«I diritti dei disabili, che possono usufruire del Progetto Vita Indipendente (Legge Regionale Legge Regionale 57/12) vengono ancora una volta negati da parte di una Regione assente sulle problematiche legate alla disabilità, elemosinando somme che non coincidono né con le promesse che inizialmente ci avevano fatto, né con il minimo che ci avevano garantito. Addirittura col passare degli anni, ci ritroviamo ad oggi ancor peggio del punto di partenza, non solo perché il Progetto anziché evolversi in divenire si è evoluto “a ritroso”, ma anche perché ci hanno tolto la dignità in ciò che molti di noi e le nostre famiglie avevano sperato: una vita più serena, più libera, più leggera».
Questo aveva dichiarato all’inizio di aprile Manolo Pelusi, responsabile del Movimento Vita Indipendente Abruzzo alla testata «i due Punti», tracciando anche una rapida cronistoria sulla situazione denunciata.
«Ricordo – aveva spiegato – che nel 2015 erano stati stanziati in bilancio 570.118,23 euro, facendo rientrare nel progetto 41 persone. Nel 2016, invece, erano stati stanziati più di 600.000 euro, facendovi rientrare 38 persone (meno che nel 2015, poiché la maggior parte degli ammessi al Progetto avevano richiesto il budget massimo annuale). Ora siamo arrivati “nello strapiombo”: nel capitolo di bilancio del 2017, infatti, sono stati stanziati soli 200.000 euro, che potranno fare rientrare 10 o poche più persone». Il tutto ricordando «l’utopica promessa della Regione Abruzzo del dicembre 2014, per l’annualità del 2015, attraverso una Risoluzione urgente votata sia dall’opposizione che dalla maggioranza, di un milione di euro».
«Pertanto – aveva concluso Pelusi – in qualità di responsabile del Movimento Vita Indipendente Abruzzo, a nome di tutti i disabili e dei disabili abruzzesi feriti nell’orgoglio e nella dignità, chiediamo e auspichiamo che il presidente della nostra Regione Luciano D’Alfonso e gli assessori preposti Marinella Sclocco (per il Sociale) e Silvio Paolucci (per il Bilancio) abbiano almeno la sensibilità unanime di comprendere che non abbiamo bisogno di chiavi simboliche per restare immobili, ma di essere sostenuti liberamente attraverso una rapida variazione di bilancio. Il nostro Movimento è naturalmente aperto a un confronto costruttivo e risolutivo».
Ebbene, quelle parole di Pelusi, sono state riprese qualche giorno fa da «i due Punti», ovvero a più di un mese da quando erano state pronunciate. Il commento della testata è sintetico, ma quanto mai significativo: «Sono trascorsi altri trenta giorni e nessuna risposta. Che dire? La consapevolezza di una grande tristezza e il forte imbarazzo di abruzzesi».
Una vicenda, quindi, che parla da sé e non merita troppi commenti, ma soltanto risposte concrete da chi si era esposto con impegni non mantenuti. (S.B.)
Ringraziamo Massimiliano Bellini per la segnalazione.