«Il quadro che si delinea presenta luci e ombre: non mancano spunti interessanti e interventi migliorativi, ma la strada da fare sembra ancora tanta. Insomma, un punto dal quale ripartire»: così il CoorDown (Coordinamento Nazionale Associazioni delle Persone con Sindrome di Down) commenta in una nota i Decreti Attuativi della Legge 107/15 (cosiddetta la Buona Scuola), approvati definitivamente nei giorni scorsi, a partire da quello sull’inclusione degli alunni e studenti con disabilità.
«Apprezziamo gli sforzi fatti dal Governo – prosegue la nota del CoorDown – e vogliamo esprimere un sentito ringraziamento alla ministra Valeria Fedeli, per la disponibilità alla collaborazione che ha dimostrato in sede di consultazione, nel mese di marzo scorso, sullo schema dell’Atto n. 378, durante un incontro cui ha partecipato, tra gli altri, anche la nostra vicepresidente Antonella Falugiani. Alcuni punti della Delega appena varata ci sembrano dunque soddisfacenti. Riteniamo positivo, ad esempio, che si sia rimesso al centro del nuovo sistema la famiglia e che si possa fare affidamento sull’associazionismo di settore. Consideriamo inoltre in modo favorevole anche il mantenimento dei 20 alunni per classe (inizialmente portato a 22), in presenza di ragazzi con disabilità, così come un’altra nota positiva – derivata proprio dalla fase di consultazione – è quella relativa alle prove INVALSI [Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo di Istruzione e di Formazione,N.d.R.]. Con il nuovo Decreto, infatti, alla stesura degli indicatori dell’inclusione scolastica (fino ad ora delegati ai singoli istituti) parteciperà anche l’Osservatorio per l’Inclusione Scolastica, istituito presso il Ministero. Su questo punto, per la verità, pur concordando con le modifiche apportate, il nostro Gruppo Scuola ritiene che – per dare un senso alla prova INVALSI – debba essere specificato che i libri di testo adottati per gli alunni con disabilità siano quelli della classe».
«Di contro – rileva invece il CoorDown – evidenziamo che alcuni punti fondamentali sono rimasti oscuri e non rispecchiano quanto ci si aspettava per il raggiungimento dell’obiettivo di una scuola realmente inclusiva. Ribadiamo ad esempio che il Decreto propone una soluzione non condivisibile nella sua formulazione per quanto riguarda la formazione degli insegnanti dei vari ordini e gradi, perché permane settoriale, pensata per una scuola “speciale”, che non è per tutti. Concordiamo inoltre con chi, prima di noi, ha definito “vecchio” il testo prodotto, sia dal punto di vista culturale che pedagogico, considerando la didattica inclusiva come prerogativa degli alunni con disabilità e non di tutti gli alunni. Anche per tutto questo, dunque, non consideriamo la riforma come un punto di arrivo, ma piuttosto come una nuova base di partenza e in tal senso il nostro Gruppo Scuola ha chiesto di partecipare attivamente alla definizione delle Linee Guida che dovrebbero chiarire alcuni punti, in modo che si possa arrivare alla definizione di una riforma più adeguata ai tempi e alle richieste sociali». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@coordown.it (Federico De Cesare Viola).