Il Congresso Straordinario della CGIL Campania, svoltosi il 17 e 18 maggio scorsi, è stato un ottimo banco di prova per testare le prime sperimentazioni in tema di accessibilità, un primo passo che l’area Politiche Disabilità della medesima organizzazione sindacale ha intrapreso nella direzione di favorire la partecipazione attiva delle persone con disabilità agli eventi che riguardano il mondo del lavoro, dopo aver posto il tema di come un sindacato, quando affronta temi cruciali, debba prima di tutto rimuovere le barriere che spesso incontrano le stesse persone che intendono partecipare alle varie assemblee e incontri.
In tal senso, un precedente Congresso – sempre “Straordinario” e riguardante la Camera del Lavoro Metropolitana di Napoli, pur avendo visto al centro anche il tema della disabilità, con l’approvazione di due Ordini del Giorno, rispettivamente sulle politiche di genere e sull’impegno dei dirigenti sindacali in àmbito di disabilità [se ne legga anche nel nostro giornale, N.d.R.], aveva però fatto emrgere, purtroppo, alcune criticità, che grazie alle segnalazioni relative alle barriere incontrate da parte di alcune persone, sono state raccolte dallo scrivente e rilanciate nel successivo Congresso Regionale, come elemento prioritario affinché la CGIL attui pienamente quanto deciso nelle assemblee.
Sono emersi infatti alcuni fattori – come quelli riguardanti sia il palco che la platea della Sala Convegni del Complesso Napoli Est (Università Federico II, Scuola Politecnica e delle Scienze di Base), dove appunto si è svolta l’assise del congresso partenopeo -, che hanno fatto registrare la completa inaccessibilità alle persone in carrozzina, pur essendo presenti nella stessa struttura ascensori a norma: una stranezza inspiegabile, ancor più se si considera che il complesso, nuovissimo, avrebbe dovuto rispettare i più elementari criteri non solo di accessibilità, ma più in generale di “fruibilità”. Perché una persona con disabilità che si muove grazie alla carrozzina (o ad un altro ausilio) non è solo una persona di “passaggio”, che prende l’ascensore o percorre determinati luoghi, ma è e deve essere spettatore o, per dirla provocatoriamente, addirittura “protagonista” dell’evento e parlare dal palco.
A questo punto presumiamo che sia incredibile per qualche progettista immaginare una cosa del genere (un disabile che parla dal palco!): ebbene, se ne facciano una ragione e inizino a progettare bene!
Alla questione delle barriere architettoniche, poi, si aggiunge quella delle barriere sensoriali, tema troppo spesso sottovalutato, e in un’epoca come la nostra, dove la comunicazione diventa uno dei principali veicoli anche di formazione/informazione, si può ben capire la necessità di prestare giusta attenzione anche alle disabilità sensoriali, per non correre il rischio di escludere dal contesto un’ulteriore fetta della nostra società, come le persone sorde e quelle cieche.
Con la consapevolezza, dunque, che sono innumerevoli le soluzioni per rimuovere le barriere, per la CGIL Politiche Disabilità è stato utilissimo avviare una sperimentazione, coinvolgendo alcuni dirigenti sindacali e la rete associativa non solo territoriale; presso l’Hotel Poseidon di Torre del Greco, quindi, luogo del Congresso Regionale, appurata l’assenza di barriere architettoniche, si è ragionato su come rendere fruibile l’evento alle persone sorde, partendo dall’installazione, temporanea, e per la durata del Congresso, di un impianto a induzione magnetica (detto anche Loop), che consentisse ai portatori di protesi acustiche e/o impianti cocleari di poter ascoltare in modo più chiaro.
Questa soluzione, assieme a quella adottata dalla CGIL Nazionale in un’assemblea nazionale di alcuni mesi prima, consistente nella sottotitolazione in diretta degli interventi, è stata considerata molto efficace e soprattutto ha aiutato gli interessati ad essere più partecipi ai lavori congressuali/assembleari.
Pertanto, con queste prime sperimentazioni l’auspicio è che innanzitutto si inizi a rendere “reale e concreta” la partecipazione delle persone con disabilità e quindi, proprio a partire dal mondo del lavoro, si lanci un segnale che incoraggi le persone stesse a lottare per i propri diritti con protagonismo e convinzione.