Si arricchisce ulteriormente la collezione di video della serie La nostra esperienza del vedere, prodotti e distribuiti dall’APRI di Torino (Associazione Pro Retinopatici e Ipovedenti) e realizzati dal regista Thomas Nadal Poletto, con l’obiettivo, come avevamo ampiamente spiegato a suo tempo, «di lanciare, grazie ad “attori” ipovedenti e non vedenti, un messaggio ben preciso: chi non vede può effettuare moltissimi atti della vita quotidiana, così come chi vede». Documentare, in altre parole, le potenzialità operative delle persone con disabilità visiva, evidenziando, al contempo, alcuni aspetti poco conosciuti della cecità e dell’ipovisione.
I nuovi due filmati della galleria – che attualmente vengono anche proiettati nelle stazioni della Mtropolitana di Torino – si intitolano rispettivamente Condividendo e 68 passi, e il primo di essi ha per protagonista la giovane non vedente Dajana Gioffrè, psicologa e molto attiva nel sociale, che viene ripresa in varie scene di vita quotidiana insieme al suo coinquilino vedente, mentre cucina in piena autonomia, si interessa a un film trasmesso in TV o si reca da sola al lavoro, utilizzando il navigatore pedonale del proprio smartphone.
68 passi rappresenta invece un vero e proprio campionario completo delle varie sfaccettature presenti nell’ipovisione causata dalla retinite pigmentosa. Qui la protagonista è Giovanna Gisoldi, che viene ritratta prima sul lavoro in ufficio, a leggere, seppure con difficoltà. Poi esce per recarsi a prendere i figli a scuola e il percorso viene compiuto ricorrendo a varie strategie e con l’aiuto del bastone bianco. Dopo l’incontro con i bambini, però, il bastone sparisce e sebbene sembri essere lei ad accompagnare i figli, in realtà sono proprio loro a condurla a casa.
«Sono davvero molti gli equivoci spiegati in qust’ultimo breve documentario – sottolinea Marco Bongi, presidente dell’APRI – a partire dal fatto “strano” di una persona in grado di leggere, che subito dopo utilizza il bastone bianco all’esterno. Che voglia apparire cieca, mentre non lo è? E poi… perché il bastone è presente all’andata, quando la protagonista è sola, mentre sparisce al ritorno, quando ha anche la responsabilità di accompagnare i bambini? In realtà – e molti lo ignorano – la retinite pigmentosa produce un forte restringimento del campo visivo, cosicché le persone che ne sono colpite possono leggere anche caratteri piccoli, grazie al piccolo residuo centrale, ma non sono in grado, nel movimento, di percepire ostacoli grandi posti lateralmente, sotto o sopra».
«Quanti equivoci e calunnie si potrebbero evitare – conclude dunque il Presidente dell’APRI – se si conoscesse meglio questo “pianeta inesplorato” che è l’ipovisione!». (S.B.)