissuto e dalle loro esperienze quotidiane, le uniche in cui si identificano. Un pomeriggio diverso, vissuto nella spensieratezza.