Una meraviglia! Da vedere, da ascoltare, da respirare. Uno spettacolo unico, da gustare con tutti i sensi. Pensavo questo, tornandomene a casa dopo avere passeggiato per un’ora in mezzo alle rovine dell’antica Roma, sotto il cielo stellato, e avere visto, ascoltato e respirato la nascita della Roma imperiale.
È il Viaggio nei Fori, un progetto di valorizzazione dei Fori Imperiali ideato da Piero Angela e Paco Lanciano e prodotto da Zètema Progetto Cultura, ente strumentale di Roma Capitale. Inaugurato qualche anno fa, ha riaperto i battenti il 13 aprile scorso, per la quarta stagione, con un’importante novità: da quest’anno, infatti, il Viaggio nei Fori è completamente (o quasi) accessibile. «Manca ancora la traduzione nel linguaggio dei sordi – mi ha spiegato Antonio, la mia guida – ma il problema potrebbe risolversi con una App che permettesse al non udente di vedere la traduzione in LIS [Lingua Italiana dei Segni, N.d.R.] sul monitor del proprio telefono».
Antonio lavora per Orpheo, l’azienda che con il Progetto Arte per tutti vuole rendere il patrimonio culturale italiano fruibile a tutti i visitatori.
Il Viaggio nei Fori è un tuffo nel passato che dura un’ora. Si cammina su una pedana di legno, che rende il percorso accessibile alle persone in carrozzina o con difficoltà a deambulare e ci si immerge nella Roma di Giulio Cesare, osservando, proiettate sulle antiche rovine, le ricostruzioni in videografica della città, come doveva essere duemila e rotti anni fa.
Si parte con le immagini (vere) degli Anni Trenta del Novecento. Filmati dell’Istituto Luce che fanno vedere il quartiere che esisteva dove oggi passa Via dei Fori Imperiali. Si vedono operai dell’epoca al lavoro. Con picconi e carriole buttano giù in pochi mesi un intero quartiere e ci costruiscono sopra la strada che collega Piazza Venezia al Colosseo.
Il tuffo nell’antica Roma continua con il passaggio sotterraneo sotto la grande strada voluta da Mussolini, per spuntare, all’aperto, nel bel mezzo delle rovine. La voce che ci guida, in cuffia, è quella di Piero Angela e così, mentre si osservano colonne illuminarsi e scene della vita di allora proiettate nei posti dove davvero allora si viveva, si ha la sensazione di essere protagonisti di una puntata di Quark, con il grande “maestro” della TV italiana che fa da Cicerone.
La guida mi fa osservare delle macchinette, grandi come una telecamerina antifurto, fissate durante il percorso. Servono a far sincronizzare il video e l’audio con il passaggio dei visitatori. In questo modo, pur avendo al collo un telecomando, non occorre schiacciare alcun tasto (a parte quello iniziale per scegliere tra le otto lingue della traduzione), e una persona che non può muovere le braccia assiste allo spettacolo come tutti gli altri.
L’altra novità, mi spiega Antonio, è un cavo ad induzione, che serve per le persone ipo-udenti che usano apparecchi acustici. Il cavo percepisce il segnale e lo rimanda direttamente agli apparecchi, evitando fastidiosi ronzii.
Il viaggio finisce di fronte alla Curia Romana, con la ricostruzione della morte di Cesare e la nascita della Roma Augustea proiettata sulle mura dell’unico edificio resistito alle demolizioni. A fianco a me due bambini stranieri osservano a bocca aperta.
La proiezione finisce, la meraviglia no, perché si è ancora al centro dei Fori. In cuffia rimane per un po’ una musica epica. Vedo gente con gli occhi lucidi.
Mi dice Antonio che ogni anno, tra il Foro di Cesare e il Foro di Augusto, partecipano al viaggio 150.000 visitatori e che il progetto è ampiamente in attivo. Che le aziende sono rientrate dai costi, che guadagnano, dando lavoro a tante persone, e che il Comune incassa ogni anno una discreta somma che serve anche per il restauro dei Fori. E dire che qualcuno, tempo fa, aveva detto che con la cultura non si mangia…