Laura Cucinotta, Giovanna Tarabbo, Jacopo Buccellato, Simone Dominicis, Emiliano Barone, Stefano Guglielmi, Matteo Palamara, Fabrizio Menichelli, Ilaria Manna: sono le persone con sindrome di Down che, seguite e sostenute dall’esperienza di uno dei proprietari dell’Elettroforno Frontoni di Roma, hanno dimostrato come il processo di acquisizione di competenze professionali, calibrate sulle specifiche attitudini di ciascuno, sia più che mai realizzabile.
È accaduto il 5 febbraio scorso, a cura dell’AIPD di Roma (Associazione Italiana Persone Down) e all’interno di un percorso iniziato già dal mese di ottobre dello scorso anno, caratterizzato da una serie di incontri finalizzati appunto a far comprendere alle persone con sindrome di Down i meccanismi che regolano il mondo del lavoro: dalle norme in materia di sicurezza e gestione degli spazi di lavoro, alla normativa sull’igiene e a quella attinente alla giusta retribuzione.
Come spiegano dall’Associazione promotrice, «coloro che sono stati coinvolti nell’iniziativa, componenti di un gruppo già adeguatamente coeso, hanno confermato come avere preso parte insieme a un percorso di preparazione professionale, attraverso visite aziendali e, successivamente, con più giornate di lavoro per il completamento della formazione come cameriere da sala, li abbia aiutati ad affrontare questa esperienza con maggiore consapevolezza e coinvolgimento. In cucina,infatti, si sono sostenuti a vicenda, suggerendo alcuni passaggi agli amici rimasti indietro e restituendo un’atmosfera di totale collaborazione».
Divisi dunque in due piccoli gruppi, Laura, Giovanna, Jacopo, Simone, Emiliano, Stefano, Matteo, Fabrizio e Ilaria hanno dato il via a un interessante percorso di scoperta dei segreti del mestiere, toccando con mano le farine, impastando e apprezzando i profumi degli ingredienti selezionati dall’Elettroforno Frontoni.
«Dopo avere imparato a lavorare con le apposite cuffie esolo lavando le mani – ricordano ancora dall’AIPD di Roma -, scoprendo ben presto come il rispetto dell’igiene sia una vera “religione” in cucina, i nostri giovani hanno scoperto le varie tipologie di farine impiegate per gli impasti, le regole da seguire e tutta la gestualità, quasi rituale, che occorre per far sì che il prodotto finale sia quello sperato. E hanno appreso i “segreti” del lievito, elemento chiave nel processo di panificazione. Poi, all’avvicinarsi dell’ora di pranzo, tutti d’accordo nel dare il via alla fase di condimento della pizza, con gli aspiranti panettieri che si sono lasciati trascinare dalla fantasiosa e ricercata combinazione di ingredienti, rigorosamente di stagione e freschi di giornata. Il risultato finale ha soddisfatto davvero tutti, cuochi, spettatori e genitori, che a mano a mano hanno raggiunto curiosi i propri figli».
A tutti i partecipanti alla giornata formativa è stato rilasciato un attestato di frequenza, dando ulteriore sostanza a una parola come Autonomia. «Autonomia come percorso individuale di crescita – sottolineano in conclusione dall’AIPD – che in quanto tale, non può prescindere dalla possibilità di sentirsi parte integrante di un processo produttivo e non può escludere il riconoscimento del diritto a un lavoro che risponda ad esigenze diverse, spesso inesplorate e inascoltate proprio in virtù della loro specialità. Ma e diverso solo se non lo conosci!». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Alessia Maestà (Ufficio Stampa e Comunicazione dell’AIPD di Roma), alessia.maesta@gmail.com.