Avevamo ampiamente presentato, circa un anno e mezzo fa, l’avvio del progetto denominato Museo per tutti. Accessibilità museale per persone con disabilità intellettiva, iniziativa dell’Associazione milanese L’abilità, finanziata e sostenuta dalla Fondazione De Agostini, che ha già consentito di realizzare strumenti e percorsi specifici per persone con disabilità intellettiva, presso il Museo Archeologico San Lorenzo di Cremona, Castello De Albertis a Genova, la Reggia di Venaria (Torino) e prossimamente anche alla Galleria Nazionale di Roma e al Museo degli Innocenti di Firenze.
Un nuovo importante risultato ha coinciso nelle scorse settimane con l’approdo di Museo per tutti alla 57. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, ove grazie al progetto dell’Abilità, è stata resa accessibile alle persone con disabilità intellettiva l’opera d’arte Catalonia in Venice 2017_La Venezia che non si vede dell’artista Antoni Abad, a cura di Mery Cuesta e Roc Parés, aperta al pubblico fino al 26 novembre prossimo.
«Il progetto di Abad – come spiegano dall’Abilità – è organizzato e prodotto dall’Istitut Ramon Llull e costituisce un’interpretazione sensoriale della città lagunare in collaborazione con persone non vedenti o ipovedenti, che utilizzano i sensi in modo diverso e particolare, condividendo le esperienze e le difficoltà della loro vita quotidiana e mostrando gli aspetti urbani meno evidenti, per delineare una mappatura nuova del territorio pubblico in modo che possa essere utilizzabile da tutti. Dal canto nostro, nell’àmbito di Museo per tutti, abbiamo ideato e realizzato un booklet in un linguaggio facilitato, con l’ausilio di immagini e simboli a disposizione di questo tipo di pubblico e dei loro caregiver, in modo tale da rendere fruibile l’opera stessa. Inoltre, all’interno di Catalonia in Venice è possibile trovare su tablet dedicati i contenuti facilitati della mappatura».
In sostanza, l’attenzione per garantire l’accessibilità dell’opera d’arte è stata focalizzata sulla redazione nel cosiddetto linguaggio Easy to Read (“facile da leggere”) di un opuscolo in italiano, spagnolo e catalano, che riporta spiegazioni semplificate rispetto a cosa sia la Biennale di Venezia e all’applicazione BlindWiki, ideata da Antoni Abad. Inoltre, all’interno del catalogo è stata realizzata anche una storia sociale,con sequenze di testo facilitato e foto, che aiutano le persone con disabilità intellettiva a comprendere il contesto nel quale si trovano, mentre con i simboli della Comunicazione Aumentativa e Alternativa è stata elaborata inoltre la descrizione dell’intera opera d’arte.
E ancora, come accennato dall’Associazione L’abilità, per facilitare ulteriormente la fruizione, è a disposizione dei visitatori un tablet in cui si può visualizzare una mappa semplificata di Venezia e ascoltare le registrazioni audio realizzate per l’App BlindWiki. Infine, nei mesi di giugno (venerdì 23), settembre (venerdì 15), ottobre (venerdì 13) e novembre (venerdì 10) saranno organizzate visite guidate per piccoli gruppi di persone con disabilità intellettiva, a cura di Valeria Bottalico, ricercatrice e formatrice in àmbito di accessibilità museale e componente di ICOM Italia (il Consiglio Internazionale dei Musei).
«Siamo molto contenti – dichiara Carlo Riva, direttore dell’Associazione L’abilità e responsabile di Museo per tutti – che il nostro progetto abbia la possibilità di farsi conoscere in una vetrina tanto prestigiosa come quella della Biennale di Venezia, e siamo soddisfatti di partecipare a Catalonia in Venice_La Venezia che non si vede, che già mette in luce il tema dell’accessibilità universale. La piena fruizione della bellezza di un’opera d’arte, la partecipazione sociale al suo divenire, il poter comprendere e vivere il significato di un’esperienza come appunto Catalonia in Venice, migliora la qualità della vita delle persone con disabilità e costruisce una nuova società dove tutti condividono cultura e senso di comunità. E promuovere il benessere della persona con disabilità e una nuova cultura della disabilità all’alba delle sfide del welfare del Terzo Millennio, è parte sostanziale della nostra mission». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Anna Tipaldi (annatipaldi@labilita.org).